mercoledì, giugno 06, 2007

La fine arte del coinvolgimento 



Lo sappiamo bene, internet sta giocando un ruolo molto importante nelle elezioni politiche americane.

Nuovamente mi trovo a seguire le elezioni, come avevo fatto con quelle francesi, perchè mi interessa osservare come sta cambiando la comunicazione politica.

Hillary Clinton, ha deciso di utilizzare intensivamente le opportunità che i servizi di video sharing offrono per comunicare direttamente con la base dei suoi elettori.

Sembra che le opinioni siano discordanti sulla decisione di Hillary Clinton di coinvolgere i visitatori di YouTube chiedendo loro di scegliere la colonna sonora della campagna presidenziale.

Il mio personale giudizio (quindi opinabile), non è positivo. Sarà probabilmente solo una percezione, perchè non conosco i fatti, ma da osservatore esterno, noto che molto spesso il tentativo di coinvolgere i propri pubblici, è solo di facciata. Non sarebbe stato meglio un più deciso coinvolgimento dei potenziali elettori sui contenuti?

I politici italiani molto spesso aprono un blog in campagna elettorale per poi chiuderlo o lasciarlo abbandonato ad elezioni avvenute.

Questo post è solo un pretesto per parlare di quel termine "abusato" che è il coinvolgimento. Lo si usa moltissimo, spesso a sproposito.

Sono sempre molto scettico quando i miei colleghi spingono in modo deciso le aziende verso i media partecipativi. E' meglio non farlo, se la volontà di coinvolgimento non è reale e se è solo una modalità di ottenere un po' di attenzione.

Il coinvolgimento è un processo non breve e in tutti casi complesso, non è come comprare un giocattolo al bambino che fa i capricci, per tenerlo buono.

L'immagine è di Jones Report

7 Comments:

Blogger Unknown said...

I comunicatori stanno iniziando a demandare ad altri alcune scelte strategiche (la scelta della colonna sonora per esempio) e la cosa non mi pare positiva, anzi.

Coinvolgere gli utenti nella comunicazione non significa demandare a loro alcuni compiti nostri, ma semmai capirli e conoscerli; per coinvolgerli non li si deve far entrare obligatoriamente dal balcone nel processo comunicativo, ma dalla porta, con un bel tappeto rosso possibilmente ad accogliere i loro passi.

La comunicazione politica poi risente molto del concetto di "cliente" che oggi sto sentando trasposto anche nella fornitura di servizi. Tutti sono diventati clienti, anche in politica; infatti non è raro sentire che i politici dicano "i nostri clienti vogliono..." ecco.

Alla fine della ruota quindi siamo diventati degli oggettini, dei souvenir con i quali giocare e il contentino è: scegli la colonna sonora, come vuoi che mi vesta, come preferisci che siano le mie erre arrotondate?

A questo punto voglio esprimermi come loro:
La comunicazione ha un potere straordinario anche nella formazione "del prodotto-politico". Scoprire cosa gli elettori si aspettano potrebbe migliorare il prodotto che vuole offrire il politico.
Ma scoprire cosa gli elettori ciedano non è una cosa facile, bisognerebbe suddividere il target in funzione delle loro motivazioni, ma anche della geografia, degli status... insomma, per targettizzare bene gli elettor... il metodo più semplice sarebbe quello di creare ...delle sezioni di partito. In Italia c'erano. Fenomeno fuori dall'ordinario in quanto unico; nato da esperimenti e sentimenti: in fondo gli italiani siamo bravi; poi ci americanizziamo (vedi Berlusconi) e ci dimentiachiamo quello che di buono avevamo.

In America, tanto per dirlo, spesso si tenta di creare qualcosa di simile alle "case del popolo" proprio per coinvolgere nei processi decisionali gli elettori...

non c'è bisogno di coinvolgerli nel mestiere del comunicatore, ma in quello del politico.

6/6/07 12:14  
Blogger Miranda said...

Mi fa sorridere vedere Hilary che usa youtube per coinvolgere il popolo.
Come Hoover aveva usato la televisione per farsi conoscere e amare (fu la prima immagine televisiva americana, era sempre dappertutto a farsi riprendere... un vero prezzemolino), ora si capisce il potenziale di Internet e si passa direttamente a quello! :D
Personalmente tifo per Hilary, e trovo questo video decisamente simpatico... Non penso che questa decisione abbia minato alla sua campagna. Alle volte basta saper prendere le cose con leggerezza... :)

6/6/07 12:30  
Blogger ithinkican said...

assolutamente d'accordo. anzi, per essere più esplicito, mi sembra una presa per i fondelli.

6/6/07 12:44  
Anonymous Anonimo said...

sono pienamente d'accordo con te Maurizio, il coinvolgimento, se è solo di facciata, non solo non serve ma può essere deleterio e causare, a mio modesto parere, una perdità di credibilità e poi di fiducia non solo nei confronti di quel singolo politico, ma della politica in generale. Inoltre il rischio più grave può essere quello di svuotare di senso lo stesso concetto di coinvolgimento.

6/6/07 14:11  
Blogger Maurizio Goetz said...

Miranda, come scrivevo, ho preso Hillary Clinton come pretesto per parlare di coinvolgimento. Come si dice in questi casi, nulla di personale ;)

6/6/07 15:14  
Blogger Roldano De Persio said...

Scusate ma non sono convinto.
Il coinvolgimento da qualche parte dovrà pure cominciare. Se da esperti diciamo sempre no aspetta, aspetta, i non addetti ai lavori quando mai capiranno l'importanza della "conversazione"? Il processo è lungo e devono tentare e anche poter sbagliare. Youtube, i blog etc sono strumenti come l'email e il telefono, ma ancora li trattiamo come se fossero strumenti speciali. Roba che solo i comunicatori ti spiegano come devono essere utilizzati.

"Coinvolgere gli utenti nella comunicazione non significa demandare a loro alcuni compiti nostri", Nostri? Perché nella comunicazione non è passato e continua a non passare quel concetto semplice che imperversa nell'informatica e che va sotto il nome di Open Source?

Anche una cosa semplice come un inno sarà comunque scelto meglio da moltissimi elettori che da uno sparuto gruppo di consiglieri.

E se anche la politica diventasse Open Source?

E ancora, elettori come clienti? Giusto! noi siamo i clienti e compriamo quello che vogliono vendere i nostri politici. Non nascondiamoci dietro un dito, i politici vendono e noi compriamo. Se ragionassimo di più da clienti pretenderemmo di acquistare vite migliori come da un negozio pretendiamo oggetti di qualità. Invece siamo dei sempici elettori!

saluti.

6/6/07 16:59  
Anonymous Anonimo said...

Più che coinvolgimento io preferisco chiamarlo tentativo di persuasione.

Lo stesso tentativo insito nella comunicazione pubblicitaria e che rende oggi fare advertising un mestiere sempre più "poco affidabile".

6/6/07 18:54  

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