Esplorazioni di marketing
Non passa giorno che non si legga su qualche testata giornalistica che l'ennesima azienda è sbarcata su Second Life.
Visto che nemmeno l'amministratore delegato o il responsabile marketing ne conosce le ragioni, va di moda dire che si tratta di una sperimentazione o di un modo di esplorare nuove modalità di comunicazione.
Quale è il vantaggio per i clienti finali di queste "esplorazioni"? Se proprio si deve sperimentare perchè non sperimentare la Net Tv con nuovi contenuti, nuove forme di customer care, nuovi linguaggi per gli audiovisivi di rete? O se si vuole approfondire il tema dei "mondi 3d" perchè non cercare di comprendere come creare valore per i consumatori finali in modo da circoscrivere l'esplorazione?
La paura non permette buone decisioni.
Gli imprenditori sono consapevoli di stare vivendo un periodo di grandi transizioni e qualcuno si lascia prendere dal panico.
Ma che cosa è realmente cambiato? Così tanto? Se ci pensiamo i clienti continuano a voler buoni prodotti, sono stufi di essere presi a pesci in faccia, desiderano alla fine solo un po' di considerazione.
Quello che è veramente cambiato è la possibilità di esprimersi, di mettersi insieme, non sono certamente cambiati in modo così radicale i bisogni e le motivazioni.
Da tempo mi interrogo, chi è disposto a creare ambienti di sperimentazione per nuovi modelli di comunicazione di impresa?
L'Università? (Non lo fa)
I consorzi di aziende? (Non lo fanno)
Le associazioni di categoria? (Non lo fanno)
Le aziende singole? (Solo pochissime)
Le agenzie di comunicazione? (Non scherziamo)
Qualche blogger volenteroso? (Ci sta provando)
Credo che associazioni come l'Art Directors Club o l'Associazione Italiana Marketing, potrebbero diventare punti di riferimento nel nostro Paese per nuovi modelli di marketing e di comunicazione e mi sto adoperando affinchè questo possa avvenire. Mi auguro di poter riuscire, ne avremmo tanto bisogno.
Visto che nemmeno l'amministratore delegato o il responsabile marketing ne conosce le ragioni, va di moda dire che si tratta di una sperimentazione o di un modo di esplorare nuove modalità di comunicazione.
Quale è il vantaggio per i clienti finali di queste "esplorazioni"? Se proprio si deve sperimentare perchè non sperimentare la Net Tv con nuovi contenuti, nuove forme di customer care, nuovi linguaggi per gli audiovisivi di rete? O se si vuole approfondire il tema dei "mondi 3d" perchè non cercare di comprendere come creare valore per i consumatori finali in modo da circoscrivere l'esplorazione?
La paura non permette buone decisioni.
Gli imprenditori sono consapevoli di stare vivendo un periodo di grandi transizioni e qualcuno si lascia prendere dal panico.
Ma che cosa è realmente cambiato? Così tanto? Se ci pensiamo i clienti continuano a voler buoni prodotti, sono stufi di essere presi a pesci in faccia, desiderano alla fine solo un po' di considerazione.
Quello che è veramente cambiato è la possibilità di esprimersi, di mettersi insieme, non sono certamente cambiati in modo così radicale i bisogni e le motivazioni.
Da tempo mi interrogo, chi è disposto a creare ambienti di sperimentazione per nuovi modelli di comunicazione di impresa?
L'Università? (Non lo fa)
I consorzi di aziende? (Non lo fanno)
Le associazioni di categoria? (Non lo fanno)
Le aziende singole? (Solo pochissime)
Le agenzie di comunicazione? (Non scherziamo)
Qualche blogger volenteroso? (Ci sta provando)
Credo che associazioni come l'Art Directors Club o l'Associazione Italiana Marketing, potrebbero diventare punti di riferimento nel nostro Paese per nuovi modelli di marketing e di comunicazione e mi sto adoperando affinchè questo possa avvenire. Mi auguro di poter riuscire, ne avremmo tanto bisogno.
3 Comments:
bella riflessione.
"comprendere come creare valore per i consumatori finali"
che si voglia chiamare marketing innovativo, che si vogliano usare strumenti "nuovi", credo sia il punto fondamentale.
ovviamente senza vincolare e imbrigliare la ricerca alle esigenze di breve termine del mercato.
ci pensavo qlc giorno fa...anche alla luce della esperienza come cliente.
Prorio ieri stavamo esponendo i nuovi argomenti per i seminari della fiera Visual Communication di Milano. L'argomento scelto dal mio capo, Mario Picchio, era centrato sulla definizione della "Value Proposition". Tra le slide , parlando del mondo piatto, dei cambiamenti rapidi, del WEB 2.0, Picchio faceva riferimento a Second Life. Nella slide erano indicati gli iscritti a questo mondo virtuale. Ho fato un piccolo calcolo e ho notato che il rapporto tra gli iscritti e i partecipanti on-line era di 0,01% questo dimostra che questa sperimentazione è fine a se stessa. Ho criticato questa slide in quanto l'autovorevolezza di un podio a volte legittima azioni anche non condivise. Dato che anche lui non crede a Secon Life la decisione finale è stata di parlare di Second Life sottolineando l'effimerazione di ingresso in questo mondo che ha portato soldini solo al sig. Linden.
Sia chiaro Giovanni, non sono contrario a Second Life, è un ambiente interessante di sperimentazione, sono invece contrario alle mode e alle speculazioni che non creano valore per nessuno.
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