martedì, maggio 22, 2007

Ripensare le fiere 

Torno a parlare di fiere, dopo tanto tempo che non me ne occupavo più.


Penso al Miptv che dopo un periodo di crisi negli anni 2001-2002), sembra essere tornato ai fasti del passato e penso anche allo SMAU, una formula, dal mio punto di vista, totalmente in crisi. (Sono due eventi completamente diversi, ma lo SMAU potrebbe fare tesoro dell'esperienza del Miptv) E' forse una forzatura, ma vorrei mettere al confronto i due eventi, per avere il pretesto di parlare di fiere come strumento di marketing strategico per le imprese.

Una fiera che si propone semplicemente come spazio di intermediazione tra domanda e offerta è destinata oggi a non avere successo, oggi la rete riesce in modo molto efficace ad assolvere a questa funzione, tanto è vero che i nuovi prodotti spesso trovano in rete, descrizioni, commenti, recensioni prima ancora di essere presentati fisicamente in una fiera.

Da oltre dieci anni lo SMAU dichiara grande soddisfazione per ogni suo evento, ma dal mio personale punto di vista, non è una manifestazione di successo o almeno non più.

Perchè il Miptv ha successo a differenza dello SMAU? Personalmente ritengo che sia il modo in qui 3C vengono sapientemente miscelate:

Contenuti - Al Miptv vengono presentate le nuove tendenze, il programma di conferenze è ricco e articolato e permette agli operatori di prendere realmente decisioni strategiche per le loro attività. Lo Smau non è un luogo dove si creano tendenze, le conferenze non sono di qualità, soprattutto perchè c'è la brutta tendenza, tipicamente italiana di considerarle come spazi promozionali e quindi i contenuti ne risentono

Connessioni - Il Miptv è un luogo dove si creano momenti di incontro che danno luogo a nuovi progetti, gli eventi di networking vengono creati con grande attenzione per mettere insieme le persone, questo allo Smau non accade. Allo Smau non vengono o almeno non vengono più esponenti del top management delle aziende, se non quando invitati in conferenze di apertura.

Conversazioni - Una fiera dovrebbe oggi essere una piattaforma che consenta l'animazione di conversazioni tra operatori, prima, durante e dopo l'evento. Favorire la conversazione dovrebbe essere un'attività primaria e non accessoria, tra espositori e clienti potenziali/giornalisti/stakeholders diversi, utilizzando una pluralità di strumenti. Ma come è noto mettere a disposizione una piattaforma non è sinonimo di successo. Un ente fieristico deve pertanto diventare un abilitatore e creare le condizioni affinchè la sua piattaforma venga utilizzata nel miglior modo possibile. Per fare questo ci vuole una sensibilità, che non soffochi le conversazioni perseguendo unicamente istanze di business. Il Miptv mette on line i video e i podcast dei relatori più rilevanti, lo SMAU ragiona ancora con una logica mercantile.

A mio parere molti enti fieristici non hanno compreso che per sopravvivere devono diventare abilitatori e non venditori di spazi, offrendo quindi, contenuti, connessioni e conversazioni.

Voi cosa ne pensate?


La foto è di Zarrelli

6 Comments:

Anonymous Anonimo said...

A mio parere molti enti fieristici non hanno compreso che per sopravvivere devono diventare abilitatori e non venditori di spazi, offrendo quindi, contenuti, connessioni e conversazioni.

l'argomento è molto interessante.

sicuramente gli enti fieristici possono fare di più...ma mi pare che spesso le loro mancanze vengano usate come "capri espiatori" dalle aziende espositrici.

come si sa, da qualche tempo, almeno nel B2B, la partecipazione alle fiere richiede un approccio diverso da parte delle aziende, perchè il "peso" dell'organizzazione si è spostato più sul pre e post-fiera che, paradossalmente, sulla partecipazione stessa.

Insomma è tutto un po' più complesso ma, credo, più stimolante.

Questa almeno è la mia esperienza...

ps: ne parlava qualche tempo fa fuggetta

ps2: un blog interessante sull'argomento

23/5/07 10:04  
Blogger Maurizio Goetz said...

Hai fatto bene a completare il quadro. E' vero, in molti casi, le fiere non vengono preparate, si fa poca attività di follow up, ci si limita solo a curare lo stand. Ciò però non toglie il fatto che gli enti fieristici dovrebbero far evolvere la loro proposizione.

24/5/07 07:19  
Blogger [m]m said...

condivido, maurizio.
partecipare a smau per un'azienda è diventata veramente una decisione coraggiosa, chissa' se quest'anno gli organizzatori ci provano a innovare veramente e rischiare un po', magari usando le tue tre C. cos'hanno da perdere, ormai, dopotutto?

24/5/07 22:38  
Blogger Fabrizio Olati said...

Maurizio,
vedo che hai mantenuto la promessa di tornare a parlare di fiere.

Le tue osservazioni sono giuste ma credo che valgano molto per quei settori dove la tecnologia delle relazioni (tra impresa e persone o tra impresa e impresa) è particolarmente invadente.

Oggi le fiere europee dedicate all'IT ed all'elettronica soffrono la concorrenza di quelle asiatiche. In Cina, Corea del Sud e Singapore sono concentrate le aziende che più investono in R&S.

Anche un punto di riferimento europeo e mondiale come il CEBIT ha segnato, quest'anno, defezioni importanti quali quella di Nokia.

E' vero che per questo tipo di fiere il format va ripensato.

Attenzione però a non confondere gli Enti fieristici (che ora non esistono più, in quanto sono tutte SpA) dagli Organizzatori: i primi ormai sono solo gestori di spazi e di patrimoni immobiliari (raramente sono anche organizzatori), sono quindi i secondi a doversi porsi al passo con i tempi, implementando quelle tecniche di comunicazione/relazione proprie delle nuove tecnologie.

Ora che poi lo SMAU è passato di mano (insieme al MotorShow) vediamo cosa ne sarà delle prossime edizioni.

4/6/07 16:35  
Blogger Fabrizio Olati said...

Poi in Italia le fiere soffrono nell'essere ancora troppo generaliste e poco specalistiche.

SMAU, così com'è, assomiglia molto ad una Campionaria.

Fabrizio Olati
marletingfieristico.blogspot.com

4/6/07 16:37  
Blogger Maurizio Goetz said...

Grazie per la doverosa precisazione tra Enti Fieristici ed Organizzatori. Rimane comunque da ripensare il format, perchè i frequentatori di una fiera di qualunque genere sia, si aspettano oramai molto di più di quanto viene attualmente offerto.

4/6/07 19:15  

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