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Oggi Ted Page, sembra riprendere questa distinzione in relazione al futuro dell'entertainment distinguendo tra branded entertainment e brand driven entertainment.
Sottigliezze, dirà qualcuno, invece no, a mio parere la distinzione è molto importante.
Così scrive Ted Page:
Some people confuse the concepts of brand-driven entertainment and "branded" entertainment. To me, branded entertainment means you've created something that's fun, then you put your brand on it, not unlike painting a logo on a racecar. This could work fine for sponsoring a race, but it doesn't make sense as an interactive Web experience; it's too obvious and superficial.
True brand-driven Web entertainment involves focusing on the core elements that define a brand, then designing the whole experience from scratch to reinforce the brand in fun yet subtle ways.
To do this right, boil down your brand essence to three or four key points, and use them as a kind of filter for all your creative brainstorming. Whether you are making an interactive quiz or video, a promotion, an e-card, or whatever else you dream up, ask yourself this question: After my customer has this experience, will the key attributes of my brand be reinforced in his/her mind? If the answer is no, keep at it until you find the right answer.
Fin dai tempi dei primi articoli sull'experiential branding, si soleva distinguere tra due possibili approcci: 1) brand the experience 2) experience the brand, ambedue con specifiche logiche ma con differenti punti di partenza e diversi presupposti.
I progetti che sto seguendo attualmente in via sperimentale, afferiscono al brand driven entertainment, su cui gli editori più avanzati cominciano a farsi le ossa e a sperimentare le prime best practices.
2 Comments:
concordo pienamente con la definizione e la lettura che viene riportata, anche se dobbiamo riconoscere che in questa fase esiste una sostanziale sovrabbondanza di neologismi per esprimere concetti molto simili. Nello specifico, advertainment o story teller brand sono due espressioni che credo di fatto si avvicinino molto a brand driven entertainment. Volevo segnalare un progetto di cui ho sentito parlare da molti a Cannes, nel bene e anche da taluni nel male, che comunque è sotto la luce dei riflettori in America al momento e su cui ho scritto giusto ieri un post nel nostro blog: si tratta di instantdef, visibile all'omonimo sito, un progetto di advertainment a sfondo musicale firmato Snickers. Mi piacerebbe sapere anche le vostre impressioni. COncludo dicendo che al momento sto anch'io lavorando ad un progetto molto interessante di questo tipo, cioè di brand driven entertainment per l'Italia, che vedrà la luce in settembre. fingers crossed.
PS: ciao maurizio. complimenti per il blog, che ho scoperto da poco anche se il tuo nome l'aveva preceduto nelle vie infinite di internet.
Si Mr White, devo confessare che in questa fase spesso si usano neologismi per esprimere concetti molto simili, come dici tu, quasi per dare una paternità ai concetti. Per me le definizioni sono solo strumenti da usare, se ne trovo una migliore sono pronto ad utilizzare un nuovo termine.
Quello che mi piaceva dell'articolo citato è la differenziazione tra una sponsorizzazione anche se evoluta e la costruzione di progetti ad hoc che partono dai valori del brand.
Interessante la case study che citi sul tuo blog, io sto lavorando invece su esempi più ostici perchè legati o al b2b oppure a prodotti di investimento durevole. In questi ambiti non c'è quasi nulla, per questo è una grande sfida.
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