Dimmi tutto di te, ma proprio tutto
Molte imprese ritengono che più informazioni si raccolgono sui propri clienti meglio è per il proprio sistema informativo. A parte i problemi legati alla privacy, in un era di abbondanza informativa, sempre più persone si stanno rendendo conto che i propri dati hanno un valore di mercato e giustamente rendono disponibili i propri dati solo se ottengono qualcosa di concreto e di rilevante in cambio.
E' controproducente richiedere troppi dati ai propri clienti attuali e potenziali, perché giustamente potrebbero ribellarsi a questo. I data base aziendali sono pieni di utenti "pippo, pluto e paperino".
Molto intelligente la strategia di Tesco, rivolta alle mamme. Basta indicare solo la data di nascita del proprio figlio e il proprio indirizzo e Tesco provvederà ad inviare una rivista personalizzata in funzione dell'età che il bambino avrà in quel momento, dalla nascita all'età prescolastica.
Ottimo esempio di marketing collaborativo, per nulla intrusivo.
2 Comments:
La quantità di informazioni che sono richieste dalle aziende ai loro clienti (a volte anche solo potenziali..) mi ha sempre infastidito. E' un po' come se una persona che si è presentata 10 secondi fa pretendesse di conoscere l'ammontare attuale del mio conto corrente, e una copia del mio 740. So di avere spesso lasciato a metà form di registrazione a newsletter o semplici richieste di informazione su prodotti e servizi di mio interesse proprio per questo motivo.
La cosa più irritante è poi sapere che la maggior parte delle informazioni che vengono chieste dalle aziende ai loro clienti, rimangono inutilizzate
Posta un commento
<< Home