venerdì, ottobre 31, 2008

Occasioni perdute 


E' abbastanza visibile in giro. Le affissioni, i banner solo per citare ciò che ho visto. E' la nuova campagna di comunicazione per portare le persone in Campania.

Una vera occasione perduta, visto che è stata anche cofinanziata dalla Comunità Europea.

E' generica, poco incisiva e autoreferenziale.

Memoria, Emozioni, Tradizione, Arte e Storia, sono elementi che caratterizzano migliaia di altre destinazioni turistiche.

Perché dovrei andare in Campania, cosa mi offre di differente? Perché ora?

Il destination site è un collage di informazioni senza capo ne coda.

Sarebbe stato utile investire qualcosa anche nella progettazione di una strategia, che ci sarà anche, ma che non si riesce ad intuire.

I segnali di cambiamento 


In questo blog non vengono affrontati temi di carattere politico, ma l'attenzione per i temi politici è comunque alta, anche se viene qui vissuta in modo laterale.

Sin dall'ultima campagna elettorale francese è stato molto interessante osservare le sperimentazioni nella comunicazione da parte dei due candidati e "l'utilizzo evoluto dei media".

Le campagne di comunicazione politica sono diventate nel tempo sempre più sofisticate, basti pensare all'articolazione di quella di Barak Obama che ha raggiunto livelli di complessità mai visti in passato.

I giornali non aiutano, non hanno ancora sviluppato gli strumenti di analisi per comprendere i cambiamenti in atto, nei linguaggi, nell'uso dei mezzi, tanto che un grande esperto dei media come il professor Casetti dell'Università Cattolica, ha pensato di recarsi negli Stati Uniti per studiare sul posto la campagna presidenziale da un punto di vista della comunicazione.

Gli studenti in Italia protestano e utilizzano nuovi linguaggi e nuove forme espressive, che i media tradizionali non riescono ad interpretare.

Questi studenti sono già oggi "i consumatori di domani", sempre più evoluti, più sofisticati e che non si lasciano imbrigliare in schemi e che sfuggono ad ogni tentativo di classificazione.

Le loro conversazioni passano dal telefono cellulare, ai blog, alle piattaforme di microblogging e a quelle di photo e videosharing o ai tool di videoconversazione.

Il passaggio evolutivo dalle generazioni analogiche a quelle digitali richiede del tempo, ma in soli cinque anni vedremo dei cambiamenti radicali nei processi di fruizione dei contenuti e nella "dieta mediale" dei "nativi digitali" e si può essere certi che chi non si è preparato per tempo, avrà un terribile problema di "connessione" con queste persone.

E' un cambiamento che riguarderà politici che non verranno più eletti, aziende che non riusciranno più a comunicare, docenti che non riusciranno più ad insegnare.

Altro che digital divide, si aprirà una voragine tra persone di differenti generazioni che non riusciranno più a comunicare.

Chi fornisce oggi gli strumenti di analisi per monitorare questo cambiamento?

Come scrivevo, certamente non i giornali, non parliamo del mondo della scuola, quindi l'unica possibilità è diventare utenti, utilizzare gli stessi mezzi che usano le nuove generazioni, mettersi all'ascolto senza pregiudizi e fino in fondo, perché hanno tante cose nuove da dire.

Ci troviamo in mezzo ad un periodo di grandi transizioni, non abbiamo quindi la lucidità sufficiente per comprendere la portata dei cambiamenti in atto, possiamo tuttavia fare uno sforzo di ripensare modelli di pensiero, che oramai appaiono in modo evidente del tutto obsoleti.

mercoledì, ottobre 29, 2008

In the End of Path 



E' un po' dissonante, ma è un mashup così improbabile, che risulta interessante l'accostamento.

In the end - by Linkin Park - Path by Apocalyptica
Mash up - by JesperRemixer.

Trend turistici al TTG Incontri (terza parte) 


Avevo promesso che avrei parlato di alcune tendenze relative ai tour operator e agli alberghi emerse durante il TTG Incontri, ma non vorrei farla troppo lunga e preferirei darvi qualche spunto in ordine sparso:

  1. Come ha giustamente fatto notare Claudio Iacovelli, si è parlato molto di turismo indiano, di turismo messicano, brasiliano e poco di politiche concrete volte a rilanciare il turismo in Italia. Mi ha particolarmente colpito la testimonianza di Lucia Carniglia, co-fondatrice di Mobissimo, (un metamotore di seconda generazione), che ha fatto notare come molti prodotti turistici che hanno per destinazione l'Italia, sono venduti in rete da tour operator stranieri.
  2. Molte persone sono giustamente preoccupate; mi dicono che alcuni tour operator hanno bloccato i pagamenti degli stipendi dei propri dipendenti da alcuni mesi per problemi finanziari (non ho avuto modo di controllare la veridicità di questa affermazione), ma sembra che continuino ad organizzare feste sontuose rivolte ad agenti di viaggio che si domandano se questi operatori arriveranno alla fine dell'anno.
  3. Ho visto tanti stand di alberghi, che hanno cataloghi bellissimi, hostess bellissime, piscine bellissime, Spa bellissime, hall bellissime, che probabilmente devono aver lavorato con la stessa agenzia di comunicazione e con lo stesso architetto, perché strutture e campagne sono così simili fra di loro.
Gli intermediari vecchi e nuovi nelle agenzie o che operano in rete, propongono ciò che il mercato chiede loro, incoming o outgoing, è solo una questione di opportunità di business. Non si capisce la ragione per la quale i tour operator italiani e gli alberghi, salvo poche eccezioni facciano così fatica a differenziare maggiormente la loro offerta, quando all'estero si segmenta, si subsegmenta, si analizza con grande attenzione l'evoluzione dei gusti delle differenti nicchie di pubblico.

Girando per gli stand, ho visto tante proposte anche interessanti, ma non ancora ben focalizzate, forse la colpa mia, perché avendo partecipato a diverse conferenze, la mia visita degli stand in fiera è stata un po' frettolosa, forse qualcun'altro potrebbe aver avuto un'impressione diversa dalla mia.

Sarei molto curioso di sapere se mi sono sbagliato oppure no.

martedì, ottobre 28, 2008

Trend turistici al TTG Incontri (seconda parte) 


Non tutti gli operatori turistici si stanno muovendo alla stessa velocità.

Il TravelCamp 2008 è stato non solo un'occasione di confronto ma di verifica dei cambiamenti in atto. Molte cose sono avvenute negli ultimi dodici mesi.

Gli agenti di viaggio sono le figure professionali a maggior rischio di disintermediazione e di questo molti di essi sono pienamente consapevoli. Se solo un anno fa la rete era vissuta come un "competitor"o nel migliore dei casi come un "elemento estraneo", quest'anno un buon numero di agenti di viaggio ha avviato progetti evoluti come TripShake Zoover, Qtour o Wiaggi, in cui il ruolo del "knowledge agent", ovvero l'agente di viaggio evoluto, si riposiziona sul mercato come vero consulente, riprendendosi tutto quel mercato che nel frattempo si è allontanato dalle prenotazioni "fai da te" e che ha bisogno di suggerimenti e consigli di un esperto., anche in rete. In questo contesto l'agente di viaggio si pone alla pari rispetto ai suoi clienti attuali e potenziali nelle conversazioni in rete, guadagnandosi sul campo "la reputazione di esperto".

Questa situazione è ben diversa da quella che vede l'agente di viaggio chiedere una commissione al cliente per la prenotazione di un biglietto aereo senza aggiungere valore. Ecco che gli agenti di viaggio creano in rete ambienti caldi nei quali discutere, confrontare offerte turistiche, condividere informazioni ed esperienze e in cui inserire strumenti di comparazione per offrire le migliori proposte turistiche disponibili sul mercato.

Non è un caso che Assoturismo-Confesercenti Emilia Romagna abbia organizzato al TTG Incontri un convegno dal titolo" Turismo nell'era di Internet, sviluppi e nuove tendenze, in cui l'approccio alla rete è ben diverso dal passato.

Il suo segretario, Stefano Bollettinari ha infatti dichiarato in un comunicato stampa:

L'utilizzo di Internet nelle strategie di promo-commercializzazione nelle nostre aziende ricopre un ruolo cruciale, ma l'approccio a questo strumento e quindi l'integrazione fra "azienda virtuale" e "azienda reale" per la piccola media impresa può presentare diversi ostacoli tra cui: la scelta della tecnologia più efficiente e di facile utilizzo, l'organizzazione della propria offerta commerciale in modo strategicamente coerente ed efficace con le caratteristiche di Internet, la difficoltà di farsi spazio nell'affollamento che esiste sulla rete con politiche commerciali e comunicative adeguate e il fatto che la singola impresa difficilmente riesce ad esprimere una politica commerciale talmente interessante da creare frequenze sul suo sito. Ciò vale anche per il problema della visibilità e quindi tutto ciò che rientra nell'investimento pubblicitario sul web.

Risulta evidente che se l'approccio generale è cambiato, la rete viene vissuta da una buona parte di agenti di viaggio più come un insieme di tecnologie da utilizzare, che un insieme di ambienti in cui relazionarsi con i propri interlocutori, basti pensare al numero ridotto di agenti di viaggio che hanno partecipato al TravelCamp per rendersi conto di quanta strada ci sia da percorrere.

Il mercato delle agenzie di viaggio è quindi spaccato in due segmenti: quelle che svolgono il ruolo di apripista e innovano e tutte le altre che seguono o che nel frattempo chiudono.

Ma quali sono le strategie dei tour operator e degli alberghi?

Di questo scrivo in un prossimo post.

Stay tuned.

Nella foto: la presentazione di TripShake al TravelCamp

lunedì, ottobre 27, 2008

Trend turistici al TTG Incontri (prima parte) 


Il TTG Incontri di Rimini è una manifestazione in cui gli organizzatori cercano di fare il punto sulla situazione turistica in una prospettiva di business e in cui emergono le principali tendenze in atto.

Il problema è che negli ultimi anni, i vari trend emergenti sono molto numerosi e spesso tra loro in contraddizione (ma oggi il mercato è così), per questo molti operatori turistici invece di chiarirsi le idee, sono sempre più confusi e hanno bisogno di poter disporre di chiavi di lettura per poter interpretare nel giusto modo la imponente mole di dati e di informazioni che viene loro fornita.

Tra le possibili chiavi di lettura, vorrei proporre la mia personale, che come sapete bene, vede al centro l'utente, le sue scelte di informazione e di acquisto relativamente ai viaggi e la sua relazione con Internet.

Nelle mie relazioni alle conferenze a cui ho partecipato, (le cui slide sono pubblicate in due post precedenti a questo), ho cercato di delineare i principali cambiamenti emersi sul Web negli ultimi 12 mesi, per quanto concerne il settore turistico.

Emerge chiaramente dai diversi interventi che ho avuto modo di ascoltare un problema di competitività per il turismo in Italia.

Vorrei cominciare a focalizzare il problema, dal mio personale punto di vista.

La competitività del Sistema Paese.

Come è emerso chiaramente, l'Italia perde quote turistiche, soprattutto perché è evidente la totale mancanza di un Piano Strategico per il Turismo. Non si tratta semplicemente di creare un portale o una campagna di comunicazione, ma di coordinare gli sforzi della promozione turistica di tutti gli operatori italiani privati e pubblici, coordinando questo sforzo, ma lasciando ai diversi operatori un adeguato margine di autonomia.

Ci sono diverse cose che andrebbero fatte a mio avviso immediatamente senza indugio:
  1. costruire una strategia di "destination branding" per riposizionare l'Italia come meta turistica lavorando in modo profondo sulla "marca Italia".
  2. creare una strategia turistica a livello Paese concertata e non imposta dall'alto, condividendo il piano turistico, coinvolgendo il maggior numero di soggetti e soprattutto ascoltando le loro diverse necessità, evitando però di rimanere impigliati nei diversi interessi particolari e nei campanilismi che hanno finora affossato ogni tentativo di razionalizzazione.
  3. aiutare concretamente le imprese del turismo a diventare più competitive, evitando gli aiuti a pioggia, ma focalizzando gli interventi per priorità e per obiettivi
  4. creare una presenza online che vada nella direzione del mercato, cercando di non reinventare la ruota, visto che molte tecnologie e molte informazioni turistiche sono già ampiamente disponibili.
  5. creare una think tank coinvolgendo in modo più ampio il mondo accademico e quello delle diverse associazioni, perché i talenti esistono, ma non sono mai stati adeguatamente utilizzati
La competitività delle imprese turistiche.

La gran parte delle imprese turistiche nel nostro Paese sono di piccole dimensioni e quelle anche di medie dimensioni, spesso sono di proprietà di imprenditori o dei dei loro figli. (Il problema della leadership è un problema troppo ampio e complesso e che non posso affrontare qui).

Ci sono alcune strade che dovrebbero essere intraprese subito:
  1. comprendere l'evoluzione in atto e gli impatti sul proprio specifico modello di business, dotarsi di strumenti conoscitivi per il monitoraggio dell'evoluzione del mercato, investire in formazione permanente, investire sulle persone e sulla professionalità, migliorare il servizio ancora troppo carente rispetto agli standard internazionali
  2. analizzare con maggiore precisione la propria clientela, quella dei propri concorrenti per cercare di focalizzare maggiormente la propria "value proposition" monitorando anche le mosse dei competitor potenziali.
  3. dotarsi di tecnologie oramai disponibili a costi meno proibitivi rispetto al passato, per la profilazione, per la gestione del cliente, per la comunicazione, ma comprendere che le tecnologie sono solo un fattore abilitante
  4. modificare gli attuali paradigmi: passando una volta per tutte, dalla logica di prodotto a quella del cliente.
Non si può dire che i problemi non siano stati ampiamente dibattuti, ora bisogna passare alle soluzioni.

In un prossimo post vorrei scendere più in dettaglio e descrivere la mia sensazione su cosa sia cambiato realmente dalla scorsa edizione del TTG Incontri.

Stay tuned.

La foto è di qtour

sabato, ottobre 25, 2008

Le strade dell'innovazione digitale per il turismo 


Nel mio secondo intervento al Forum di TTG Incontri, ho detto essenzialmente che l'unica strada per comprendere le opportunità strategiche della rete è diventare utenti e non cercare di inseguire le tecnologie, ma viverle in modo attivo, per comprendere le nuove dinamiche di interazione sociale che caratterizzano il nuovo web.

Ora vado al Travelcamp.

A breve qualche mia ulteriore considerazione sulla manifestazione fieristica.

Stay tuned.

Web Travel 2.0 


Questa matttina qui a Rimini al TTG Incontri, ho parlato di Web Travel 2.0, cercando di illustrare i principali cambiamenti che hanno avuto luogo negli ultimi 12 mesi.

Fra qualche minuto terrò un secondo intervento, le cui slide pubblicherò più tardi.

Stay tuned.

giovedì, ottobre 23, 2008

L'impatto del "social web" sul settore turistico 

mercoledì, ottobre 22, 2008

Lavori in corso 

Avrete notato che da qualche giorno il blog non viene aggiornato e che manca l'header. (Update - il problema dell'header è stato risolto).
Una serie di impegni mi tengono momentaneamente lontano dal blog, che tornerò prestissimo a seguire nei contenuti e nella sua forma grafica, con qualche leggera modifica sul template.

Se sabato 25 ottobre avete modo di passare da Rimini, mi troverete al TTG Forum, dove sarò relatore in due conferenze e al TravelCamp.

A presto

sabato, ottobre 18, 2008

Cartoon Remix 



Cartoon Remix - by Heather Holloway: un vintage dei mashup (2006)



Teletubbies Remix - by Shabz9 (2007)

venerdì, ottobre 17, 2008

Il risveglio delle agenzie pubblicitarie 


Fonte: David Armano.

giovedì, ottobre 16, 2008



Gerd Leonhard parla di widgetizzazione dei media, ma le implicazioni sono diverse: la comunicazione di impresa distribuita, le strategie di syndication per i contenuti, il lifestreaming, nuovi processi di riaggregazione dell'informazione, insomma i cambiamenti in atto per l'industria dell'informazione e dei contenuti, per gli operatori della pubblicità e per le imprese sono profondi e in divenire e quindi anche i modelli di riferimento.

mercoledì, ottobre 15, 2008

Galbani vuol dire fiducia 


Non conosco nei dettagli la vicenda se non per quanto letto sui giornali.

E' evidente che ci troviamo di fronte ad un classico esempio di crisi ed è altrettanto evidente che le normali pubbliche relazioni che vengono alimentate a colpi di comunicati stampa non bastano più.

Molti dei prodotti della Galbani vengono acquistati da mamme con figli piccoli, che in questo particolare momento non vanno per il sottile, per non sbagliare smettono di acquistare il prodotto senza porsi troppi interrogativi.

La verità dei fatti verrà accertata dagli organi competenti, ma comunque vadano le cose, il danno economico e di credibilità dell'azienda, a torto o a ragione, è consistente e la crisi si ripercuote sulle vendite attuali e forse anche su quelle future.

Questo sarebbe un ottimo momento per aprire un dialogo diretto con il mercato, ma anche con i suoi stessi dipendenti. C'è infatti bisogno di chiarezza.

L'azienda ha dichiarato la volontà di far emergere i fatti, ma non sarebbe stato più efficace aprire fin dal primo momento i canali diretti che i Social Media mettono a disposizione, come primo passo per gestire la crisi di fiducia e per prendere poi tutti i provvedimenti del caso?

UPDATE: Galbani chiarisce la sua posizione sul suo sito.

L'ultima impressione 


Si dice che è la prima impressione che conta.

Ad un colloquio per un nuovo lavoro, molti "head hunter" decidono se assumeranno il candidato nei primi tre minuti e comunque si fanno una prima idea nei primissimi istanti.

Malcolm Gladwell ha basato un libro su questi primi momenti che fanno la differenza.

Gladwell explains how an expert's ability to "thin slice" can be corrupted by their likes, dislikes, prejudices and stereotypes, and how they can be overloaded by too much information. That is why police might be suspicious of a dark-skinned man out at night, as in the case of Amadou Diallo, when other signs would indicate that he poses no threat. Gladwell also tells us about our instinctive ability to mind read, how we can get to know what emotions a person is feeling just by looking at his or her face. He informs us that with experience, we can become masters at the game of "thin slicing". Blink is not a book on mind-reading or quick decision-making.

Gladwell maintains that we "blink" when we think without thinking. We do that by "thin-slicing," using limited information to come to our conclusion. In what Gladwell contends is an age of information overload, he finds that experts often make better decisions with snap judgments than they do with volumes of analysis.

La "prima impressione" non è un concetto nuovo, ma è sicuramente l'emblema della cultura televisiva "del 30 secondi".

In rete è diverso, spesso la prima impressione può non essere corretta. I blog, il lifestreaming consentono di raccontare e raccontarsi in uno spazio temporale più lungo.

La comunicazione sui Social Media è un percorso di lungo periodo, che assomiglia più ad una maratona che ad una corsa dei 100 metri piani.

In rete tutti nodi vengono al pettine, è difficile presentarsi per ciò che non si è, per questo si può dire che molto spesso è l'ultima impressione quella conta davvero.

Voi cosa ne pensate?

Fonte dell'immagine.

lunedì, ottobre 13, 2008

L'insostenibile leggerezza della faziosità 


Da tempo la televisione cerca (inutilmente) di creare programmi di informazione e di approfondimento (ad esempio su temi politici) che hanno una pretesa di essere obiettivi.

L'obiettività non esiste, ogni conduttore televisivo, anche in buonafede, tende sempre a proporre una sua personale chiave di lettura, una sua interpretazione, scegliendo gli ospiti da invitare, decidendo i servizi da mostrare e decidendo sulle informazioni da non evidenziare.

Anche in rete l'obiettività non esiste, soprattutto nella blogosfera, ognuno presenta le proprie visioni del mondo, le proprie analisi personali; ne deriva un'informazione molto più completa ed articolata che nasce dalla possibilità di confrontare opinioni diverse.

Per chi oggi negli Stati Uniti vuol farsi un'idea più precisa sulle opinioni dei diversi candidati alle elezioni presidenziali, può essere molto utile il servizio proposto da Cruxlux, che permette un confronto tra informazioni su qualsiasi tema di fonti apertamente schierate.

"Shining a light on the crux of things. If something's true, it should withstand scrutiny, and if something's wrong, we should be able to help uncover that. With our novel and powerful technology, we allow interactive back-and-forth between different views, making it easy to see counterpoints to a given argument and to identify the root causes of disagreement on an question. Besides participating on this site, the Cruxlux platform can be embedded on other sites, to enable their visitors to participate in inter-blog debates and chats. "

Nell'immagine che riporto, un esempio emblematico di utilizzo del servizio. E' possibile prendere una notizia come la morte recente di Haider, confrontare il diverso modo di darne risalto da parte di diverse testate giornalistiche che fanno riferimento a schieramenti politici diversi, trovare i punti di contatto e le differenze tra le diverse posizioni misurandone la distanza, porre domande, creare un dibattito.

Le applicazioni in ambito business sono altrettanto interessanti. Cruxlux può essere uno sofisticatissimo strumento per il monitoraggio della Corporate Reputation, permettendo ad esempio di monitorare dinamicamente il numero di articoli in un detertminato arco temporale relativamente ad un brand, ad un prodotto o le reazioni della stampa ad una crisi aziendale creando uno specifico feed. Può essere utilizzato anche come strumento per organizzare sondaggi per tastare il polso delle proprie audience su specifici temi che hanno un impatto sulla "vita aziendale" integrando ad esempio il servizio sul proprio blog.

Come ho già avuto modo di scrivere, nell'era del post sondaggio, le analisi puntuali, stanno cedendo il passo a quelle dinamiche svolte in tempo reale.

Le imprese stanno oggi aumentando i loro investimenti in persone e strumenti per la gestione della Knowledge Governance, perché la "Conoscenza" è uno dei fattori competitivi più importanti.

Non si può dire che i media di massa stiano per sparire, ma è sicuramente in via estinzione una cultura della comunicazione di massa che ignora le caratteristiche dei diversi pubblici e non solo rispetta le differenze di pensiero, ma le valorizza.

venerdì, ottobre 10, 2008

L'era del post sondaggio 

E' definitivamente finita l'era dei sondaggi politici. Non che non vengano più utilizzati, ma oggi ci sono tecniche molto più efficaci.

Oggi il marketing politico più innovativo usa strumenti sofisticati per analizzare le reazioni in tempo reale di ogni singola parola, di ogni singolo concetto utilizzato in una campagna elettorale.

Quali sono le reazioni dei media, quali quelle dei blog, quali candidati sono i più discussi, commentati, cliccati? Quali sono gli impatti nei diversi Paesi nel mondo?
Tutto viene monitorato in tempo reale.

Political Streams è un un progetto che ci fa intuire tutte le potenzialità dell'analisi dinamica dell'attenzione attraverso il monitoraggio del "political lifestream".

via Social Media Research Blog

Red Alert MegaRemix 



Interessante mashup di cbshaw, che questa volta mette dentro il frullatore:

Jenny McCarthy -Playboy Model Playmate of the Year 1994 / Singled Out / WWF/ Scary Movie / Lingerie Bowl

George Takei- Star Trek Mr. Sulu USS Enterprise / Hiro Nakamura's father Kaito Nakamura on Heroes

JK Simmons - J. Jonah Jameson on Spiderman / Juno / Jennifer's Body

Peter Stormare - John Abruzzi on Prison Break / The Big Lebowski / Fargo "Oh Snap"

Gemma Atkinson - Hollyoaks: In the City / Let Loose / After Hours / I'm a Celebrity, Get Me Out of Here! / Soapstar Superstar

Ivana Milicevic - James Bond 007 Casino Royale / Ugly Betty / Chuck / Paycheck / Jerry Maguire

Gina Carano- Blood and Bone / Fight Girls / American Gladiators / Inside MMA

Randy Couture - Mandrake / UFC / Ground and Pound/ The Natural
Captain America

Tim Curry - The Rocky Horror Picture Show / Around the World in 50 Years 3D / The Adventures of Jimmy Neutron: Boy Genius"/A Sesame Street Christmas Carol/ Charlie's Angels / The Little Mermaid /Legend


Andrew Divoff - Black Friday / The Dead Matter / Magic Man / Lost / Indiana Jones and the Kingdom of the Crystal Skull

Jonathan Pryce - Clone / Bedtime Stories / G.I. Joe: Rise of Cobra /The Gift /Pirates of the Caribbean: At World's End / Pirates of the Caribbean: The Curse of the Black Pearl / Tomorrow Never Dies 007 James Bond

Autumn Reeser - The O.C. / Possessions / Lost Boys: The Tribe

Kelly Hu - Tribes of October / Dim Sum Funeral / The Tournament / Phineas and Ferb / X-Men 2

Additional Tags: Electronic Arts XBox 360 Playstation 3 PC RA3 C&C CNC VJ DVJ DVDJ Mega Mix Video Mix Mashup Remix Video Mash Up Video SL Serato 1.8 Scratch Live Virtual DJ Ms Pinky

C'è tanto, tanto lavoro.

Enjoy it.

Bad Practices 


All'università da tempo si utilizzano le storie di successo (case histories) per cercare di razionalizzare le "buone pratiche". Gli esempi concreti certamente riescono a facilitare l'apprendimento della teoria.

Nel campo della comunicazione interattiva, le cui pratiche sono costantemente in evoluzione, sarebbe importante anche analizzare gli insuccessi, le motivazioni per cui certe dinamiche non solo non hanno dato luogo agli esiti sperati, ma a volte, addirittura, si sono rilevate del tutto controproducenti.

Uscendo per un attimo dal tema specifico e allargando il discorso, mi viene da pensare che la vera causa di molti disastri che avvengono in Italia, non è tanto legata al fatto che si compiano errori, quanto all'esistenza di una cultura che penalizza l'errore e che porta alla deresponsabilizzazione e alla sua negazione anche di fronte all'evidenza.

Gli errori non sono sempre frutto di scelte sbagliate, dipendono talvolta da tanti altri fattori:
  • tempi non maturi
  • scarsa convinzione e fiducia nel progetto
  • sottovalutazione delle resistenze
  • errati presuposti iniziali
Non voglio entrare nel merito dei progressi scientifici nati da errori, troppo si è scritto a tal proposito, quanto sottolineare che una cultura della sperimentazione si può diffondere solo in ambienti nei quali l'errore viene vissuto come un'occasione di crescita.

Oggi una buona parte di "sperimentazione sui linguaggi, sui modelli di comunicazione, sulle dinamiche di interazione" si è forse spostata parzialmente dai blog agli strumenti di "microblogging", perché oggi chi fa innovazione sul web sente la necessità di confrontarsi, di esporre le proprie idee nel momento in cui si formano, contando sul fatto che in ambienti della rete ancora poco frequentati è possibile lasciarsi andare in una sorta di "brainstorming collettivo" che ha quale fine, la possibilità di apprendere attraverso, lo scambio e la condivisione degli errori.

Se analizziamo le ragioni di molte "crisi" di cui siamo stati recentemente testimoni in rete (Mosaico Arredamenti, Carrefour, per citarne due), possiamo comprenderne l'origine nell'incapacità di riconoscere un errore e trovare un rimedio.

Se ci fossero meno strumentalizzazioni, sarebbe più facile condividere le pratiche di insuccesso, questo parte sicuramente dalla capacità di ascoltare senza pregiudizi e da un maggiore rispetto degli altri.

La facilità di scrivere in rete spesso porta all'eccesso. Chi è stato a lungo in rete ha avuto modo di sperimentarlo. Riconoscerlo è già un passo importante.

Fonte dell'immagine

martedì, ottobre 07, 2008

Brand Camp: Brand Managers 


Un'altra straordinaria vignetta di Tom Fishburne. (clicca sulla foto per ingrandirla)

Personal Branding 



Le imprese sono fatte di persone. Le migliori imprese, stanno cercando di attrarre i migliori talenti.

L'employer branding è una pratica relativamente recente che "rappresenta l'insieme degli sforzi sostenuti da un'azienda volti a costruire e sviluppare la propria immagine aziendale sia sul mercato interno (retention: mantenimento dei dipendenti), sia sul mercato del lavoro (recruiting: reclutamento di nuove risorse), in modo che sia il brand a fidelizzare i soggetti che si riconoscono nella cultura aziendale."(Fonte Anna Maria Pomponi)

Di converso anche i migliori talenti stanno sviluppando la pratica del "personal branding" utilizzando efficacemente i social media.

In molti casi oggi ci sono persone che dal punto di vista delle "strategie innovative di branding " sono più avanti di molte imprese, ecco che i consigli di Gary Vaynerchuch rivolti alle persone in azienda, possono tranquillamente essere utili anche ai brand manager.

lunedì, ottobre 06, 2008

Microstatistiche 


Il palazzo in cui abito ha due scale, io abito alla scala B.

Nella nostra scala ci sono 12 piani e 23 famiglie.

Quest'anno il numero di copie di pagine gialle e pagine bianche non ritirate sono 11, quasi il 50%

L'anno scorso erano molte meno.

L'anno prossimo tengo nuovamente il conto anche se questa faccenda non significa nulla, oppure si.

domenica, ottobre 05, 2008

Dell'ascolto e della partecipazione evoluta in rete: riflessioni in libertà 


Come al solito, "il mondo della rete gira più velocemente".

Le imprese non hanno ancora metabolizzato la "cultura dell'ascolto" e le persone in rete sono già passate alla fase successiva.

Tutti i libri di marketing evidenziano con grande enfasi l'importanza dell'ascolto dei propri pubblici da parte di ogni impresa che vuole stare sul mercato, ma non è ancora chiaro il significato più profondo del termine.
Alcune imprese sono convinte di "ascoltare", ad esempio organizzando focus group e ricerche di mercato o addirittura per le imprese più innovative, progettando attività di analisi della "brand reputation", che ha lo scopo di comprendere cosa le persone in rete pensano di un'impresa, di una marca o di un prodotto.

L'attività di ascolto se svolta a livello episodico non può che portare ad una fotografia che potrebbe anche essere parziale e talvolta fuorviante.

L'ascolto costante si ha con la "frequentazione" degli stessi "luoghi" in cui gli interlocutori di una marca, amano "incontrarsi".

Ma questa frequentazione deve essere guadagnata e non può essere imposta come spesso accade con la comunicazione pubblicitaria. Ecco che l'ascolto più profondo è quello che si inserisce in una relazione.

Attraverso la creazione di una presenza costante in rete è possibile un ascolto continuo e partecipativo (consistent listening) che permette una reale comprensione ed un adattamento continuo.

Wikipedia ci offre un'interessante definizione del termine presenza, citando Ernesto De Martino.

La presenza, in senso antropologico, nella definizione di Ernesto De Martino, è intesa come la capacità di conservare nella coscienza le memorie e le esperienze necessarie per rispondere in modo adeguato ad una determinata situazione storica, partecipandovi attivamente attraverso l'iniziativa personale e andandovi oltre attraverso l'azione.

La presenza significa dunque esserci come persone dotate di senso, in un contesto dotato di senso.

Come uno studente non è pienamente presente se si trova a scuola solo per scaldare la sedia dietro ad un banco, allo stesso modo un'impresa non può essere considerata presente in rete solo perché "occupa uno spazio".

Conoscere per partecipare, partecipare per conoscere.

Ascoltare oggi significa seguire i diversi rivoli delle conversazioni, che hanno luogo in rete comprendere le differenti sfumature, i contesti, le intenzioni, ma anche prendere parte ai discorsi.

Ecco che nel marketing in rete viene a cadere ogni separazione tra fase analitica, fase strategica e fase operativa costringendoci a ridefinire molti dei termini che utilizziamo quotidianamente nel nostro lavoro, basti pensare al codice di condotta dell'Esomar che prevede una rigida separazione tra ricerca di marketing e attività di marketing diretto.

Fonte dell'immagine

giovedì, ottobre 02, 2008

Tv a lezione di Internet 


La tv generalista perde inesorabilmente spettatori a vantaggio della televisione tematica, i cui spettatori continuano a crescere.

Gli audiovisivi di rete, ma più in generale tutti i contenuti video on demand, consentono di scegliere e quindi offrono una maggiore rilevanza, ma anche una migliore reperibilità grazie ai motori di ricerca. Questo è molto importante in termini di esperienza di fruizione.

Una delle caratteristiche degli audiovisi di rete è la possibilità di essere inseriti (embedding) in blog, tumblr o altre piattaforme che consentono una riaggregazione di contenuti video (come Magnify) e quindi la creazione di playlist.

Generalmente una buona parte dei contenuti video visibili in rete hanno una durata limitata anche per esigenze tecniche (limiti di peso), ma spesso, come nel caso di lezioni universitarie, o presentazioni da conferenze la durata è più lunga.

Molte volte, è solo una ridotta porzione di video ad essere interessante, quando questo accade, si può segnalare l'intervallo temporale di interesse (guarda il video dal minuto 3.12 al 3.27), ma non è un'operazione comoda se svolta regolarmente. Ecco che un servizio come Splicd, (che io ho scherzosamente definito il Tivo di YouTube) consente di segnalare un video, permettendo di selezionare la parte di contenuto ritenuta rilevante, permettendo una fruizione ancora più rilevante degli audiovisivi di rete.

Su Internet si lavora anche sull'interfaccia e sull'esperienza, attraverso servizi come Cooliris, che permettono una visione in 3D dei contenuti (fotografici o video).

Appare del tutto evidente che la televisione tradizionale, se vorrà arrestare la diminuzione dei propri pubblici, dovrà ripensare se stessa e lavorare non solo sui contenuti, ma anche sulla tv experience.

Brand Camp: lezioni di brand equity 


Fonte: Tom Fishburne

Prove tecniche di tempesta 


Nei momenti di grande recessione, le imprese più lungimiranti investono sull'innovazione per essere pronte quando la sitazione economica si sarà stabilizzata.

Leggo in diversi forum che c'è grandissima preoccupazione tra i pubblicitari negli Stati Uniti soprattutto perché, come è noto, gli investimenti in comunicazione spesso sono i primi ad essere "rivisti" durante i periodi di crisi.

Le aziende lungimiranti nei periodi di recessione, tagliano gli sprechi e cercano soluzioni che portino a risultati effettivi, permettendo lo sviluppo di nuove strutture competitive (nuove agenzie), agili e aggressive.

Qualche segnale debole da osservare:
  • la selezione settimanale di Advertising Age dei migliori lavori creativi (Creativity Weekly) evidenzia la presenza di un numero crescente di agenzie di nuova generazione
  • in moltissimi casi, i video di successo distribuiti sui siti di videosharing non sono realizzati da strutture tradizionali
  • sempre più spesso alle conferenze importanti sull'advertising, vengono invitati relatori che non fanno parte del mondo tradizionale della pubblicità
Il mondo delle agenzie è consapevole che sarà colpito duramente dalla recessione, ma quelle migliori, quelle che si sapranno adattare, usciranno dalla crisi senza troppi danni.

Phil Johnson, scrive su Advertising Age, una serie di suggerimenti per le agenzie creative, una sorta di manuale di soppravvivenza.

Be agile.
The most agile agencies will win. They will learn to produce programs in days, not weeks and months. This will require breaking down moribund agency processes that get in the way of speed. We're indignant that people want great thinking and breakthrough creative on accelerated schedules. Those, however, who can respond quickly to critical business demands will excel.

Deliver savings. Success will also go to the agencies that can deliver less expensive programs by multiple factors. That doesn't mean cutting margins or cutting corners. It means exploring new ideas, and modifying old ones, that can be delivered at a fraction of the cost of traditional programs and that deliver results. Bet on those agencies that fully grasp the power of social media and can connect it to their clients' business strategies.

ROI. ROI. ROI. We're all talking about marketing accountability, but here is a bottom-line truth: Agencies that can show how marketing investments deliver a return that companies care about will do just fine.

Knowledge is power. Those of you who know your clients' business better than your clients know it themselves will have a decided advantage. Invest in deep domain expertise.

Best foot forward. In times of crisis, clients want and deserve the most senior attention from their agency. Reorient your delivery model, so that every client interaction includes the best thinkers and strategists from the agency. They will value you.

Don't succumb to temptation. Early on, I learned that bad times bring out bad behavior. Avoid those impulses at all costs. In the coming months, we will be competing against more agencies for scarcer pieces of business, and we may be tempted to play with sharp elbows. Play fair; we're often competing with our friends. Business owners cannot afford to be greedy. We need to take care of the staff and partners that helped us thrive in better times.

Le grandi agenzie di comunicazione dispongono di un buon numero di talenti ma hanno una grande necessità di rinnovarsi, per poterlo fare dovranno:
  • aprirsi al dibattito in modo aperto e pubblico
  • allargare le competenze
  • cominciare ad ascoltare di più
  • investire sulle persone, sulla loro formazione permanente
  • smettere di considerare gli studenti e gli stagisti come manodopera a basso costo
  • portare il management in rete in modo che impari ad utilizzarne gli strumenti
  • creare partnership e alleanze anche al di fuori dei gruppi a cui appartengono
  • avere più coraggio
I tempi di grandi turbolenze ambientali e caratterizzati dal cambiamento continuo, procurano tanti mal di testa, ma creano anche enormi opportunità, per chi saprà coglierle.

Fonte dell'immagine.

mercoledì, ottobre 01, 2008

L'altro lato dell'information overload 



Si dice che su Internet ci sia troppa informazione disponibile, tale da creare un "overload".

Se è vero che lo sviluppo della rete ha acconsentito alle persone di creare i propri palinsesti personalizzati, di scegliere le informazioni che preferiscono, di razionalizzare il processo di acquisto potendo comparare diverse offerte di un grande numero di fornitori potenziali, questo riequilibrio dell'assimetria informativa ha portato con sé anche la necessità di una maggiore responsabilizzazione delle persone.

Rispetto ai media tradizionali caratterizzati da palinsesti da "consumare" così come sono stati proposti dal "broadcaster", l'informazione, le relazioni, i contenuti "selezionati" in rete sono invece il frutto di scelte individuali.

Ecco che il problema dell'information overload, può essere visto da una prospettiva diversa. Capacità di selezionare le fonti e l'esistenza di adeguati filtri sono due elementi fondamentali per la gestione dell'informazione nell'era dell'abbondanza come ci ricorda Clay Shirky.

Invece di parlare di information overload, possiamo cominciare ad affrontare i temi della gestione della conoscenza (Knowledge Governance) e dell'apprendimento permamente (Permanent Learning).
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