lunedì, luglio 30, 2007

Buone Ferie da Marketing Usabile 



D'estate ogni testata giornalistica include una serie di giochi e contenuti triviali, possiamo noi che testata giornalistica non siamo, essere da meno?

In attesa di partire per le vacanze, Marketing Usabile, vi offre la possibilità di giocare e scoprire il volto del tenutario del vostro blog preferito ;)

Se siete capitati per caso o questo non è il vostro blog preferito, questa è un'occasione per mantenere il segreto.

Buone Ferie a tutti, ci ritroviamo qui a settembre.

Birds: l'esperimento continua a settembre 


L'esperimento Birds, verrà chiuso a settembre. Chi ha voglia di cimentarsi ha ancora un po' di tempo.

Birds: dalla consapevolezza alla volontà 



Dal blog One energy dream un contributo che cerca di portare avanti le riflessioni portate avanti da Titti Zingone, sulla consapevolezza. Il tema è quello della volonta di cambiamento, perchè la consapevolezza è sicuramente il primo passo, ma la volontà serve a superare gli ostacoli e a vincere le resistenze.

Il cambiamento si provoca, occorre agire come se fosse già in atto. Il movimento crea emozione e la vita premia l'azione. Ci vuole però un approccio pragmatico per scegliere le idee migliori, quelle che effettivamente funzionano e abbandonare le altre. Volontà e conoscenza sono due lati della stessa medaglia. Non dobbiamo dimenticare che abbiamo bisogno degli altri, per questo dobbiamo saper dare e saper chiedere. La cosa più importante è che tutto è ancora possibile, nessuna strada è preclusa. Il cambiamento offre quindi grandi opportunità per chi saprà coglierle.

domenica, luglio 29, 2007

Amarcord 


Catepol riprende l'idea di un Amarcord per gli oggetti di informatica posseduti durante l'infanzia. Mi scuso con l'ideatore del meme, ma non sono riuscito a risalire a lui.

L'idea è carina, ma io la devo interpretare a modo mio, essendo questo un blog di marketing.

Il mio Amarcord è la prima pagina di un mio articolo del 1999, pubblicato su WMT in cui scrivevo di marketing virale in tempi non sospetti, quando molti non se ne occupavano ancora ;)

Qualche maligno noterà che la mia foto è rimasta ancora la stessa.

Birds: vivere il web 



E' la volta di Antonio Patti che si cimenta con Birds, da una prospettiva ovviamente filosofica. La comunicazione, soprattutto sul web è un incontro tra persone. Per comunicare occorre comprendere, osservare, compatire e partecipare dei sentimenti del pubblico.

sabato, luglio 28, 2007

Microsensazione digitale 


Non è forte, è lievemente percettibile, è come una sensazione di benessere e di leggero struggimento.

Succede quando navigando per i servizi di videosharing mi imbatto in un bellissimo brano musicale che non avevo mai sentito o in un'interpretazione particolarmente appassionata, che devo assolutamente condividere.

Succede anche quando trovo in un blog un pensiero che non è il mio, ma è come se lo fosse. Solo che il mio giace ancora nella mia mente inespresso, mentre da altre parte è già strutturato e sviluppato molto meglio di come avrei potuto fare io.

Accade quando una mia nuova idea o un esperimento stimola qualcuno e le idee si diffondono leggermente e si arricchiscono, ad una velocità che nemmeno posso immaginare o quando mi imbatto in una conversazione appagante come un raggio solare di fine maggio.

E' una sensazione che ti fa pensare quanto possa essere bella la rete, perchè ci sono ancora persone che la rendono viva.

L'immagine è di Tjip De Jong.

Punti di vista 


l'immagine è di timlings

venerdì, luglio 27, 2007

Stairway to Heaven 

Nativi digitali 



I nativi digitali costringeranno a cambiare chi non lo vuole fare (Grazie).

Top Brands 2007 


Come ogni anno, suggerisco la lettura del report di Interbrand sui Top Brands 2007, visto che non l'ho fatto prima provvedo ora.

Ricordatevi di leggere bene le pagine dedicate ai Risers e ai Decliners.

E' una lettura molto istruttiva, ne riporto qui le conclusioni, ma il documento va letto interamente.

Birds: alla ricerca del valore di marca 



Anche Matteo, ha risposto alla mia sollecitazione con una presentazione da leggere e rileggere.
Dire, comunicare, enunciare non è più sufficiente. Fare branding vuol dire uscire nel mondo reale. Come out and play è un invito molto concreto. Smettila di dire ciò che sei e comincia a essere ciò che dici. Oggi essere passivi, reattivi è la migliore via per essere dimenticati.

giovedì, luglio 26, 2007

La nuova edizione del Master IDTV 

Sono aperte le pre-iscrizioni per il Master in Tv Digitale Interattiva dell'Università Statale di Milano, che avrà inizio il 5 novembre.

Quest'anno verrà posta molta enfasi sulla web tv e sulla mobile tv e sulla trasformazione dell'industria dei media, argomenti che troveranno ulteriori sviluppi in un nuovo master dedicato alla editoria 2.0 che verrà avviato nella primavera 2008

Questa sarà la quinta edizione a cui partecipo come docente. Tratterò come al solito gli argomenti legati all'evoluzione della pubblicità sulle televisioni digitali, ma amplierò molto la parte che ho introdotto l'anno scorso sui social media e sulla trasformazione del panorama mediale.

Vorrei che il mondo delle agenzie di comunicazione fosse maggiormente coinvolto, ma temo che come negli anni passati il mio invito verrà disatteso e di questo me ne dispiaccio molto, ma non voglio desistere.

Gli argomenti nuovi non mancheranno, parleremo degli audiovisivi di rete in modo nuovo, delle piattaforme come Joost, Babelgum e Veoh..., ma soprattutto dei nuovi paradigmi di marketing, ma da qui a novembre potrebbero ancora cambiare tante cose.

mercoledì, luglio 25, 2007

Birds: questione di consapevolezza 



Anche Titti Zingone ha raccolto la sfida di Birds.
Nella sua visione, l'innovazione è soprattutto questione di consapevolezza; senza di essa non succede nulla. Che si innovi oppure no, il mercato sta attento, per questo vale la pena "incontrare" il mercato, spiegando le ragioni del proprio valore distintivo. Si può puntare in alto è solo questione di volontà. Occorre tenere conto di tutti gli stakeholders non solo dei clienti. Il cambiamento infatti parte dall'interno e dalla condivisione dei valori di brand da parte di tutti i "portatori di interesse".

E' importante definire in modo chiaro la propria strategia di comunicazione, ma è ancora più importante agire conformemente ad essa. Ogni azione deve essere volta a creare e a rafforzare la propria reputazione, mostrando sempre il vero volto del brand e i propri valori.

La cosa più difficile non è cambiare, ma sviluppare la consapevolezza di volerlo fare, tutto il resto verrà di conseguenza.

Non esistono le piccole imprese 



Questo è il primo single di una nuova formazione, i Zero Bridge, la cui storia potete leggere direttamente qui o potete ascoltarli su My Space.

E' bello adottare un gruppo che sta muovendo i primi passi e seguirlo nel tempo, sicuramente più interessante delle puntate di Amici.

Ritengo che oggi ci siano grandi possibilità per una nuova marca, anche di una piccola impresa, per creare una base di affezionati fan che la potranno sostenere nel tempo.

I social media sono particolarmente adatti per le piccole imprese, che sono anche quelle maggiormente disinteressate all'innovazione in comunicazione.

E' un vero peccato che programmi di formazione, progetti speciali, completamente gratuiti, rivolti alle PMI vadano regolarmente deserti per mancanza di interesse.

Non esistono piccole imprese, esistono piccoli imprenditori.

martedì, luglio 24, 2007

Dimenticatevi le Crocs, io opto per le Dopie 


Ho sviluppato un talento speciale per le scarpe comode. Sembra sia stato il primo in assoluto in Italia a scoprire le Crocs, ora però sono passato a qualcosa di più adatto per l'estate, per questo dico, scordatevi le Crocs, io opto per le Dopie. Domani le ordino qui.

Arriveranno in Italia con notevole ritardo anche se Fashionblog ne ha già parlato, ma la moda non si è ancora diffusa.

Vedrete che qualche blogstar inizierà a sfoggiarle a qualche BarCamp scegliendo il colore verde acido (ne sono convinto).

Birds: la sfida creativa continua 



Anche Dr_Who ha raccolto la sfida di Birds.

Quella di Dr_Who è la visione dell'innovazione con la lente di ingrandimento. Perchè occorre conoscere molto bene il proprio territorio, analizzarne ogni dettaglio, verificando costantemente l'adeguatezza del proprio posizionamento all'interno dei diversi micromondi che lo caratterizzano.

I diversi sottomondi che sono abitati da persone differenti, richiedono una conoscenza delle diverse lingue parlate, essendo consapevoli che comunicare è fondamentale ma che ci sono tante altre cose da dover fare per garantire la propria sopravvivenza nel tempo.

Manager analogici a rischio? 

Il titolo dell'articolo è molto forte.

Digitally Deficient CMOs Need Not Apply


Ma anche i contenuti non sono da meno. L'autore certo non la manda a dire. Dura la vita per i manager analogici.

We are seeing that a surprisingly high percentage of CMOs are not compatible with the fast-arriving digital-marketing world, and this may explain the short average tenure that makes this the highest-risk C-level position.

Siete creativi? 



Fino ad esso, sembra che il mio esperimento su Slideshare riscuota un certo interesse. Le visite e il numero di persone che scaricano il template che ho proposto è davvero elevato.

Per ora solo Aquireal ha contribuito (ottimo nick molto in linea con il meme), ma altri mi hanno promesso che lo faranno presto.

Per me è anche un modo per comprendere le dinamiche specifiche di Slideshare, visto che ho l'abitudine di studiare in modo approfondito ogni nuovo ambiente in cui le persone possono interagire.

Si tratta di ben altro che una repository di presentazioni; si formano su Slideshare anche nuove idee e le persone si incontrano sulla base delle idee in forma differente da come avviene sui blog. Credo però che le sue potenzialità non si sono ancora mostrate interamente.

Attendo la fine dell'esperimento per formulare dei giudizi.

domenica, luglio 22, 2007

Birds: la sfida creativa 



Tutti noi crediamo alla condivisione del sapere.

Tra i diversi strumenti del web 2.0, sta avendo un grande successo Slideshare, come strumento per la condivisione delle nuove idee.

Molti pubblicano le loro presentazioni, con tante interessanti nuove idee.

Io credo a Slideshare anche come strumento per l’ascolto e per stimolare nuove idee, per questo dopo il successo del mio meme sulla pubblicità, ho lanciato Birds.

Mi hanno scritto tante persone, sembra che l'idea non dispiaccia.

Birds non è una presentazione, ma un invito a formulare nuove idee sul branding innovativo, utilizzando però i limiti di un template esistente. Questo ti costringe da una parte ad essere molto conciso perché hai poche slide a disposizione, dall’altra a circoscrivere la tua creatività alla metafora degli uccelli, (che ha ad esempio ispirato Hitchcock.) Avrei anche potuto scegliere un altro tema, ma da qualche parte bisogna pur incominciare.

E’ uno dei miei esperimenti, sarebbe bello se tu potessi partecipare o se mi aiutassi a diffonderlo. Obiettivo è la creazione di nuove presentazioni con nuove idee da rimettere in circolo a disposizione di tutti.

venerdì, luglio 20, 2007

Cloudscape 

La trappola delle competenze di marketing 


Le competenze sono un elemento molto importante in grado di contraddistinguere la professionalità di una persona, ma in alcuni casi possono essere una trappola, specie in un Paese altamente conservatore come l'Italia (Avevo già affrontato il tema, ma sento l'esigenza di ritornare sull'argomento).

Quando un'azienda deve assumere una persona o dare un incarico ad un consulente o ad un'agenzia di comunicazione/marketing, la tendenza è quella di insistere troppo sulle competenze acquisite, tralasciando gli atteggiamenti e le attitudini.

Quanti progetti ha già fatto nel campo delle fondazioni bancarie? Ha già lavorato nel settore farmaceutico?

In altri Paesi più evoluti come l'Inghilterra, le competenze assumono il giusto peso, ma si insiste molto anche sugli atteggiamenti e le attitudini.

Ha mai lavorato in un settore o azienda che richiede un approccio proattivo all'innovazione? Ha mai operato in una società estremamente orientata al cliente?

Il problema della eccessiva focalizzazione sulle competenze può portare ad una omogeneità di punti di vista e come si sa, è la differenza che crea ricchezza.

La fondazione bancaria continuerà ad assumere laureati in finanza aziendale all'Università Bocconi, che avranno ricevuto lo stesso tipo di formazione, mentre correre il rischio di considerare anche qualche outsider con un percorso formativo diverso potrebbe portare una ventata di freschezza. (Lo dice proprio un laureato all'Università Bocconi).

Forse è il caso di smettere di guardare il curriculum indagando su cosa abbia fatto il candidato in passato, meglio sarebbe cercare di capire cosa potrebbe fare in futuro.

L'immagine è di Tijp Dejong

Il costo dell'imitazione 


Ci sono dei costi che sono molto difficili da calcolare, altrimenti molte decisioni verrebbero prese in modo differente.

Uno di questi, è il costo dell'imitazione.

Apparentemente l'imitazione non dovrebbe avere alcun costo, copiare non costa nulla. Copiare una campagna di comunicazione altrui, copiare un'idea di prodotto, copiare uno slogan o un logo.

Invece il costo c'è ed è un tipico costo opportunità. Esiste sicuramente un effetto traino della visibilità del copiato sul copiante, ma è di breve periodo e limitato.

Sono convinto che in un periodo di forte frammentazione della domanda, come quello che caratterizza questa fase di mercato che stiamo vivendo, la domanda per prodotti originali sia forte e decisa nei mercati maturi.

Forse nel breve prodotti come i Cambozola che "plagiano" il nostro Gorgonzola, potranno anche avere buone prospettive di vendita, ma si situano strategicamente ben al di sotto delle commodities.

Sono anche dell'idea che attraverso i social media, una buona idea (originale) possa avere una grande forza propulsiva e premiare anche quelle società che sono dotate di coraggio e creatività ma di budget limitati.

Fonte dell'immagine: seguendo le indicazioni dell'autore del libro, non verrà indicata come di solito si usa fare qui, verrà utilizzata a scrocco.

giovedì, luglio 19, 2007

Mad World 

L'innovazione di marketing secondo me 


Ho rilasciato un'intervista al portale My Marketing.net, che riprendo qui sul blog, perchè vorrei confrontarmi con la Community dei blogger che si occupano di marketing sui diversi temi che abbiamo affrontato.

Leggendo il suo blog ci si imbatte spesso nella parola “Innovazione”. Cosa rappresenta per lei questo termine?

Se il talento è la capacità di utilizzare tutte le proprie potenzialità per costruire valore, ma anche la capacità di imparare dai propri errori, dalle proprie esperienze, per rendere concreta la propria visione del mondo, affinché possa essere utile agli altri, l’innovazione è la capacità di usare il proprio talento per vedere le “stesse cose” in un modo nuovo o per creare “nuove opportunità”. Innovazione e creatività sono per me due facce della stessa medaglia e che non devono mai essere viste in modo fine a se stesso, ma in funzione di specifici obiettivi. Se affrontiamo i temi della comunicazione e del marketing, oggetto di interesse del mio blog, l’innovazione può essere vista in molti modi. Può riguardare: le modalità con cui una marca si relaziona con i suoi pubblici e con l’ambiente in cui opera, la capacità di co-creare prodotti, servizi e significati insieme al proprio mercato di riferimento oppure più semplicemente la propensione ad abbracciare nuove logiche e nuovi strumenti di comunicazione e di ascolto.
Oggi innovare per un’azienda significa tra le altre cose sperimentare nuovi linguaggi e strumenti di comunicazione, imparare a cedere un po’ di controllo ai propri consumatori e non avere paura di lasciarsi andare. Innovare significa anche razionalizzare e riequilibrare le proprie scelte di comunicazione oggi forse eccessivamente troppo telecentriche.
Innovazione significa sviluppare la consapevolezza del fatto che la notorietà non è più un punto di arrivo, ma solo di partenza, perché un conto è essere riconosciuti, un altro invece è essere scelti.
Innovazione significa anche sapere ascoltare e valutare una nuova idea giudicandone la forza e l’impatto senza preoccuparsi troppo se è popolare, ma solo se è in grado di creare nuovo valore.
Innovazione significa saper distinguere tra cosa cambiare e cosa mantenere, perché non si può innovare rinnegando i propri valori e le proprie convinzioni. Quello dell’innovazione è un concetto vastissimo e ha implicazioni molto ampie difficilmente riassumibile in poche battute.

Cosa intende quando parla di rivoluzione silenziosa?

Mi riferisco soprattutto agli impatti della digitalizzazione dei media sul processo di relazione tra le imprese e i mercati e sull’evoluzione della comunicazione di impresa.
Ho sempre sostenuto che la diffusione di internet è una rivoluzione silenziosa perché alcuni effetti di questa diffusione hanno luogo anche fuori dalla rete.

Internet sta modificando l’assimetria informativa che ieri era a vantaggio delle aziende e oggi si sta riequilibrando progressivamente. Gli utenti oggi sono più informati, più esigenti e più consapevoli del valore della loro attenzione e fanno pesare questa nuova consapevolezza tutti giorni nei loro acquisti.

Più in generale, la progressiva digitalizzazione dei media, tra cui ora anche la televisione, sta decretando la morte del prime time e la nascita del my time, ovvero la liberazione dalla dittatura dei palinsesti. Tecnologie come il digital video recorder, il podcast o le net tv ma anche l’aggregatore di feed rss, permettono agli utenti di scegliere quando e come fruire dei loro contenuti preferiti, ma soprattutto consentono sempre di più di evitare di dover subire messaggi non graditi o ritenuti poco rilevanti con i loro interessi, bisogni, e quindi scegliere se e quando essere parte del processo di marketing delle imprese.

Il crescente successo dei cosiddetti social media (blog, wiki, strumenti di condivisione di immagini e video come Flickr e YouTube, rappresenta l’importanza dell’istanza di partecipazione e di condivisione da parte delle persone, che sono stanche di subire passivamente i messaggi (ad esempio di marketing) e che richiedono di potersi esprimere creativamente e di essere ascoltate.

“Nuovi strumenti, vecchie logiche”: come superare questa contraddizione?

Stiamo vivendo in un periodo di cambiamenti profondi, se li interpretassimo solo guardandone gli aspetti tecnologici rischieremmo di compiere un gravissimo errore. I paradigmi della comunicazione stanno mutando radicalmente. L’errore di usare nuovi strumenti con vecchie logiche lo abbiamo già vissuto tante volte in passato, non bisogna perseverare in questo.

Comunicare oggi più di prima, significa sviluppare una capacità di ascolto, di coinvolgimento dei propri pubblici e di dialogo, per questo il ruolo delle marche non è più limitato allo storytelling, ovvero alla capacità di creare un “racconto” che le renda desiderabili agli occhi dei propri pubblici, ma soprattutto di consentire ai clienti di plasmarle, facendole entrare nella loro vita reale di tutti i giorni. Per fare questo occorre comprendere che è il cliente che le possiede.

Per essere ancora più espliciti, la differenza tra vendere e far acquistare significa un ribaltamento a 360 gradi delle logiche di comunicazione. Ecco che il marketing deve tornare alle sue origini e fare quello che ha sempre promesso: di porre il cliente al centro, promessa fino ad ora sempre disattesa.

Quali saranno, secondo lei, gli sviluppi futuri del marketing digitale?

Gli sviluppi futuri del marketing digitale riguardano, dal mio punto di vista, la progressiva connessione delle persone e a breve delle cose, quello che qualcuno chiama Internet of things. Questo implicherà un’importanza crescente della comprensione delle modalità di come rendere ogni messaggio, ogni conversazione, ogni azione rilevante e appropriata per i diversi pubblici.

Auspico la diffusione di una nuova ecologia della comunicazione in cui l’inquinamento informativo verrà ridotto, per fare questo non occorre comunicare di più, ma meglio e soprattutto imparare a lasciare spazio e a creare fiducia.

Saranno sempre di più le persone attraverso sofisticati sistemi di comparazione e di rating a premiare la reputazione delle marche. Dalla qualità del contenuto, si dovrà necessariamente passare alla qualità del contatto.

Le tecnologie sono come è sempre stato, degli abilitatori, all’aumentare della potenza degli strumenti, deve necessariamente aumentare la consapevolezza dei rischi e delle opportunità degli stessi, per questo saranno necessarie nuove competenze. E’ inutile far salti in avanti, molto meglio usare correttamente le tecnologie disponibili al momento. Spesso la fuga in avanti è un alibi per fuggire dalle proprie responsabilità.

Il futuro del marketing digitale, dipenderà dalla qualità delle interazioni e quindi dal modo in cui le aziende sapranno motivare il personale nell’orientamento al cliente. Man mano che nuove tecnologie verranno immesse sul mercato ci si renderà conto che il fattore H (human) sarà sempre più importante. Ci renderemo conto che è inutile insistere sull’efficienza e sull’automazione trascurando la risorsa più importante in assoluto che sono le persone. Tutto il resto verrà a mio parere di conseguenza.

Ultimamente le conversazioni a cui sto partecipando in rete sono davvero stimolanti; i miei pensieri su molti argomenti si stanno formando grazie ai numerosi stimoli raccolti attraverso i blog.

La foto è di ILMO JOE

Architettura del Desiderio 

Il Desiderio è uno stato di affezione dell'io, consistente in un impulso volitivo diretto a un oggetto esterno, di cui si desidera la contemplazione oppure, più facilmente, il possesso.

La condizione propria al desiderio comporta per l'io sensazioni che possono essere dolorose o piacevoli, a seconda della soddisfazione o meno del desiderio stesso.

Dolore morale per la mancanza della persona amata o dell'oggetto o condizione di cui si ha assolutamente bisogno. Ma anche la gradevole e coinvolgente sensazione di poter presto rivivere un momento o situazione in qualche modo piacevole, che la mente riesce a rievocare in modi più o meno evanescenti e/o realistici rispetto alle percezioni dell'esperienza effettivamente vissuta.

(Da Wikipedia)

mercoledì, luglio 18, 2007

Second opinion 


A giudicare dalle immagini (via Imlog), le aziende che hanno creato queste isole avrebbero bisogno di una "seconda opinione".

Quando i nostri comportamenti rivelano i nostri pensieri 

Smettete di chiedere alle persone che cosa pensano di un prodotto o di una marca e cominciate ad ascoltare e osservare.

Una canzone triste 

La citazione di Marketing Usabile 

Primal Branding: un sistema di valori 

Come difendersi dal cambiamento 


E' guerra, nei confronti del nuovo che avanza. Ogni guerra ha le sue tecniche, questa l'abbiamo già vissuta tante volte. Si ripresenta esattamente come quella di dieci anni fa, quando si faceva di tutto per ostacolare la diffusione dell'utilizzo di internet nelle aziende, ma viene portata avanti per combattere ogni forma di rinnovamento in ogni ambito, economico, sociale e nell'informazione.

Le tecniche di difesa e di protezione delle status quo sono oramai note e anche la sua evoluzione.

Le fasi sono le seguenti:

  1. Ascoltare per la prima volta un nuovo concetto o una nuova idea e non capire di cosa diavolo si stia parlando
  2. Ridicolizzare il concetto perchè sembra davvero fuori di ogni logica e comunque non potrà funzionare, forse all'estero, ma qui da noi, mai.
  3. Verificare che l'idea sta cominciando ad attecchire, attaccarla, attaccarla, prima che si diffonda
  4. Ostacolare la nuova idea, noi qui non siamo preparati, qualcuno ci potrebbe rimettere il posto.
  5. Ridefinire le vecchie idee, i vecchi paradigmi con le nuove idee, affermare che queste cose si sono sempre fatte. Lanciare polemiche, meglio se sterili.
  6. Rebranding. Lanciare velocemente nuovi progetti, creare nuove strutture, che continuano a fare le stesse cose, ma con un "nome" nuovo.
  7. Farsi invitare ai convegni, rilasciare interviste per dimostrarsi paladini del nuovo, fino a nuovo allarme.
Anche questa volta l'abbiamo scampata.

Brand presence o brand intrusion? 


Quando parlo di Grandi Marche, lo faccio usando un tono affettivo. Sono marche che vengono scelte senza esitazione ogni giorno dalle persone.

le Grandi Marche si distinguono perchè stanno molto attente a non essere intrusive, perchè ritengono l'attenzione dei propri consumatori una risorsa scarsa.

Obiettivo delle Grandi Marche non è solo di comunicare i loro prodotti e differenziarsi dai concorrenti, ma di creare una "brand presence".

Si tratta di una presenza equilibrata che si armonizza con l'ambiente in grado di essere apprezzata.

Si dice che una donna sia veramente elegante se non si notano i suoi vestiti, ma se si può percepirne l'eleganza nel suo insieme. Parimenti un ambiente è confortevole se tutti gli elementi che lo caratterizzano (colore, stile dell'arredamento, temperatura, comfort, ecc ) appaiono nel suo insieme gradevoli per le persone che vi soggiornano.

Le Grandi Marche hanno smesso di ragionare in termini di campagne di comunicazione, perchè preferiscono oggi progettare la loro presenza di marca secondo un approccio olistico (non mi viene in mente un termine migliore).

La Coca Cola è un esempio eccellente di come una marca possa essere presente nella vita delle persone senza mai essere eccessiva o invadente. Rappresenta a torto o a ragione il simbolo della Grande Marca (ed è questo simbolo che qualche volta viene contestato, ma questo esula da questo discorso).



La settimana prossima ho in programma una serie di incontri per parlare di deep branding, di digital brand presence, ambienti digitali di brand, con alcune imprese. Sembra che questi concetti non siano più così futuribili, come poteva sembrare solo qualche mese fa. L'interesse sembra molto alto.

Tornerò sull'argomento, sempre che interessi. (Tranquilli non parlerò di Second Life)

martedì, luglio 17, 2007

This town, is a lonely town 



Il video è stato tolto da YouTube per violazione del copyright da parte di chi lo aveva postato.

Consumatori Devoti 



Anche io ho sempre ritenuto che la customer satisfaction non sia una corretta misura per la customer loyalty.

Ho molto apprezzato questa presentazione che parla di clienti devoti.

Enjoy.

Le grandi marche del largo consumo 

Ho avuto modo di confrontarmi nel corso degli anni con brand manager di grandi marche del largo consumo; sto parlando di Ferrero, P&G Uk, Unilever Uk, per fare qualche nome.

Questi grandi brand hanno un elemento comune. Non si sono avvicinati immediatamente alla rete e lo hanno fatto consapevolmente.

Tutti i brand manager mi hanno detto la stessa cosa: "non andremo su internet fintanto che non avremo compreso come creare valore per i nostri clienti".

Tutte queste marche sono oggi presenti in internet e il valore l'hanno trovato a giudicare dai progetti che hanno poi lanciato.

E' la costante ricerca del valore per i loro clienti attuali e potenziali che contraddistingue le grandi marche, quelle che non cedono all'hype e alle mode. Quelle che una volta che hanno compreso le peculiarità di un nuovo mezzo/ambiente/piattaforma, lo utilizzano con grande convinzione e determinazione, nel modo più appropriato.

Per questo sono grandi marche.

Metti il cappello sulla sedia 


Ma si, alla fine non è poi così difficile.

Vuoi far apparire il tuo brand "positivo"? Fai una campagna di raccolta fondi

Vuoi apparire cool? Apri una tua sede su Second Life.

Vuoi apparire 2.0? Invita i tuoi utenti a creare il tuo nuovo spot.

E' semplice, basta mettere il cappello sulla sedia, ma è meglio aggiungerci anche un ombrello, non si sa mai, in caso di pioggia potrebbe servire. E' sempre meglio essere preparati.

lunedì, luglio 16, 2007

Nuovi strumenti informativi 




Ogni giorno nascono nuovi strumenti per rendere sempre più ricca ed impattante l'informazione sul proprio blog.

Come è noto, si possono inserire a complemento dei propri post, foto, video, podcast, survey e diversi servizi attraverso i widgets.

Molto interessante è il servizio offerto da Many Eyes per la visualizzazione di grafici di diversa natura, dagli istogrammi alle nuvolette ecc. (via Mit Adverlab).

Utilizzare il servizio è molto semplice. Si sceglie un data set, si sceglie un tipo di visualizzazione, si customizza il look and feel e si pubblica.

Ecco che (ad esempio) i nostri dati di marketing appariranno molto meglio, sul nostro corporate blog.

La buona pubblicità 


Non è una grande scoperta. La buona pubblicità non viene skippata attraverso il DVR

C'è bisogno di eroi 


Sono momenti molto difficili per il nostro Paese. In politica, nelle città, sul lavoro ogni giorno ci sono buone occasioni per gettare la spugna.

In ogni ambito, le persone di buona volontà subiscono la frustrazione di vedere respinte e osteggiate le loro idee di miglioramento.

Si può fare finta di nulla, ma non è una buona soluzione. Si può anche alzare dei polveroni, come fa Beppe Grillo, ma alla fine la polemica si inserisce perfettamente nel rumore generale e serve davvero a poco.

Una persona o poche persone possono fare ben poco contro una cultura radicata, per questo è inutile combattere contro i mulini a vento. Per cambiare ci vuole la massa critica, per avere la massa critica, ci vuole la passione e l'entusiasmo, non la disperazione.

Per cambiare ci vogliono eroi positivi, che ci diano lo slancio e che ci dimostrano con il loro esempio che anche quello che sembra un destino segnato, può essere cambiato.

Per questo, io che non sono uno sportivo, seguo con grande passione le leggendarie imprese di Oscar Pistorius, pensando che se lui riesce a correre e vincere, anche noi potremo cambiare.

sabato, luglio 14, 2007

Blah Blah Full 

A-Style generation 


E' sempre stato così, perchè ora dovrebbe essere diverso?

Da sempre ogni generazione trova detestabili i gusti, soprattutto musicali, ma anche di abbigliamento, delle generazioni successive.

I Beatles, Elvis Presley sono oramai accettati dalle generazioni che li hanno trovati scandalosi, Marylin Manson scandalizza oggi solo i benpensanti, anche se per molti risulta difficile comprenderne il successo.

Oggi sono sicuro che qualcuno della mia generazione trovi eccessivo, di pessimo gusto e anche volgare, il mash up Love me or hate me che ho postato. (Lo trovo invece un ottimo "prodotto")

Sembra strano, ma ci sono tante persone che si occupano di comunicazione e non sanno cosa sia Facebook, Twitter, i mash up e quali siano i generi musicali emergenti.

Nel proprio privato ognuno legga e ascolti quello che preferisce, ma professionalmente abbiamo il dovere di essere informati e capire quali sono i contenuti, gli strumenti, gli argomenti di conversazione delle persone a cui ci rivolgiamo come comunicatori, per capirle e per entrare in sintonia con loro.

Abbiamo il dovere di provare i nuovi strumenti di comunicazione come utenti, non limitarci a leggerne qualcosa sulle riviste di divulgazione. (Poi qualcuno lo fa anche con grande passione, sia chiaro)

Vedendo alcune pubblicità che vengono trasmesse in televisione, si ha la netta sensazione che questo non succeda così regolarmente e che molti comunicatori abbiano perso "un giro". Ci sarà posto nel prossimo?

venerdì, luglio 13, 2007

Un tempo c'era il telespettatore 


L'immagine è di autumshild89

Love me or hate me 



Non c'entrano nulla l'una con gli altri, ma quando vengono "miscelati" creano un cocktail esplosivo.

Tv experience 

giovedì, luglio 12, 2007

Non solo conversazioni 


E' sicuramente vero che i mercati sono conversazioni, ma le aziende non possono solo conversare, devono necessariamente spiegare bene il loro punto di vista e che cosa hanno da offrire al mercato.

Per questo non posso che condividere il provocatorio e lucidissimo punto di vista di Adliterate.

L'immagine è stata reperita su Flickr.

Let's get fuzzy (once again) 



Vuoi vedere che a furia di ripetere qualche cosa succede? ;)

La rivoluzione silenziosa 


E' davvero strano. E' proprio vero che le idee sono nell'aria. Anche io l'ho definita la rivoluzione silenziosa, anche io ho usato le stesse parole di questo straordinario manifesto.

Il fatto che questa rivoluzione sia silenziosa, non significa che non ci saranno danni. Il dramma è che le persone che non vogliono cambiare non stanno solo facendo male a se stesse, ma soprattutto alle organizzazioni in cui sono inserite e in cui operano e soprattutto (è questo è gravissimo) alle future generazioni.

Quando se ne accorgeranno, la rivouzione silenziosa sarà terminata e per loro, sarà troppo tardi. Il vero problema è che quelle organizzazioni faranno molta fatica a recuperare il tempo perduto. La cosa triste è che questo non era davvero necessario.

mercoledì, luglio 11, 2007

Andando contro la corrente 

Un'altra grandiosa opera di Mattjin

Lavorare in periodi di forte cambiamento 


Chi si occupa di prodotti e processi innovativi sa bene che la verà difficolta, soprattutto in Paesi come l'Italia è vendere l'innovazione, non progettarla (ma questo credo di averlo già scritto).

Conosco diverse persone di cui ho grande stima, che utilizzano una buona parte del loro tempo professionale per demolire le forti resistenze al cambiamento nei contesti in cui lavorano e non passa giorno che momenti di entusiasmo si intervallano a momenti di grande sconforto. In questi momenti emergono tutti i dubbi.

Forse sono io che sbaglio, forse è troppo presto, forse non mi sono espresso chiaramente, forse i vantaggi di cambiare non sono stati ben spiegati, forse le persone si sentono minacciate e andrebbero rassicurate. Forse c'è una ragione che non mi è nota. Forse.

Ci sono alcune doti che occorre sviluppare quando si lavora in periodi caratterizzati da forte turbolenza ambientale:
  • caparbietà, occorre avere il coraggio di insistere
  • umiltà, occorre avere la pazienza di ascoltare
  • buon senso, occorre avere la capacità di desistere quando la resistenza è oltre misura
  • provvisorietà, occorre considerare le proprie idee provvisorie, valide finchè non verranno sostituite da idee migliori (è pericoloso innamorarsi di un'idea)
  • volontà di collaborazione, le prime donne non possono occuparsi di innovazione, l'innovazione è un processo che trae nutrimento solo in ambienti collaborativi
Una mia cara amica dice che gli innovatori devono avere uno spirito missionario, viste le gran sberle in faccia che si prendono quotidianamente, spesso i loro sforzi producono gli effetti in azienda, quando loro l'hanno abbandonata.

Fondamentalmente l'innovatore è una persona che ha tendenze masochiste e che ama soffrire, non ci sono altre spiegazioni di tipo razionale. In moltissimi casi l'innovatore insiste fintanto che esiste uno spiraglio di luce, oltrepassata una certa misura si adegua o cerca ambienti più favorevoli.

L'immagine è di Yazar

martedì, luglio 10, 2007

Lezioni di innovazione 

lunedì, luglio 09, 2007

Nuovi strumenti, vecchie logiche 


Da un po' di tempo i grandi gruppi editoriali stanno cercando di adeguarsi all'evoluzione del mercato pubblicitario, proponendo un "nuovo" formato: il video spot. Nell'immagine si può vederne un esempio ospitato dal sito di Repubblica.

Francamente non capisco le logiche con cui viene pianificato questo spot e vorrei porre ai centri media alcuni quesiti.
  1. perchè pianificare su un portale generalista un videospot, quando lo si potrebbe inserire gratuitamente su sistemi di videosharing (youtube, google video, libero video, brightcove, tuo video....)? In mancanza di sistemi di targetizzazione perchè pagare per audience non qualificate?
  2. Perchè pubblicare su un portale o su un sito editoriale il solito spot e non un contenuto adatto per i pubblici specifici della rete?
  3. A cosa serve un videospot sulla rete? Ancora awareness?
  4. Quando Google terminerà il periodo di trial dei preroll video, i centri media cominceranno finalmente a differenziare la comunicazione per target?
La storia è sempre la stessa: nuovi strumenti e vecchie logiche.

It's about courage 


Puoi incolpare le agenzie di pubblicità quanto vuoi accusandole di essere troppo conservative, ma alla fine il brief lo da il cliente ed è sempre il cliente che decide.

It's not the barriers at the top. It's about courage, and the courage starts at the bottom. I spend my time exalting people to have the courage of their own judgment, because there are very few ideas that are stopped because they're too wacky or wild by some senior person.

Credo proprio che valga la pena di ascoltare (leggere) le parole di Simon Clift, CMO di Unilever, vincitore di tre Grand Prix a Cannes.

Ain't no sunshine 



Wonder this time where she's gone,
Wonder if she's gone to stay
Ain't no sunshine when she's gone
And this house just ain't no home anytime she goes away.

Competizioni 



Si parla di competizioni, quando c'è quella esterna, sul mercato, per la conquista dei clienti e quella interna, in azienda, per la conquista di alleati per portare avanti il cambiamento, così osteggiato da chi "si ostina a non voler capire".

500 dubbi 

Non mi sento così sicuro (come molti blogger) di esprimere un giudizio negativo sulla nuova 500, sullo spot che ha un forte sapore di deja vu e che anche a chi è piaciuto lascia qualche dubbio.

Navigando fra i blog, non si leggono grosse stroncature, ma si avverte una sensazione di disagio e tanti dubbi.

Le opinioni sono discordanti, come è normale, ma quello che si respira nell'aria è fondamentalmente una critica all'incapacità di interpretare i sentimenti delle persone più sensibili.

Dubbio è infatti la parola ricorrente. Dubbio nei confronti dell'opulenza del lancio, dubbio per una strategia di prodotto che nasce già vecchia, non tanto per la legittima ispirazione al passato, ma per lo scollamento con la realtà. Non si può certo accusare i critici di essere prevenuti.

Le agenzie di pubblicità non si dimostrano oggi innovative per il solo fatto di consigliare ai loro clienti di aprire un blog o di utilizzare Second Life o gli spot virali, ma soprattutto se hanno la capacità di tornare a comunicare davvero, lasciando da parte gli effetti speciali e se qualche volte mostrano il coraggio di dire di no pronunciandolo forte.

mercoledì, luglio 04, 2007

Manuale del perfetto guastatore 


Il cambiamento non è automatico, non non è nemmeno facile, in azienda le resistenze al cambiamento sono all'ordine del giorno.

Chi si occupa di innovazione in azienda, opera con pazienza ed in silenzio, con tecniche da guastatore. L'obiettivo è rompere lo status quo, come spiega questo interessante articolo del Wall Street Journal.

Corruption 

Grand Prix di Cannes 


Visto che ho poteri divinatori, posso già prevedere con largo anticipo come andrà il Grand Prix di Cannes del 2008.

I risultati:

Anche quest'anno come negli ultimi dieci anni, gli italiani hanno vinto pochissimi premi

I commenti degli addetti ai lavori:

Anche quest'anno, come negli ultimi dieci anni, i creativi discutono polemicamente sulle ragioni delle mancate vittorie.

Ci troviamo l'anno prossimo per una nuova telecronaca.

I mercatini digitali 


Oggi mi sono imbattuto in questa foto di Michelangelo, che ho trovato su Flickr. Raffigura i mercatini di via Papiniano a Milano, niente a che vedere con Porta a Portese, ma ognuno fa un po' quello che può.

Mi ha colpito particolarmente la didascalia che Michelangelo ha inserito a corredo della foto.

"I mercati sono l'ultimo pozzo di autentica umanità che ci rimane, un teatro a cielo aperto dove va in scena ogni volta un'opera diversa nella quale diventiamo a nostro piacimento interpreti, sceneggiatori, registi o musicanti."

ai mercatini di via Papiniano, qualcuno cerca l'affare, altri invece semplicemente capi di abbigliamento a prezzi molto accessibili, altri ancora la possibilità di acquistare abiti "firmati".

In tutti i casi, l'occasione non è sempre evidente, occorre cercare, rovistare e in alcuni casi rinunciare e tornare un'altra volta.

Anche sul web ci sono i mercatini, sono quelli delle nuove idee. Per trovare occorre rovistare, perdere molto tempo, tra siti, blog, feed rss, slideshare, siti di videosharing ecc.

Come ai mercatini, con l'esercizio, alla fine la gente trova la fonte più interessante e abbandona quelle che offrono delle copie.

Anche la rete talvolta assume le sembianze di un mercatino, per chi è alla ricerca di nuovi trend o informazioni rilevanti per il proprio lavoro. Anche in rete l'informazione preziosa non è sempre in vista, ma va ricercata, rovistando qua e la.

Su Slideshare è possibile trovare nuove idee, nuovi concetti e metafore, ma anche tante imitazioni, lo stesso accade nei blog, su Flickr o YouTube.

Ecco che si scopre che al mercato una certa bancarella offre un numero maggiore di "occasioni" e si tende a ritornare e considerarla una "fonte valida".

martedì, luglio 03, 2007

Difendere le idee con i denti 


Non molto tempo fa, un noto pubblicitario, mi ha detto che occorre difendere ad ogni costo le proprie idee. Ci sono delle volte in cui forse ascoltare è meglio.

La vignetta è di Skydeck.

La valutazione finanziaria della reputazione 


Oggi solo qualche agenzia pubblicitaria di retroguardia, insiste nel parlare ancora di notorietà.

I mercati internazionali sono sempre più attenti alla reputazione di un brand, che sembra anche avere un valore di mercato, come spiega questo interessante articolo di Business Week

L'era dell'oblio 

Un gap da colmare 


Sto lavorando sulle prossime tendenze della comunicazione digitale per alcune società inglesi.

Per quanto concerne il mercato italiano devo evitare l'errore di proporre cose troppo innovative.

Ultimamente nel corso di una presentazione è piaciuta molto questa slide che ho proposto, in cui si sottolinea che l'analisi di una campagna di comunicazione integrata deve essere definita dall'esperienza dell'utente e non dalle intenzioni del marketer.

La slide è tratta da una presentazione di Jupiter che è stata fatta a Cannes nel mese di giugno del 2001.

Creatività e creativi 


Sono anni che i creativi, anche se non amano sentirsi definire tali, si interrogano su cosa sia creativo e cosa no.

Non ho invece visto un articolato dibattito sulle ragioni della creatività.

A cosa serve la creatività oggi? Come deve essere indirizzata? Sono cambiati le direzioni verso cui tendere?

L'immagine è di Why do you do, what you do.

Alla ricerca della brand visibility 


Mi scrive Mr White, per "sollecitare" una mia opinione sulla sua "incursione"a Cannes con l'operazione di guerrilla Blind Cannes, il cui obiettivo era di aumentare la notorietà di Ebola Industries in Italia e all'estero.

La domanda è ci sono riusciti? Può darsi. Ha funzionato? Dipende.

Se l'obiettivo è che qualche blog ne parli, che qualche testata giornalistica, ne scriva, allora l'operazione è da considerarsi positivamente. La domanda a cui invece non so rispondere e se questo aumenti la "desiderabilità di lavorare con Ebola Industries."

Da tempo sono molto scettico sul concetto di "notorietà", visibilità, perchè li ritengo una condizione necessaria ma non sufficiente in tutti i progetti di comunicazione.

L'esperienza delle dot.com ci ha insegnato che aziende che hanno investito tanto solo sulla notorietà sono fallite, perchè per dirla con Marc Gobè: un conto è essere visti, un altro essere desiderati.
L'operazione di Mr White assomiglia a quella del fan di una bellissima modella, che per un caso fortuito è riuscito a rubarle un bacio. E' un successo? Per molti si, ma se l'obiettivo era invece farsi amare da lei, è evidente che siamo ovviamente ancora lontani.

Se dovessi, veramente esprimere un giudizio sull'incursione a Cannes di Ebola Industries, lo sospenderei, perchè mi verrebbe prima da chiedere: SO WHAT?

Come ho più volte scritto, non sono davvero contrario alle operazioni di guerrilla marketing, ma solo se inserite in una strategia più ampia, solo se non sono alla ricerca di visibilità fine a se stessa.

Il nostro lavoro non è infatti di rendere visibile un brand, ma quello di renderlo desiderabile. If you really love me, buy my products.

Nell'immagine: The stolen kiss, Jean Honorè Fragonard, Museo dell'Hermitage, San Pietroburgo
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