martedì, ottobre 31, 2006

Il sesso funziona sempre (quando non si hanno argomenti) 

La foto è di Métrogirl

Web Marketing fungibile 

Ho organizzato il mio primo convegno di web marketing nel 1996, il primo corso di web marketing nel 1997, da allora ho collezionato diverse centinaia di ore di formazione in aula sugli argomenti più vari del marketing digitale e pubblicità interattiva su tutte le piattaforme (internet, mobile, tv digitali, ecc).

Dai miei primi corsi è cambiato davvero tanto, eppure trovo oggi in rete pubblicizzati dei corsi di web marketing, con gli stessi identici contenuti di cui si discuteva dieci anni fa.

Alcuni contenuti di questi corsi, risalgono ai tempi di Web Marketing Tools. (rivista oramai storica che ha precorso i tempi sui temi del marketing digitale).

Sarà forse per questo che vedo on line, tante strategie di comunicazione così fungibili, così uguali tra di loro.

Innovare significa rompere gli schemi 

E' difficile innovare, e ancora più difficile comunicare l'innovazione.

Spesso l'innovazione ha luogo rompendo gli schemi, creando nuovi paradigmi, ripensando le logiche competive in un settore.

Questo è il messaggio che ci lancia Thomas Ordahl in questo interessante articolo.

Rompere le regole del gioco è un po' la filosofia di Tina Turner, tanto è vero che a questo "mantra" ha dedicato il titolo di un CD.

To blog or not to blog 

Faccio fatica a comprendere l'insistenza di molti miei colleghi, stimati professionisti affinchè le aziende si dotino di un blog, quasi fossero evangelisti o rappresentanti di "Blog Incorporated".

Non capisco neanche quale sia il loro vantaggio nel fare consulenza per l'apertura di un blog e per offrirne l'infrastruttura, visto che ci sono così tante valide alternative a buon mercato.

Nei miei seminari o ai miei clienti suggerisco di aprire un blog, solo se sono pronti per farlo, ma dico anche che una volta che ho spiegato loro come farlo, devono fare pratica da soli, perchè nulla è meglio dell'esperienza diretta (errori compresi).

Ci sono poi altri professionisti che si propongono di scrivere sul blog per conto terzi, il risultato sarà una comunicazione anche professionale, ma priva di emozione e pathos

Ci sono aziende e ne sono convinto che non solo non hanno bisogno di un blog, ma che se lo aprissero si troverebbero tra le mani un boomerang.

Sono sempre più scettico quando vedo anteporre gli strumenti alla strategia. So che ne avevo già scritto, ma il dubbio mi rimane.

Credits per l'immagine: Sprucemtsurplus

lunedì, ottobre 30, 2006

Si fa presto a dire posizionamento 

Il posizionamento, non cambia la sostanza delle cose.

Il futuro della comunicazione digitale 

La comunicazione emozionale 


Una sapiente miscela di atteso e di inaspettato.

La foto è di KaZiSh

Evoluzione del marketing ed ovulazione 

Il marketing deve diventare più emozionale se vuole recuperare un rapporto in molti casi problematico con chi acquista oggi prodotti e servizi, divenuto (giustamente) più esigente.

Il marketing tuttavia deve diventare al contempo più preciso e scientifico e la comunicazione più rilevante perchè in molti casi, si continua a sparare nel mucchio utilizzando bazooka. Il risultato è quello di infastidire le persone che vengono letteralmente bombardate da offerte, comunicazioni ritenute irrilevanti e poco interessanti.

Si lavora sempre di più su metodi sempre più raffinati per segmentare la domanda, na si dovrebbe lavorare di più sul time to communication.

E' un concetto che si può spiegare con un'analogia mutuata dall'anatomia. Parliamo quindi di ovulazione.

Quale è il periodo più adatto per avere un figlio? (O eventualmente per non averlo?). Conoscere il momento in cui l'ovulazione avrà luogo significa aumentare le probabilità in cui una donna ha le più alte probabilità di rimanere incinta o in cui la probabilità è minima, se l'obiettivo è la contraccezione.

Il time to communication è l'analisi della finestra temporale in cui un messaggio ha la maggiore probabilità di essere attrattivo per uno o più segmenti di utenza con cui un'impresa o un'organizzazione vuole entrare in contatto.

Questo significa che un marketing più scientifico, si propone, attraverso i mezzi digitali di migliorare:
  1. le tecniche di segmentazione
  2. le opportunità di contestualizzazione
  3. le tecniche di progettazione del messaggio e della sua distribuzione
  4. le tecniche di misurazione di efficacia
Su questi temi sto cercando di confrontarmi con le agenzie di comunicazione, per aiutare loro a definire nuovi strumenti per rendere la loro comunicazione sempre più performante.

Credits per l'immagine: Al Femminile.

domenica, ottobre 29, 2006

Come fare una pubblicità di grande successo 

sabato, ottobre 28, 2006

Il tocco femminile 

giovedì, ottobre 26, 2006

Il webmarketing esperienziale italiano 

Lo ha già segnalato Ninjamarketing, complimenti a loro e a tutti i collaboratori per il progetto web Fichimori, per il meritato premio vinto per Tarantaindacasa eccellente esempio di web marketing esperienziale, inserito in un progetto di comunicazione integrata.

Al progetto è stato assegnato il premio Web Marketing de l'Italian Web Awards 2006, i dettagli li trovate qui e qui

E' un progetto all'apparenza semplice, ma estremamente curato nei dettagli, grazie ad una colonna sonora suggestiva di Stefano Miele.

E' la dimostrazione che quando l'idea è forte non sono necessari effetti speciali.

La grande sfida delle web television 

Da una parte ci sono i mega investimenti dei broadcaster per la transizione al digitale, dall'altra una miriade di nuovi soggetti che stanno cominciando ad utilizzare il web per progetti neotelevisivi.

Ne parlo domani alle ore 16.00 ad un seminario del Consorzio Dite, all'Università Statale di Milano, presso l'aula Sigma del Dipartimento di Scienze dell'Informazione di Milano in via Comelico 39/41

Se passate di li, vi saluto volentieri.

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Differenziare per target 



Credits per l'immagine: Polledemaagt

Il vero marketing virale 




Qualche video divertente non costituisce una strategia di marketing virale.

L'insieme di utilizzo di internet, televisione, product placement, street marketing e ambient advertising possono creare sinergicamente una comunicazione di impatto.

42 Below Wodka è un brand che usa la comunicazione integrata.

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I video virali ed il marketing 

Sono oramai molti quelli che hanno scoperto l'utilizzo dei video virali, tanto è vero che diversi blog e siti, si sono specializzati nel classificare, catalogare o semplicemente mostrare campagne pubblicitarie divertenti, o video appositamente progettati per essere guardati e possibilmente inviati ad altre persone. Richard Dawkins parlerebbe di produzione di memi.

il web è stato letteralmente invaso da questa "nuova?" forma di comunicazione. Il risultato è a mio parere, che ben presto ci sarà una saturazione ed un processo di autoselezione. Solo pochi video riusciranno ad essere realmente virali.

Basta guardare su YouTube, il numero di contributi video che sono visitati da pochissime persone, per non dire da nessuno, sono la maggioranza.

Il web è un ambiente estremamente competitivo, la creatività fine a se stessa, porta a risultati di breve periodo se non è inserita in una strategia di comunicazione che dura nel tempo.

La foto è tratta da Flickr

La nuova pubblicità per il web 



Si stanno diffondendo sempre di più, sistemi di diffusione degli audiovisivi di rete, come YouTube, o Google Video, Libero Video, che a breve potrebbero incorporare la pubblicità nel video.

Il dibattito in corso è se la pubblicità debba essere contestuale come nel caso di Google, oppure possa essere di tipo Pre Roll.

In questo video, Brian Haven, senior analyst di Forrester Research ritiene questa forma di inserimento non idonea, perchè è importante che le pubblicità abbiano una qualche forma di relazione contestuale con il video.

Le opinioni degli operatori sono equamente distribuite tra le due correnti di pensiero.

Per quanto mi concerne, non ancora ho sufficienti elementi per potere esprimere un giudizio. Sto testando diversi nuovi modelli.

mercoledì, ottobre 25, 2006

Per una migliore pubblicità on line 

Per una migliore efficacia della pubblicità on line, le aziende dovrebbero assegnare un budget specifico al test di creatività e aumentare gli investimenti sulla creatività il cui livello di burn out è rapidamente salito nell'ultimo anno. (rappresenta il numero massimo di esposizioni, oltre il quale l'efficacia di una singola creatività comincia a calare).

Per quanto concerne la pianificazione su Google, le tecniche si sono molto evolute. All'Emetrics Summit di Washington Google ha annunciato il lancio Website Optimizer, un tool ancora in beta, che ha lo scopo di aiutare gli investitori pubblicitari a condurre test su differenti landing page, per determinare, quale di queste è più performante e porta al numero maggiore di conversioni.

Attraverso il nuovo tool di Google, si possono testare le creatività, i messaggi o le immagini e verificare in tempo reale la variazione nelle visite.

Ne parlano qui, qui e qui

Questi test io li conducevo quando facevo pianificazioni on line, ma non disponevo di strumenti così sofisticati. Sono certo che il tool darà un booster a nuovi investimenti sul web

Web Advertising quale crescita? 

A tendere i mercati tendono quasi sempre a stabilizzarsi. Non so quanto ci vorrà, ma gli investimenti pubblicitari prima o poi seguiranno l'evoluzione del tempo speso su ogni medium, ciò significa che il web advertising si svilupperà ancora.

La pubblicità on line è cresciuta, ma non come avrebbe dovuto, la creatività per il web è ancora ai primordi così come le tecniche di pianificazione sono ancora le stesse di oltre sei/sette anni fa, quando mi occupavo di pianificazione media.

Non sto vedendo sul web campagne particolarmente innovative, anche perchè è notorio, nei centri media si fa poca formazione.

Dove invece ci sono state grosse evoluzioni è sul mercato del search engine marketing, grazie all'innovazione costante delle agenzie leader che si recano spesso all'estero per aggiornare le tecniche di pianificazione.

A breve avrà luogo l'oramai tradizionale appuntamento dello IAB FORUM, sarà sicuramente molto affollato, spero che sia un'occasione di confronto e non solamente di autocelebrazioni, perchè il mercato della pubblicità on line non ha più le sembianze della cenerentola.

In un'intervista Layla Pavone, ha dichiarato che quando ha incominciato ad operare in questo mercato, (me lo ricordo molto bene, abbiamo fatto insieme la prima conferenza sulla pubblicità on line nel 1997) internet si doveva difendere dalla televisione, ora sempre che succeda il contrario.

Purtroppo le pianificazioni on line e quelle off line viaggiano ancora a compartimenti stagni; di campagne integrate realmente multimediali praticamente non se ne vedono. Anche i sistemi di misurazione devono evolvere, si misura poco e male, anche se gli strumenti ci sono.

Dobbiamo dire che il mercato è ancora troppo piccolo, per farlo crescere tutte gli operatori dovranno aggiornarsi per raggiungere quel livello di professionalità che caratterizza la pubblicità televisiva. Le nuove tecniche di pianificazione devono raggiungere una più ampia diffusione.

martedì, ottobre 24, 2006

Web Advertising e Search Engine 



Voi guardate la lezione del professor Hal Varian, su web advertising e search engine, che poi ne parliamo.

Che cosa è il budget? 

Mi capita sempre più sovente di sentire aziende che vorrebbero fare attività di marketing e di fronte agli investimenti che devono affrontare, mi dicono candidamente che non c'è budget sufficiente per quella attività.

So bene che la frase è da intendersi, noi vogliamo fare quella attività, ma non vogliamo spendere la cifra che ci viene chiesta. In quel caso, la soluzione è semplice, o si ridimensionano gli obiettivi o si riduce la qualità.

Dire non c'è budget per un'attività, significa avere sottovaluto l'attività da fare o avere sbagliato la pianificazione.

Per chi ancora non conoscesse il significato del termine budget, la definizione la può trovare qui.

L'immagine è di Bestclips

Il futuro 

I nostri pensieri, determinano il nostro futuro.

lunedì, ottobre 23, 2006

Marketing Digitale per il settore farmaceutico 

La liberalizzazione dell'attività legata alla vendita dei farmaci sta modificando i paradigmi della comunicazione per il comparto farmaceutico.

La gran parte della comunicazione on line nel settore farmaceutico è ai primordi nel nostro Paese, le opportunità della rete sono quindi tutte da sfruttare.

Il marketing digitale per il settore farmaceutico è l'oggetto del mio corso di domani, all'Associazione Italiana Marketing, rivolto ai ricercatori di mercato del farmaceutico.

Tranquilli non parlerò dello spam del Viagra, ma di comunicazione interattiva innovativa.

Ne approfitterò per chiedere ai discenti come mai i prodotti farmaceutici da banco in Italia sono così cari.

sabato, ottobre 21, 2006



L'università di Berkley si apre al mondo, pubblicando su Google Video, diverse lezioni.

Capita quindi a proposito la lezione dal titolo: Intellectual Property and search, ovvero quali equilibri tra diffusione della cultura e protezione della proprietà intellettuale?

Tornerò nuovamente sull'argomento. Stay Tuned.

La riscoperta degli artigiani 

Uno degli effetti economici della grande distribuzione è la razionalizzazione della vendita dei prodotti e la conseguente diminuzione dei prezzi per effetto delle economie di scala.

I supermercati hanno provocato la chiusura di molti piccoli negozi non più competivi.

L'apertura di nuovi supermercati e la concorrenza all'interno grande distribuzione organizzata, ha provocato una guerra dei prezzi ed una rincorsa all'abbattimento dei prezzi di acquisto.

Una delle conseguenze di ciò è la progressiva diminuzione della qualità, tanto che la frutta e la verdura di molti supermercati è quasi non più commestibile.
Molte persone sono tornate al piccolo negozio e al mercato rionale.

La stessa cosa sta succedendo con l'informazione e con i servizi. Vediamo due esempi.

  1. Attraverso Google News posso ottenere tante informazioni aggregate in modo automatico, ma senza alcun controllo di qualità.
  2. Con alcuni servizi di invio automatico di press release, è possibile inviare un comunicato stampa a migliaia di giornalisti, ma questo spesso risulta poco efficace se si cominciano a misurare i risultati.
In questa corsa al risparmio, la qualità sta scendendo a livelli così scadenti, che molti si renderanno conto che è meglio spendere qualcosa in più e tornare dagli "artigiani" in qualsiasi ambito economico, quando il risparmio non è reale.

Nella foto: Il fruttivendolo Flli Galantino a Milano (i gioiellieri della frutta)

A cosa serve l'innovazione 

Sono un consulente di innovazione, lavorò su quello che verrà.

Una cara amica mi ha detto che chi fa innovazione è un potenziale martire, credo che abbia davvero ragione, ma ci sono anche i lati positivi.

Qualche giorno fa ho tenuto un corso di marketing digitale turistico avanzato ed uno dei discenti, consulente anche lui, non ha trovato nulla di meglio che pubblicare il mio materiale, protetto da copyright sul suo blog, spacciandolo per suo.

A parte la difesa per plagio, credo sia necessaria quella strategica.

Ultimamente vado molto spesso in giro per conferenze come relatore, ma le cose di cui parlo, possono essere nuove per le audience che mi ascoltano, ma sicuramente non per me.

La continua esplorazione di tendenze del nuovo marketing e della comunicazione, mi garantisce dal plagio, nella misura in cui, nel momento in cui divulgo qualcosa, sono già passato a lavorare su cose nuove.

L'innovazione è molto faticosa, ma come diceva Shumpeter, crea una "distruzione creatrice".

The brand ! 

Co-branding 

La cultura della bella figura (sempre) 

Un'altra esilarante vignetta di Doug Savage

venerdì, ottobre 20, 2006

Digital Content Summit - Economist (seconda parte) 

Al Digital Content Summit, Emilio Pucci, ha descritto un mondo, quello mediale in grande evoluzione, tanto da rendere difficile ogni classificazione.

Che cosa è una media company? Quali relazioni ci sono tra connessioni e contenuti, quale lo sviluppo della convergenza tra piattaforme e device?

Emilio Pucci, ha descritto quattro processi irriversibili ed molto importanti di questa evoluzione:

  1. incremento della capacità trasmissiva a costi decrescenti
  2. diffusione crescente di banda larga fissa e mobile trainate soprattutto dalle tecnologie del risparmio come voip e filesharing più che dai contenuti
  3. interoperabilità tra reti trasmissive
  4. evoluzione convergente di hardware e software
Assistiamo oggi ad una vera rivoluzione, perchè se negli anni 80 si ha avuto uno sviluppo del mercato che ha sancito la nascita delle tv commerciali, passando dall'era della scarsità mediale a quello dell'abbondanza, questo processo era pur sempre controllato e limitato ad un numero "finito" di soggetti anche se ampio.

Oggi invece, secondo Pucci, il mercato è alterato, poichè cambia la catena del valore nei mercati televisivi e neotelevisivi e cambia anche il ruolo dei soggetti.

Sono tre i principali ambiti di cambiamento:
  1. la pubblicazione dei contenuti
  2. la comunicazione interpersonale
  3. il trattamento del documento
Il processo di convergenza ha collassato le tre funzioni che ora stanno rinnovando profondamente i mercati dei contenuti, quello delle telecomunicazioni e quello dell'accesso dando forma a nuovi sistemi di offerta di cui cominciamo a vedere i primi esempi.

Pucci si interroga su cosa sia oggi la televisione. Da tempo io ho risolto la questione, parlando di televisioni al plurale.

Continua

Digital Content Summit - Economist (prima parte) 

Ho partecipato come relatore al Digital Content Summit organizzato da Economist Conferences, una giornata molto intensa di analisi sul futuro dei modelli di business dei contenuti digitali.

Vorrei riportare gli interventi più significativi, scegliendo quelli di scenario, per potere successivamente fare qualche riflessione.

Nel mio intervento, che ha aperto i lavori, mi sono concentrato sulla "morte" del concetto di prime time, visto come appuntamento fisso con i media, sostituito dal concetto di my time, un mind set relativo ai momenti in cui un utente decide di prestare la sua attenzione ad un contenuto distribuito attraverso una determinata piattaforma e fruito attraverso un determinato device.

Il my time, può essere lo spazio di attesa all'aereoporto, un percorso in metropolitana oppure la pausa pranzo in ufficio.

Ho evidenziato il ruolo sempre più attivo dell'utente non solo nella fruizione dei contenuti, ma anche nella loro manipolazione (un concetto ben espresso nell'intervento di Emilio Pucci)

Ho approfondito il tema dei contenuti on demand e ho cercato di spiegare la differenza tra la convergenza tra piattaforme e device e la divergenza nei contenuti, illustrando il caso di Rifletto, progetto di comunicazione multicanale, che si rivolge attraverso la free press, il sito web e la web tv, a pubblici differenti, offrendo esperienze di fruizione differenti.

Ho concluso l'intervento con lo slogan, my time, my content my device, sottolineando l'importanza dell'analisi puntuale dei differenti contesti di fruizione.

Continua

giovedì, ottobre 19, 2006

Parole scomode 

Ho partecipato ieri come relatore al Convegno di Ambiente digitale sulle tv locali.

Credo che le mie parole siano risultate molto scomode e che non siano state ascoltate.

Le tv locali lamentano di essere schiacciate dal duopolio Rai-Mediaset, ma soprattutto dalla concorrenza della RAI in ambito locale (leggi Rai 3).

Ritengono che gli investimenti per la transizione al digitale saranno per loro eccessivi a fronte di un futuro estremamente incerto.

Ho fatto notare (così come lo aveva già fatto qualche altro relatore) che:

1) molta parte della loro utenza potenziale non guarda più la tv, per questo farebbero meglio a presidiare meglio i new media e sfruttare a pieno le opportunità di internet

2) le revenue pubblicitarie non copriranno tutti i costi, vale quindi la pena di seguire l'esempio di Tf1, i cui ricavi sono per oltre il 51% non pubblicitari

3) la multicanalità dovrebbe consentire di sfruttare meglio i loro programmi che dovrebbero essere distribuiti in modalità differenti e non solo andare on air.


Non credo di aver detto cose sconvolgenti, eppure credo che la tv locale sia un grande patrimonio per il nostro Paese, ma che se vorrà sopravvivere dovrà differenziare il proprio approccio ai contenuti.
Non è solo il segnale che deve diventare digitale, ma soprattutto l'approccio.

martedì, ottobre 17, 2006

Ogni volta sarà diverso 

Tu, verrai con me? 

La ricerca di base 



Con la logica di breve periodo non si fa più ricerca di base. Tutta la ricerca è applicata o finanziata dal mondo del business.

Mi viene in mente la transizione alla tv digitale nel nostro Paese e mi sento mancare.

La rivoluzione tolemaica 


> spazio autocritica <

Il blog è il centro del mondo. L'ombelico del mondo, quindi mi guardo l'ombelico.

Si credo ancora alla comunicazione digitale, alle reti di persone, ma facciamo in modo che l'informazione giri e che non si creino gruppetti autoreferenziali di blogger.

Qui occorre aprire, organizzare eventi dove l'innovazione venga comunicata ai grandi pubblici.

Su dai, la conferenza non è stata un successo, le critiche erano anche giustificate, ma ora facciamo un passo avanti , perchè sotto sotto, sono convinto che l'idea del digital divide, a qualche blogstar piaccia davvero tanto.

Per questa ragione, questo mese sarò molto presente come relatore in diverse conferenze, perchè mettiamocelo in testa, la maggior parte dei nostri interlocutori non leggono i blog.

Ecco perchè è importante anche saper spegnere il pc e uscire tra i comuni mortali.

> fine dell'autocritica <

Internet killed the video star 

lunedì, ottobre 16, 2006

I blog, una questione di misure? 


"Più link hai e più sei influente." Sembra che questa affermazione non sia assolutamente condivisa.

Neanche all'apparenza è questione di misure. Size does not matter it is a question of quality.

Credits per la foto: Magic Robot

Quale futuro digitale per le tv locali? 

Questo sarà il tema centrale del mio intervento al convegno organizzato da Ambiente Digitale e da Fondazione Ugo Bordoni, dal titolo: "valorizzare il patrimonio delle tv digitali".

Il Convegno avrà luogo a Roma, il giorno 18 ottobre 2006 alla sala Tirreno, della Regione Lazio e ha il patrocinio del Ministero delle Telecomunicazioni.

Non parlerò questa volta di formati pubblicitari interattivi per le tv digitali, perchè ci sarà un altro relatore che affronterà l'argomento.

Mi concentrerò sulla sfida relativa ai nuovi modelli di business che le tv locali stanno per affrontare, evidenziando l'importanza della multicanalità e dei nuovi modelli di fruizione dei contenuti digitali.

Qui trovate il programma, qui invece potete iscrivervi.

domenica, ottobre 15, 2006

Le affinità digitali 

Tra il 1808 ed il 1809, Goethe, scriveva "Le affinità elettive", un grande capolavoro della letteratura moderna.

A distanza di quasi due secoli, si formano oggi ogni giorno "affinità digitali", che si fondano su un'attrazione magnetica tra menti, che condividono idee, pensieri e stati mentali.

Nessun grande scrittore della nostra epoca è riuscito a mio parere a descrivere questo legame di "complicità spirituale" che lega una costellazione di anime sparse, accomunate da un "sentire comune".

Si è molto scritto di comunità digitali, ma molto meno di comunità di pensiero, che ad esempio legano uno o più blogger che sentono le loro menti vibrare alla stessa frequenza.

Non conosco Mattjin, e lui non ha mai sentito parlare di me, tranne per qualche commento lasciato fugacemente sul suo spazio su flickr alle sue grandiose opere.

Ho riportato sul mio blog molte opere di Mattjin, il suo genio mi ha ispirato e possiamo dire che mi abbia influenzato.

Ci sono tanti altri autori che hanno avuto influenza su di me e alcuni collettivamente, pur rimanendo perfettamente sconosciuti.

Pierre Levy, scriveva di intelligenza collettiva, Derrick DeKerckhove, di intelligenza connettiva, a me invece viene in mente il termine affinità digitali, tra singole persone o semplicemente tra idee.

Il solo pensare che l'influenza, l'autorevolezza, l'empatia possano essere misurati quantitativamente dal numero di pagine viste o dal numero link, mi fa davvero sorridere.

Che cosa spinge centinaia di persone che non si conoscono personalmente a partecipare fisicamente o virtualmente ad un BarCamp? Le affinità digitali! Una sorta di alchimia mentale.

Cari amici di Technorati, vi prego di non confondere l'alchimia con la chimica, la differenza è davvero abissale.

Quando anni fa scrissi ripetutamente che la rete doveva essere vissuta e non studiata, mi sono sentito dare dello snob. Quelle stesse persone ora cercano di trovare delle regole o algoritmi per spiegare il successo o l'insuccesso di iniziative, prodotti o idee nate e sviluppate in rete.

Non ci riusciranno.

sabato, ottobre 14, 2006

A proposito di autorevolezza 


Non vorrei essere pignolo, ma alla scuola elementare mi hanno insegnato che se si vogliono fare comparazioni occorre farlo con concetti tra loro comparabili.

Mele e pere non possono essere comparate.

Non vorrei ripetere cose già dette da altri, in modo estremamente chiaro e condivisibile, ma è evidente che i link di un blog non possono in nessun modo costituire un indice di autorevolezza, forse di notorietà o visibilità.

Visibilità, popolarità, fama possono essere concetti assoluti.

Identità, autorevolezza, credibilità, fiducia sono sicuramente concetti relativi.

Come consulente posso aiutare le imprese ad ottimizzare le strategie di marketing digitale, ma come ho già avuto modo di dire più volte, gli strumenti dei blog sono gratis, la cultura dell'ascolto è gratis, basta solo applicarsi e avere volontà di ascoltare, non servono sponsor, advisor né fornitori di blog. E' uno dei casi in cui è meglio fare da soli.

Ma si sa, spesso i consulenti non servono per i loro consigli, ma per avere delle conferme, o peggio per esternalizzare ciò che non ci si sente di fare in azienda, o detto meglio, un capro espiatorio per un fallimento annunciato.

I blog sono come i compiti a casa, li puoi anche copiare o farteli fare dall'amico secchione, ma alla fine questo atteggiamento si rivela sempre estremamente miope, perchè non si impara nulla.

Care aziende, datemi retta, se vi viene l'idea di aprire un blog, consultatemi pure, lo farò gratis. Vi insegnerò dove trovare gli strumenti, il resto però sta a voi.

Ricordatevi che non lo dice il medico di aprire un blog, in molti casi è molto meglio invitare i propri clienti al ristorante. E' meno impegnativo ed è più efficace.

venerdì, ottobre 13, 2006

Ho autorevolezza da vendere 

I consumatori protagonisti 

Ricevo una mail da Laura Levitan, che mi informa di avere appena condotto una ricerca sul potere del word of mouth.

Questi sono alcuni dati:

Many kinds of people. Word of mouth agents are most likely to talk about products with friends and family (about 7 in 10 do so for each). But many also talk to coworkers (58%) and casual acquaintances (48%), and 25% with strangers they met.

Many settings. Most word of mouth agents spread the word in their homes (82%), at work (56%) and others’ homes (55%). But many talk about products in other settings, including social gatherings (43%), stores (25%), and restaurants or bars (25%).

Many ways. While face-to-face encounters predominate (99%), many spread the word in other ways as well, from phone (42%) to email (30%), instant messages and text messages (17%), and online chat rooms and blogs (9%).

Many impacts. Word of mouth campaigns not only spread the word but prompt large numbers of those who hear the message to buy the product, consider a future purchase, or seek more information

Per scaricare lo studio dovete andare qui.

Credits per la foto: Cowboy Mouth

Le logiche della rete 

Sto seguendo una tesi che tratta il tema del marketing collaborativo.

Sto leggendo diversi libri sull'economia del dono, e sulle dinamiche relazionali in rete.

Ho letto con interesse la presentazione di Federico su capitale sociale e rete.

Credo fermamente nelle relazioni e nei network in rete.

Ho ricevuto questa settimana due richieste che sembrano andare in quella direzione:

Ciao Maurizio, conosci un esperto di marketing digitale che possiamo prendere e che non costi troppo, tu saresti troppo caro.

Salve Maurizio, devo organizzare un seminario sul marketing creativo, mi può fornire qualche ispirazione?


Va bene la collaborazione, ma non è che a furia di collaborare, mi sono trasformato in Idiota 2.0? :)

L'immagine è di Asauf.org

Blogosfera e partecipazione 


In most online communities, 90% of users are lurkers who never contribute, 9% of users contribute a little, and 1% of users account for almost all the action.

Vale anche per i blog?

E' utile incoraggiare i commenti? Che cosa bisogna fare per aumentare la partecipazione dei lurkers? Ha un senso farlo?

Credits per l'immagine: Carsten

giovedì, ottobre 12, 2006

Quando la lavagna è interattiva 

Sperimentando 

Logiche aziendali 

Un'altra strepitosa di Doug Savage

Quando l'innovazione paga 

Al Corriere della Sera, sono sicuro, i cambiamenti nel panorama dei media, non passano inosservati.

Quando tutti pensano al multimediale, al Corriere si sono introdotti nuovi formati pubblicitari per rinfrescare la propria offerta pubblicitaria. Si sono inventati i post-it pubblicitari, è sembra che il risultato sia stato molto buono.

Oggi come strumento promozionale del giornale, ho ricevuto un'anteprima del giornale di domani, formula già sperimentata con successo dal Financial Times. (come dichiara il direttore Paolo Mieli).

Mi sembra di poter dire che l'innovazione sia l'unica strada possibile. Adesso al Corriere devono pensare al web, li c'è ancora tanto da fare.

Ve lo immaginate un Corriere 2.0?

L'immagine è di Educar.org

Dilettanti allo sbaraglio 

Lo spam lo cestino, ma questo merita davvero la mia attenzione. Guardate cosa ho ricevuto

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P.S.: prendete le redini in mano. Le applicazioni XXXX sono state concepite appositamente per gli specialisti del commercio B2B e sono di facilissimo uso. La vostra azienda si avvia al successo

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Cara Elena Dorte, visto che Lei non ha problemi ad invadere la mia privacy e a spammarmi, io non mi faccio certo problemi a pubblicare la sua mail sul mio blog.

Volevo dirLe pubblicamente che le aziende non hanno bisogno di dilettanti allo sbaraglio, con che coraggio si può proporre indirizzi (che non servano a nulla) garantendo che non sono spam, da parte di uno spammer?

Mi dia retta cara Elena, si dedichi all'agricoltura.

I miei ossequi.

mercoledì, ottobre 11, 2006

eNerGia CrEatIvA 


Immagina, se tutte le persone di talento che ho conosciuto attraverso la lettura dei loro blog, operassero nella stessa azienda, quante nuove idee, nuovi progetti, nuove ispirazioni troverebbero una via espressiva.

Io lo sento, in rete c'è ancora tanto fermento.

La realtà invece è diversa.

Le chiamiamo sperimentazioni 

Noi chiamiamo sperimentazioni tutte quelle attività in cui i budget sono pressochè inesistenti, visto che l'Italia non ha alle spalle un solido mercato di venture capitalist. Allora dobbiamo arrangiarci.

Dalle sperimentazioni si devono trovare nuovi prodotti, nuove strade e testare le tecnologie messe a disposizione.

E' una caduta senza paracadute, si sbaglia ogni giorno, ma si impara in fretta.

Rifletto ha raddoppiato la banda, ha acquistato nuovi server, ma è stata ancora una volta vittima del proprio successo. I server hanno dovuto cedere di fronte ad una valanga di utenti, interessati a questo prodotto semplice, semplice, ma progettato in modo sincero.

Mi auguro che il progetto del Reality possa continuare, perchè credo che la tv partecipativa sul web sia un'importante conquista per l'informazione.

Stay tuned

Riflessione sui blogger 

I blogger stanno davvero cambiando la comunicazione ma anche il modo di intendere l'informazione.

Comprendo molto bene che al mondo editoriale tradizionale siano simpatici come un dito nell'occhio, salvo poi invitarli alle conferenze perchè sono così trendy.

Ho passato molti mesi ad organizzare una conferenza per cercare di spiegare che la tv di massa era definitivamente morta e sepolta e che è stata sostituita dalla massa delle tv, per utilizzare un'espressione tanto cara a Michele Mezza. Oggi questa idea non è più considerata rivoluzionaria, ma è ampiamente accettata.

Grazie a persone intelligenti e lungimiranti come Luca De Biase, su Nova 24 si affrontano in modo molto approfondito i temi della comunicazione che cambia grazie al digitale.

Sono state organizzate ultimamente iniziative di grande interesse come il BzaarCamp a Milano ei BarCamp e a Torino, che purtroppo non riescono ad uscire da ambiti ristretti.

Vorrei anche io dare il mio piccolo contributo e in ogni progetto a cui lavorerò vorrei offrire uno spazio ai protagonisti dell'innovazione, perchè è giusto che i loro lavoro venga diffuso.

Spero di riuscire ad invitare qualche blogger al Reality di Rifletto affinchè possa spiegare cosa realmente stia avvenendo nel mondo dell'informazione e della comunicazione ovvero tutto quello che l'editoria tradizionale non racconta.

L'immagine è di Hello Human

The day after the show 

A parte qualche piccolo problema a Livorno, oltre al fatto che il sito è ottimizzato per Explorer e quindi gli utenti Firefox hanno avuto qualche problema di visione, il RealityTalk ha bucato lo schermo, come si suol dire.

Nelle prime tre ore ha avuto oltre 23.000 accessi su Milano, sono state inviate in redazione 2912 e-mail e centinaia di messaggi sms.

Dopo un primo momento di difficoltà, specialmente a Livorno (dove in 40 minuti sono stati registrati 17.800 accessi), la trasmissione si è stabilizzata offrendo un'ottima visione.

E' stato esilarante quando i protagonisti di Livorno, hanno "sbeffeggiato" quellli di Milano, perchè si sa i livornesi c'hanno il pepe, i milanesi sono modaioli. Ci sarà stasera la risposta da parte di Milano?

Il format non è una novità, ma le dinamiche relazionali che si stanno creando sono davvero interessanti e le stiamo esaminando con grande attenzione.

A stasera per la seconda puntata. Mi raccomando puntuali alle 21.00

martedì, ottobre 10, 2006

E' partito il reality 


E' partito il Reality

E' un miracolo, funziona tutto.

Sarà davvero uno sforzo avere quattro flussi video contemporanei da quattro città.

Quando arriveranno gli altri, noi avremmo già fatto esperienza.

Ancora sull'innovazione 

Vorrei tornare sul tema dell'innovazione, riprendendo la distinzione tra innovazione di prodotto e innovazione di processo.

Ci sono momenti in cui l'innovazione non è evidente perchè non si trova incorporata in un nuovo prodotto.

L'innovazione di processo apre a nuove opportunità produttive, volte a creare successivamente nuovi prodotti.

Prendiamo il real talk, che partirà stasera in streaming sul sito di Rifletto.

Il format non è certamente nuovo, ma lo è il processo. La sperimentazione è fatta di errori e successi, ma deve basarsi sempre su casi reali. Se questo progetto avrà successo, ci permetterà di imparare nuove dinamiche da un format non nuovo.

Mi sento di dire che le strade all'innovazione sono infinite, possono essere frutto di un'idea creativa, di una nuova tecnologia, di una nuova filosofia o di un nuovo contesto.

L'innovazione può avere luogo solo negli ambienti in cui non solo l'errore è tollerato, ma anche incoraggiato a condizione che porti a nuove strade proficue.

Lo abbiamo sperimentato sulla nostra pelle, nel lavoro e nelle relazioni di business; l'Italia è un Paese che vanta un passato eccellente sul versante dell'ingegno e della creatività, ma in cui la cultura dell'innovazione stenta ad imporsi.

Dobbiamo avere il coraggio di fare e di sbagliare, per non dovere un giorno avere il rimpianto di dire: "vedi, te lo avevo detto.

Credits per l'immagine: Shayegan Innovation

Community first 



I primi a sapere dell'annuncio dell'acquisizione di YouTube da parte di Google, sono stati gli utenti della comunità. Chad e Steve si rivolgono agli YouTubers.

lunedì, ottobre 09, 2006

Un autunno sempre più rovente 


Scrissi che questo autunno sarà caldo, molto caldo anzi rovente.

Ho scritto anche che ritenevo il modello YouTube difficilmente replicabile e che sarebbe stato acquistato presto con un accordo miliardario.

Via Mantellini, sembra che ora la notizia sia ufficiale.

MOUNTAIN VIEW, Calif., October 9, 2006 - Google Inc. (NASDAQ: GOOG) announced today that it has agreed to acquire YouTube, the consumer media company for people to watch and share original videos through a Web experience, for $1.65 billion in a stock-for-stock transaction. Following the acquisition, YouTube will operate independently to preserve its successful brand and passionate community.

A livello internazionale il panorama mediale è in rivoluzione. Qui da noi succede qualcosa?

Sveglia Sveglia Sveglia

domenica, ottobre 08, 2006

Innovare si può (se si vuole) 

Non mi raccontate che non si può innovare perchè non ci sono i budget, perchè il lavoro è troppo ed il personale è scarso. Sono tutte balle.

Innovare si può, quando c'è la volonta per farlo.

L'innovazione deriva dalla cultura dell'innovazione, si può quindi promuoverla anche con piccole azioni quotidiane senza stravolgere gli organigrammi aziendali o distogliere l'attenzione dal business.

Non voglio tornare al vecchio concetto dei "circoli di qualità", ma suggerire una serie di piccole azioni quotidiane per rompere la "routine" e consentire l'emergere di nuove idee.

  1. Rompere gli argini - creare nuove modalità di collaborazione tra dipendenti, organizzare delle riunioni anche brevi con l'unico obiettivo di scambio. Ci sono così tante riunioni inutili, una in più non avrà effetti disastrosi
  2. Promuovere la differenza - la differenza è un valore, un asset. Assumere i dipendenti che hanno tutti lo stesso background significa limitare la "corporate creativity".
  3. Consentire la partecipazione - permettere ad ogni dipendente di portare avanti un'idea o una proposta da discutere insieme, dare la possibilità di far emergere nuove idee dal basso
  4. Dedicare spazio alla formazione - Creare una biblioteca interna a disposizione dei dipendenti, consentire ad ogni dipendente di acquistare a spese dell'azienda un certo numero di libri, a condizione che lo stesso ne faccia un breve riassunto da pubblicare ad esempio sulla intranet (grazie a Mauro Lupi)
  5. Organizzare seminari interni - con formatori esterni e con i dipendenti come relatori, per diffondere vecchie e nuove competenze
Non mi dite che queste cose non si possono implementare, senza rivoluzionare l'azienda o l'agenzia.

Ritengo che l'innovazione possa avere luogo solo dove esiste un ambiente fertile per l'innovazione.

Create l'ambiente e promuoverete anche l'innovazione.

L'immagine è di Marketing Semiotics

Brand Loyalty 

sabato, ottobre 07, 2006

Sperimentiamo, prendiamoci qualche rischio 

Un'altra strepitosa opera di Mattjin

sMAU 

Su [mini]marketing, leggo un pensiero che condivido pienamente:

"Il bello dello SMAU di quest'anno è che non devi nemmeno andarci, leggi, ascolti e vedi sui blog quasi tutto ciò che ti poteva interessare."

Le fiere hanno una grande necessità di essere ripensate. Sono degli intermediari e come ogni forma di intermediazione o si crea valore aggiunti o si rischia di essere marginalizzati.

Allo SMAU di quest'anno non sono andato, non mi serviva. Mentre invece continuerò andare al Milia, al Miptv, all'IBC, luoghi dove si creano e si documentano le nuove tendenze.

Lo capiranno?

La politica, l'audiovisivo e il digitale 

La politica deve fare la politica, ma dovrebbe entrare nel cuore delle tematiche che affronta.

La transizione al digitale, una grande opportunità per il nostro Sistema Paese, è stata gestita in modo poco efficace ed incisivo, soprattutto perchè le grandi competenze che ci sono nel nostro Paese in grado di affrontare questi temi non sono state (come accade sempre) coinvolte.

Ci sono volti forse meno noti nei "palazzi di Roma", che sarebbero molto qualificati ad essere chiamati come consulenti dal Governo o dal Ministero delle Telecomunicazioni.

La Commissione Industria del Parlamento europeo boccia la revisione della direttiva "TV Senza Frontiere" proposta dalla Commissione europea

Non è l'evento in se ad essere catastrofico, ma le motivazioni, quelle reali. Una mancanza di conoscenza delle problematiche. Si rimane sempre in superficie.

Prendiamo il caso del product placement. Come ha fatto giustamente notare Viviane Reding, esiste al cinema ed entra in televisione ogni volta che si trasmette un film o telefilm proveniente dall'America. Per questo è necessaria una sua regolamentazione affinchè possa affiorare in un framework di regole chiare.

Forse i nostri politici non sanno che questa pratica ha luogo anche in televisione, tanto è vero che alle conferenze gli imprenditori ammettono di "vestire le presentatrici"o di "inserire i prodotti" nei programmi televisivi, salvo poi smentire quando scoppiano gli scandali.

Se i mercati audiovisivi si trovano di fronte ad un drammatico cambio di paradigma, ciò è dovuto anche ad una scarsa capacità di individuare i veri problemi da parte del mondo della politica.

Non è il finanziamento di un decoder, l'incentivo migliore per convincere un utente a passare al digitale, ma l'esistenza di nuovi contenuti ed un sistema tecnologico che permetta l'interoperabilità.

Non si capisce la ragione per cui un contenuto acquistato attraverso una piattaforma non possa essere legittimamente trasferito su un'altra e fruito dal device che l'utente preferisce in quel determinato momento.


Perchè l'utente deve dotarsi di n decoder con tecnologie proprietarie? Le ragioni del mondo dei broadcaster sono molto chiare, ma quelle per l'utente?

Queste sono le ragioni per cui si creano progetti come Dmin.it che vogliono creare sistemi aperti ad esempio di Digital Right Management, di cui c'è tanto bisogno.

Perchè non finanziare un "laboratorio" per la progettazione ed il test di nuovi contenuti per i nuovi mezzi invece che distribuire finanziamenti a pioggia? Magari l'industria italiana dei contenuti potrebbe cominciare ad esportare format, visto che lo fanno già gli spagnoli.

Perchè non aiutare i piccoli e i medi content provider italiani ad affacciarsi sui mercati internazionali attraverso il finanziamento della presenza in fiere e manifestazioni internazionali per i progetti più meritevoli?

E' una grande occasione per l'Italia per non essere sempre l'ultima ruota del carro. Ci sono nel nostro Paese così tante competenze, meritano di essere valorizzate.

L'immagine è del British Council
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