mercoledì, luglio 26, 2006

Buone Ferie 



Il servizio è di Hellodeo segnalato da Marco

martedì, luglio 25, 2006


Ciao Lydia, se gli uomini di marketing facessero uno sforzo di conoscerti e non ti trattassero come elemento di un segmento, la loro comunicazione sarebbe più rilevante. Basterebbe solo ascoltarti.
A presto Lydia.

Stili di navigazione in rete 


Nei diversi progetti di comunicazione in rete di cui mi sono occupato, ho sempre fatto riferimento a differenti stili di navigazione; principalmente i searcher alla ricerca di informazioni o di servizi, i surfer che gironzolano in rete senza una precisa meta ed i player che vogliono essere intrattenuti.

Ognuno di noi, ha stili di navigazione differenti, in diversi momenti della giornata e per questo vuole avere esperienze differenti come ci illustra David Armano, che utilizza delle analogie molto interessanti e utilizza rispettivamente i termini di navigator, di explorer e di engaged partecipant.

NAVIGATOR - obiettivo: arrivare in fretta alla destinazione (il risultato)

Getting to the destination: Have you ever hopped in your car for your weekend getaway and all you cared about was getting there? You couldn’t care less about the scenery you passed on the way to the destination. All you want to do is get to that beach house, cabin, or whatever so your weekend can begin. Once you get behind the wheel—it’s all about navigating the path of least resistance.


EXPLORER - obiettivo: scoprire nuovi luoghi (il viaggio)

Taking in the journey: Now suppose that you are on a different kind of trip where you’ve decided to take the side roads and make a few stops along the way. You’re curious about the area you are traveling in and want to explore what it has to offer. You still want to get to your destination, but the direct path doesn’t appeal to you as much as the more interesting nooks and crannies that you take in on the “scenic route”.


ENGAGED PARTECIPANT- obiettivo: trascorrere bene il tempo (l'esperienza)

Stopping by for a spell: So let’s say that time isn’t an issue at all, and you really don’t have a pre-determined destination. Let’s say you buy a train ticket to a location you’ve never visited and you spend the day there, You visit with the local people, get to know a few of them by the end of the day, and even take some pictures back with you to share with a few friends.

Una maggiore focalizzazione sulle differenti esperienze di navigazione consentirebbe di creare siti maggiormente rispondenti alle diverse necessità degli utenti.

E' un tema che sicuramente merita ulteriori approfondimenti

La comunicazione digitale b2b 

"spot"

La comunicazione digitale B2B ha bisogno di essere ravvivata, per questo è alla seconda versione il modello che ho progettato per l'architettura dei contenuti di marketing per il b2b.

Se c'è qualche azienda interessata, sarò felice di organizzare un incontro.


"fine dello spot"

Il mestiere del consulente di marketing digitale 

Talvolta mi chiedo quale sia la vera natura di un consulente di marketing digitale. La domanda non è banale come può sembrare.

In molti progetti, la parte più consistente del tempo viene impiegata per cercare di tradurre i diversi linguaggi delle persone che vi partecipano, perchè spesso sembrano non capirsi.

Creativi, content provider, system integrator, designer.... non sempre riescono a comprendersi reciprocamente, in parte perchè i loro background sono effettivamente molto differenti, ma in parte perchè non c'è una vera volontà di uscire dal proprio ambito e cercare di allargare le proprie competenze in campi attigui al proprio.

Uno dei fattori di successo per ogni impresa, è a mio parere, è la capacità di creare un ambiente in cui i talenti possono esprimersi, ma anche creare le opportunità di fertilizzazione incrociata. (sull'argomento ne avevo già scritto in passato).

Può sembrare strano, ma sto proprio approfondendo argomenti che apparentemente non hanno nulla a che fare con il marketing, come ho sempre fatto, ma che mi danno l'opportunità di poter comprendere un progetto di comunicazione digitale da ogni punto di vista (comunicazione e marketing, contenuti, tecnologie, architettura....)

E' indispensabile per chi lavora nella comunicazione digitale avere una visione di insieme, in modo tale da non fare richieste assurde, antieconomiche, poco usabili ai partner di progetto e di comprendere le loro esigenze, ma anche in modo da non beversi tutto quello che ti possono raccontare.

Il lavoro di "traduttore" è estremamente faticoso ed impegnativo. Mi domando se mi debba iscrivere all'albo dei traduttori :)

lunedì, luglio 24, 2006


La prima volta

Certi stereotipi sono duri a morire 


Credits per l'immagine Mrs Happy Housewife

Focus groups 

Fonte: Fast Company

10 sfide per un'agenzia creativa 


  1. La pubblicità oggi è credibile? In quale modo la pubblicità dovrebbe ripensare se stessa?
  2. Che cosa significa oggi creare valore per un brand?
  3. Il sistema di offerta di un'agenzia pubblicitaria risponde alle mutate esigenze dei clienti?
  4. Quali sono le nuove competenze e quali i nuovi percorsi professionali per un pubblicitario?
  5. Come riprogettare il sistema organizzativo di un'agenzia per garantire al cliente la visione a 360 gradi, che esso richiede?
  6. In quale modo stanno raccogliendo le agenzie creative le opportunità offerte dai nuovi device, dai nuovi modelli di fruizione dei contenuti e come stanno lavorando sui nuovi formati pubblicitari?
  7. Quale è il rapporto tra creatività ed innovazione?
  8. Quali sono i sistemi di misurazione che stanno predisponendo le agenzie pubblicitarie per misurare l'efficacia delle loro campagne in questo scenario altamente mutevole?
  9. Se nella prima metà degli anni 90, le agenzie pubblicitarie non presidiando internet hanno consentito la nascita delle web agencies, in che modo vogliono affrontare oggi la sfida della pianificazione della pubblicità sulla televisione quando essa diventa digitale?
  10. Come pensano le agenzie creative italiane di colmare il gap esistente con quelle internazionali?
Credits per la foto Cgai

L'onda lunga 


Se il concetto di long tail di Chris Anderson è entrato oramai nel vocabolario di molti protagonisti del mondo economico e accademico, soprattutto per quanto concerne l'evoluzione della "distribuzione" di prodotti e servizi sulla rete, a me piace fare riferimento ad un altro termine importante: the long wave (ovvero l'onda lunga).

Non mi interessa attribuirmi la parternità di questo concetto, perchè sono sicuro che altri prima di me ne hanno scritto anche quando hanno utilizzato altri termini.

Per onda lunga, definisco un qualsiasi fenomeno economico, sociale o tecnologico, il cui impatto ha effetti in un arco temporale lungo ma che porta dei cambiamenti radicali ed irreversibili.

Non sono in grado di determinare ad esempio l'impatto di YouTube sulla distribuzione degli audiovisivi di rete, ma sono certo che se analizzeremo i cambiamenti nel tempo, ci accorgeremo che i motori di ricerca video, i vlog, il vodcast associato agli rss, i servizi come click.tv che consentono di inviare commenti contestuali allo spezzone di video sul web che si sta guardando e di vedere i commenti di altri utenti, stanno contribuendo a modificare i comportamenti di fruizione dei contenuti e con essi i paradigmi della comunicazione in rete.

Per questo oltre dieci anni fa, ho definito internet la rivoluzione silenziosa. Credo che siamo solo all'inizio di un grande cambiamento. Mi limito ad osservarlo, perchè non sono la persona più adatta ad analizzarlo e descriverlo.

Il mio obiettivo è cercare di comprendere come la comunicazione di marketing sta cambiando sotto i nostri piedi. I singoli cambiamenti possono forse passare inosservati, ma essi fanno parte di un fenomeno più ampio; appunto, l'onda lunga.

Qualcuno la cavalcherà, mentre altri ne saranno travolti. Ma questa volta non possono dire di non essere stati avvertiti per tempo.

domenica, luglio 23, 2006


Anche in Europa si sanno produrre i videoclip

Servono sempre gli effetti speciali?

La solita brochure?

Contaminazioni visuali

sabato, luglio 22, 2006

Visual Thinking 

In una nuova dimensione 

Un'altra grande opera di Mattjn

Nuovi schermi, nuove esperienze

Nuovi contenuti per nuovi schermi

Uno scossone per la pubblicità 


Ma è ovvio, quando Maurice Saatchi dice che la pubblicità è da buttare, non bisogna prenderlo alla lettera, si tratta di una provocazione per scuotere i pubblicitari dall'immobilismo.

Se lavorassi in un agenzia, ne sarei solo felice, oggi un pubblicitario si trova davanti a così tanti cambiamenti e ha così tante cose da imparare e da sperimentare da poter vivere il proprio lavoro come una sfida continua.

La pubblicità non è morta, si è chiusa definitivamente un'era e se ne sta aprendo una nuova.

In bocca al lupo creativi.

La pubblicità è da buttare? 

La pubblicità è da rottamare? Sembrerebbe di si, ascoltando Lord Maurice Saatchi

venerdì, luglio 21, 2006

Nuovi paradigmi, nuovi problemi 

Marco, mi segnala il servizio di Motionbox, che consente non solo di caricare i propri video in rete, ma soprattutto di poter fare l'upload di singoli spezzoni di video, potendo quindi condividere le scene ritenute più interessanti anche di un formato lungo.

Questo servizio apre nuove interessantissime opportunità di distribuzione di contenuti video sulla rete, ma contribuisce anche a creare nuovi problemi.

Anche in presenza di un disclaimer che avvisa i fruitori del servizio di poter caricare in rete solo contenuti di cui si detengono i legittimi diritti, cosa succede quando un utente preleva piccolissimi spezzoni di contenuti altrui e costruisce un nuovo contenuto originale?

Prelevare pochi spezzoni di video altrui è un plagio? Se anche lo fosse, come farebbero gli utenti ad impedirlo? Se gli spezzoni sono molto piccoli come fa una "Major" a tutelare le proprie opere utilizzate per creare nuove opere?

E' la cultura del mash up, del mixing and matching che apre con servizi come quello di Motionbox anche a nuovi problemi.

Il mondo dei contenuti è in fermento, quello della pubblicità pure, ma prima o poi occorrerà affrontare seriamente su scala globale il problema dei diritti, perchè le tecnologie di digital right management, da sole, non potranno bastare per fare sviluppare nuovi mercati dei contenuti e delle nuove forme pubblicitarie.

Per queste ragioni, insisto tanto sulla necessità di formare competenze trasversali e sull'abbandono di specializzazioni troppo verticali, perchè si rischia di non essere in grado di cogliere le opportunità o di vedere i problemi nella loro globalità.

giovedì, luglio 20, 2006

Quando gli utenti sono più creativi delle agenzie 
















I brand presi di mira certamente non saranno contenti, ma questa rassegna di false advertising e false brands dimostra la forza dei contenuti generati dagli utenti.

Qui ne trovate l'intera rassegna

Stay Tuned

Quando non si è autentici 


Ne avevo scritto su Imlog, da semplice divertissement, questo spot virale sta facendo il giro della rete, contribuendo a rafforzare il brand di YouTube.

Il modello YouTube 

Qualche visitatore di questo blog, si sarà accorto dell'attenzione particolare con cui seguo il modello YouTube, che ritengo essere di estremo interesse.

Ovviamente non sono l'unico visto il grande successo di questo progetto. Joseph Jaffe, da grande osservatore dei cambiamenti nel panorama mediale, ritiene il modello YouTube, difficilmente replicabile e ne elenca le ragioni:

  1. YouTube began from the ground up. All imitators are looking to make exponential strides with incremental steps and tweaks. Not going to happen
  2. YouTube has entered the communal consciousness - it belongs to the people and is powered by the very same constituency it serves
  3. YouTube has entered and nestled into an enviable pop culture acceptance. It is to video what Google (the verb, the act, the behavior) is to Search. When you hear about a clip of interest (from Star Jones' firignation - that's a mashup between firing, indignation and resignation - to Andrew Baron talking about RocketBust or Zidane's Headbutt), there is only one place to go
  4. The law of one applies. How many online auction stores do you know of? How about book stores?
  5. YouTube (closely linked with point -1-) subscribes to AND, as opposed to OR. It is completely inclusive; comprehensive. It is the one-stop-shop of online video
  6. The Whack-A-Mole phenomenon. Whack one mole and another pops up...and again and again and again. Sometimes 2 pop up. Bottom line, any successful attempts to control/restrict/supress consumer generated content are at best short-lived.
  7. It's freebie distributed content model is the carrier pigeon meets boomerang of the social media world. It always comes back...
  8. It has not become a safe haven for the fugative 30-second spot. Rather than apply traditional business models to non-traditional value propositions, YouTube is able to help its advertisers win through a) treating messaging as content, b) allowing expression through long-form content and of course c) allowing consumers to produce their own content. The entertainment industry is the lowest-hanging fruit in this regard.
  9. CGC is not only allowed to sit side by side professional content, but rather is judged/evaluated accordingly and thus has the ability to rise to the top of the heap (can you DIGG it?)
  10. It is self-regulated - in terms of quality and popularity, but also in terms of objectionable/questionable messaging (I'm not talking about vulturous legal eagles policing against copyright, but rather about relevance, entertainment and utility)
Mi trovo nuovamente molto d'accordo con l'analisi di Joseph Jaffe, per questo fatico tantissimo a comprendere certe imprese e agenzie creative, quando ostinatamente si decidono ad abbracciare il nuovo quando esso è divenuto mainstream, subendo passivamente il cambiamento invece che esserne protagonisti a tutto campo.

Rimmel, Freezer, Pullman, Scotch, sono entrati nel vocabolario quotidiano di molte persone, così come oggi Google e forse domani YouTube e Tivo, succede anche per il vostro brand?

mercoledì, luglio 19, 2006

Rendiamo competitiva l'industria italiana della comunicazione 

Nuove figure professionali per la pubblicità 

All'estero si sta affrontando con grande determinazione il tema delle nuove figure professionali nel comparto della comunicazione e della pubblicità.

Prendiamo l'esempio degli affari legali. Ogni agenzia pubblicitaria e centro media ha un avvocato di fiducia. A lui vengono affidati i contratti, vi si ricorre per avere chiarimenti sulle problematiche legate ai concorsi, quando non vengono affidati a società specializzate.

Cosa succede quando il mondo mediale diventa più complesso? Si dovranno trovare le competenze per risolvere problemi come:

  1. la privacy nelle campagne interattive sulle tv digitali
  2. la regolamentazione delle campagne borderline di tipo embedded
  3. l'integrazione di servizi vas all'interno delle campagne digital
  4. la contrattualistica per i progetti di product placement
  5. la contrattualistica per le triangolazioni nelle operazioni internazionali di countertrade pubblicitario
  6. ....
Questo tipo di attività è da considerarsi strategica e quindi va internalizzata oppure si continuerà a ricorrere a studi legali esterni? Esistono studi legali specializzati?

Senza entrare nei dettagli, il management attuale è preparato per gestire le implicazioni legali della pubblicità che cambia?

Questo vuole essere solo un esempio, per descrivere l'importanza dell'aggiornamento professionale e stabilire la necessità di nuovi percorsi formativi per le nuove figure professionali per la pubblicità.

Pensare la pubblicità interattiva in tv 

Quali figure professionali saranno incaricate di occuparsi di pubblicità interattiva in tv in un'agenzia creativa, nell'ufficio comunicazione di un'impresa e in un centro media?

La domanda è lecita, perchè la pubblicità interattiva per le tv digitali richiede una serie di competenze trasversali.

Le campagne interattive hanno spesso obiettivi multipli, di branding, direct response e di raccolta di informazione sugli utenti.

Sono spesso differenziate per formati e per logiche. Progettare una promozione interattiva è nettamente diverso dal pianificare una promozione di una EPG, dal creare un Tv site, un branded game o un progetto di Advertising Funded Programming.

Con quali logiche si costruiranno i team di lavoro? In che modo verranno create le nuove professionalità? Che competenze deve avere un neoassunto? Come verrà formato? Chi si occuperà di tv interattiva, chi ha un background televisivo o interattivo? Con quali strumenti si misureranno i ritorni?

Sono tutte problematiche che dovranno essere affrontate prima o poi, perchè non si può continuare a nascondere la testa sotto la sabbia.

Credits per l'immagine: BBC

La vendetta dei dinosauri 

Un'altra grande opera di Mattjn

Centri di competenza 

Molte cose sono radicalmente cambiate nell'ultimo decennio nel comparto della comunicazione e della pubblicità.

Il problema delle competenze è sempre stato giustamente ritenuto, un tema centrale ed è spesso stato risolto attraverso l'acquisizione di società specializzate con competenze specifiche.

Molte agenzie creative per sopperire a loro carenze su settori specifici hanno iniziato ad acquisire web agencies, società specializzate in search engine marketing, nel marketing relazionale e via discorrendo.

Con l'avvento della transizione al digitale per la tv, questa strategia non sarà più possibile. Nei prossimi mesi, le agenzie creative si renderanno conto, di dovere modificare strutturalmente i loro assetti organizzativi per creare centri di competenza.

Se la comunicazione digitale diventerà pervasiva, anche le competenze dovranno diventare trasversali.

E' un processo che in altri ambiti è stato affrontato. La BBC in Inghilterra ha profondamente rivisto tutti i processi produttivi ed organizzativi in funzione del going digital.

Per molto tempo, non sono state comprese le mie scelte e quelle di alcuni miei colleghi, che hanno deciso di affrontare i temi della comunicazione a 360 gradi, sul web, sui mezzi mobili, sulle tv digitali, sul punto vendita, negli spazi aperti ecc, per questo ho lavorato molto nel campo della formazione, nella progettazione dell'interfaccia, sono diventato autore televisivo, sto lavorando sulle metriche di misurazione, sto affrontando i temi dell'usabilità e sto affrontando in profondità il tema dell'architettura dei contenuti di marketing e per il marketing, per avere una visione di sistema, più ampia ed olistica.

Il problema della creazione di centri di competenza, a mio parere non verrà risolto attraverso un processo di concentrazione e di acquisizioni, ritengo che la strada debba essere diversa.

Vorrei parlarne alle agenzie creative, ma temo che non siano interessate al tema, ma sappiano che qui non è in gioco il mantenimento dello status quo, ma è veramente questione di sopravvivenza.

A breve spero di potere presentare un nuovo progetto formativo.

martedì, luglio 18, 2006


Possiamo imparare dai bambini ma siamo troppo arroganti per farlo.

Gli adulti sono obsoleti 

La foto è di Ranjit

E se la vostra campagna di comunicazione fosse selezionata per entrare in un museo perchè considerata dagli utenti obsoleta......

Dallo spot, al Brand Trailer

Contenuti per il marketing 

Tempo fa ho ritenuto necessario distinguere tra due concetti apparentementi molto simili: i contenuti di marketing e i contenuti per il marketing.

Oggi Ted Page, sembra riprendere questa distinzione in relazione al futuro dell'entertainment distinguendo tra branded entertainment e brand driven entertainment.

Sottigliezze, dirà qualcuno, invece no, a mio parere la distinzione è molto importante.

Così scrive Ted Page:

Some people confuse the concepts of brand-driven entertainment and "branded" entertainment. To me, branded entertainment means you've created something that's fun, then you put your brand on it, not unlike painting a logo on a racecar. This could work fine for sponsoring a race, but it doesn't make sense as an interactive Web experience; it's too obvious and superficial.

True brand-driven Web entertainment involves focusing on the core elements that define a brand, then designing the whole experience from scratch to reinforce the brand in fun yet subtle ways.

To do this right, boil down your brand essence to three or four key points, and use them as a kind of filter for all your creative brainstorming. Whether you are making an interactive quiz or video, a promotion, an e-card, or whatever else you dream up, ask yourself this question: After my customer has this experience, will the key attributes of my brand be reinforced in his/her mind? If the answer is no, keep at it until you find the right answer.

L'articolo integrale è qui disponibile.

Fin dai tempi dei primi articoli sull'experiential branding, si soleva distinguere tra due possibili approcci: 1) brand the experience 2) experience the brand, ambedue con specifiche logiche ma con differenti punti di partenza e diversi presupposti.

I progetti che sto seguendo attualmente in via sperimentale, afferiscono al brand driven entertainment, su cui gli editori più avanzati cominciano a farsi le ossa e a sperimentare le prime best practices.

Stay tuned.

Attraversiamo il ponte, illuminati dalla tenue luce della luna 

Un'altra grande opera di Mattjin

Nuovi tools per il marketing 

Chi lo avrebbe detto che questo vecchio setaccio avrebbe costituito uno dei più importanti strumenti per chi opera nel marketing e nella comunicazione?

Negli settanta Sir John Kenneth Arrow è stato insignito del Premio Nobel per avere teorizzato l'importanza dell'informazione e dell'apprendimento per i sistemi economici.

Stiamo vivendo oggi in una fase dello sviluppo economico in cui l'informazione è sovrabbondante ed è superiore alla capacità di essere processata.

Se negli anni settanta "la spugna" poteva essere considerata metaforicamente uno strumento importante per il marketing delle imprese oggi assume più importanza "il setaccio".

E' la capacità di ascolto dei segnali forti e deboli, di interpretazione, di filtro, di selezione, e di proposizione di un modello personale di analisi, quello che dovrebbe essere richiesto ai manager e agli uomini di agenzia.

Ritengo che l'approccio mentale al cambiamento potrebbe essere il seguente:
  • Assorbire
  • Filtrare
  • Analizzare
  • Interpretare
  • Confrontare
  • Creare
  • Progettare
  • Proporre
  • Verificare
  • Aggiustare
Non sono ancora sicuro dell'ordine e della completezza del modello, ma sono assolutamente convinto che ancora non ci sia nelle imprese e nelle agenzie di comunicazione un equilibrio tra processi creativi e metodologie "scientifiche".

Temo che il creativo puro di agenzia, come il marketer duro e puro, siano "razze in via di estinzione". Diversi segnali mi inducono a pensare che il mercato abbia necessità di figure professionali più complesse e complete.

Credo servano nuovi tools per il marketing, per sviluppare nuovi punti di vista.

domenica, luglio 16, 2006

Heart branding 


Credits per la foto: Randyray

La tecnica senza il cuore non è nulla.

Quale futuro per gli audiovisivi di rete? 


Una persone saggia saprebbe che è estremamente difficile fare previsioni per quanto concerne lo sviluppo della rete, comunque vi invito a leggere qualche numero raccolto da Fast Company e a riflettere sul futuro degli audiovisivi di rete.

  • Eighteen Billion | Number of videos streamed online in 2005.
    There were 9 billion in 2004 and 285 million in 1998.

  • "If you can impose digital cinema and all its benefits, and attract 5% more customers to fill some of those empty seats, that's a $3 billion to $4 billion opportunity."
    --Bud Mayo, president of AccessIT

  • 50+ | Percentage of films submitted to Sundance that are shot in digital

  • 97 | Number of digital-cinema releases in the world in 2005, of which 87 were first-run titles

  • 21% | Share of the studios' combined film slate now being released digitally in the United States

  • www.youtube.com | Visits to YouTube rose 170% from November 2005 to February 2006.

  • $585,000 | Cost of a high-definition video camera in 1984 (in 2006 dollars)
    Cost today for the equivalent: under $6,000
  • 4 million | Number of U.S. households that now use digital video cameras and editing software monthly
  • 750,000 | Number per week

  • In 2005, box-office revenue fell 5.2%
    from $9.5 billion to $9 billion.
Che ne dite?

venerdì, luglio 14, 2006

Gli effetti di internet 

La foto è di Cactusbones

Quale pubblicità per questo utente della rete? 

La foto è di IL-CT

Space invaders 2006

Si vende a impression questa pubblicita?

Punti di vista 

Sarebbe bello poter organizzare una cena con diverse persone che si confrontano sul futuro della comunicazione ma che partono da punti di vista differenti:

creativi, chi lavora in concessionaria, in un centro media o in una web agency, esperti di usability, persone dal mondo della produzione audio e video, avvocati, studenti, neolaureati, esponenti dei centri sociali, architetti, designer di interfacce, giornalisti, docenti universitari, sociologi, antropologi culturali, esperti di etnografia e l'elenco potrebbe continuare.

Sono sicuro avrebbero tutti interessanti contributi da offrire.

Sarebbe poi bello riuscire a farne una sintesi e vedere quel che succede......

giovedì, luglio 13, 2006

Se la stupidità avesse un mercato 

C'è un tale Bausan, che sembra non apprezzare il mio blog e continua ad inviare commenti di insulto e vuole dimostrarmi le sua abilità da cracker

Bene adesso hai avuto i tuoi cinque minuti di gloria, ora ti invito a lasciare perdere, se non ti piace il mio blog, non sei obbligato a visitarlo.

Sappi comunque che hai lasciato delle tracce, quindi direi, finiamola li.

Brand Energy

The Mash Up Culture 

Se fosse solo questione di proliferazione di nuovi mezzi e device, non sarebbe così complesso.

La realtà è che cambiano i modelli di fruizione, gli atteggiamenti ed i gusti, alla velocità della luce.

Non si tratta quindi solo di imparare velocemente ad esempio a progettare un DAL per una pianificazione sulla tv digitale, quanto ad esempio di comprendere la portata del time e space shifting o l'importanza del mixing and matching, per i teens.

Credits per la foto: http://www.ywcapgh.org/

mercoledì, luglio 12, 2006


Be cool, be sexy, be Candy if you really have to.

Anche lui non era certamente un bello, ma la sua musica magica ed il suo fascino magnetico.

Magnetic Marketing 


Lo chiamano magnetic marketing, l'arte di conquistare le audience da parte di un brand carismatico.

Visibilità e carisma sono due cose completamente differenti come ci spiega Al Berrios

Carisma, talento, genio, sregolatezza, capacità di stupire, disordine. A qualcuno non piaceva, ma certamente non poteva rimanere indifferente.
Anche un brand, oggi non deve necessariamente piacere a tutti...

Precision marketing 

L'efficacia di ogni strategia dipende dalla capacità di definire in modo preciso, obiettivi strategici, target e metriche di misurazione.

La misurazione è un elemento decisivo ma anche molto delicato. Questo articolo, può essere un ottimo spunto di confronto sui nuovi modelli di misurazione delle audience e sulle metriche di efficacia dei progetti di marketing e comunicazione.

Prima di parlare di misurazione, mi sembra interessante analizzare le ragioni per cui essa molto spesso viene nella pratica avversata in azienda, nonostante la maggior parte dei manager la ritenga un'attività fondamentale.

Voi che ne pensate?

lunedì, luglio 10, 2006


Quando le tecnologie sono acerbe, gli esperimenti sono un po' fini a se stessi, ma servono a testare nuovi linguaggi.

Forzare i tempi, forse è un errore 


Ve la ricordate questa campagna di Microsoft, di cui vedete qui sopra un'immagine?

Mi risulta che non abbia avuto tanta successo, non perchè l'agenzia non abbia lavorato bene, ma per il fatto che a nessuno piace essere definito dinosauro, tanto meno a chi dinosauro lo è davvero.

E' inutile cercare di forzare i tempi e proporre l'innovazione a chi non è pronto per recepirla.

Questo è un errore che ho compiuto oltre dieci anni fa, quando ho cercato di proporre i primi progetti di comunicazione avanzata sul web a clienti potenziali che si ostinavano a portare le proprie brochure su internet, quando si sarebbe potuto fare molto di più.

Queste imprese hanno voluto giustamente sperimentare, si sono poi accorte dopo diverse release del proprio sito, che la comunicazione sul web richiedeva in effetti un approccio diverso da quello che veniva utilizzato sui mezzi tradizionali.

E' molto più facile far aprire un portafoglio, che richiedere ad un manager di modificare il proprio modus operandi.

Oggi sto vivendo professionalmente una situazione analoga, quando lavorando sull'innovazione nei modelli di comunicazione per le nuove piattaforme digitali, mi trovo a proporre nuovi paradigmi di comunicazione, radicalmente diversi da quelli con cui molte imprese sono abituate a confrontarsi.

Mi sono reso conto che certe imprese hanno bisogno di arrivare gradualmente e per piccoli passi al cambiamento. Non è sempre questione di bugdget, non è nemmeno questione di dimostrare l'efficacia dei nuovi modelli. Ci vuole solo tempo, spesso anche se sarebbe teoricamente possibile, non si riesce a bruciare le tappe. Certi errori sono necessari per andare avanti e spesso vanno fatti in prima persona per essere "metabolizzati".

Per queste ragioni, ho deciso di non insistere. Sto infatti lavorando solo con le imprese e le organizzazioni realmente interessate al cambiamento, le altre ci arriveranno, dopo, ma ci arriveranno, se si renderanno che i nuovi modelli funzionano davvero.

Il cambiamento può avere luogo solo quando c'è una consapevolezza della sua necessità, non prima.

Voi che ne pensate?

venerdì, luglio 07, 2006

Destinazione Roma 


Roma è una citta che adoro e in cui non ci rimango tanto spesso, quanto vorrei.
Purtroppo sono a Roma spesso per lavoro (e non per diletto), come mi capita il giorno 10 e 11 luglio.

Come ho già scritto in un post precedente, terrò un corso sulla pubblicità interattiva per le tv digitali.

I frequentatori di Marketing Usabile, che avessero piacere di bere una birra insieme a me il giorno 10 luglio, mi troveranno in zona Piazza Barberini e possono contattarmi via mail.

Ogni indicazione su ristoranti dove si mangia davvero bene a prezzi decenti è benvenuta.

Il vero manager deve davvero mostrare potere? Quale è il vero significato di leadership?

Il marketing del cambiamento 

Il cambiamento in azienda è difficile. Chi lo persegue troverà mille ostacoli e tante persone che remeranno contro per diecimila ragioni.

Per questo è importante una condivisione della cultura del cambiamento attraverso un vero e proprio piano di marketing interno.

E' un argomento di cui si parla ancora poco, ma di cui esiste già una buona letteratura.

La vignetta è di Glasbergen

Le imprese ascoltano i propri dipendenti, o pensano che non sia necessario?

giovedì, luglio 06, 2006

Valorizzare i collaboratori 

La foto è di Spuddy42
# html> # # # # ... # # # ... # # # # # # Disclaimer: questo blog è ad alto tasso di innovazione, potrebbe destabilizzare la vostra azienda/agenzia