sabato, aprile 29, 2006

Shopping esperienziale a Cape Town 

Cape Town è una città piena di shopping center. Per abitudini di acquisto e per ragioni di sicurezza, la gente qui ama fare i propri acquisti nei Mall.

Canal Walk è un grande shopping center, in cui si può acquistare veramente di tutto, dallo spillo alle automobili. All’interno si possono trovare ristoranti, cinema e giochi per i bambini.

Mi ha molto incuriosito un’area arredata con poltrone in pelle, divani, tappeti persiani e grandi schermi al plasma in cui rilassarsi e poter vedere le partite di cricket e di footbal

L’area è sponsorizzata da ESPN Sport, un canale satellitare sportivo patrocinatore di questa iniziativa davvero interessante.

All’interno di Canal Walk, innovativo shopping center di Cape Town, ci sono diversi ristoranti per ogni gusto e tasca.

Come potete vedere dal sito sono tantissimi gli eventi che Canal Walk organizza per fidelizzare la sua clientela.

Ho pranzato in un ristorante che fa parte di una catena, specializzata in cucina italiana. Il nome non lascia spazio ad equivoci, Primi Piatti”.

I camerieri indossano una tuta da meccanico di colore arancione (uno dei colori del brand) su cui si legge sulla parte anteriore la scritta >>> PRIMI>>> (interessante claim) e su quella posteriore “work is love made visible”, sul fianco invece è possibile leggere “agent in orange”

Il cibo è davvero notevole se si considera che si tratta di una catena, il cibo è sempre fresco, infatti si può leggere sul menu: “espresso style cooking – what we can’t prepare instantly, we don’t serve. No microwave.

Forse qui in Sudafrica si va controtendenza, visto che il trend in Italia per chi lavora è quello di consumare il pranzo al bar ordinando cibi precotti e riscaldati nei forni a micro onde.

Un’altra differenza è che i bar e i ristoranti in Italia tendono tutti ad assomigliarsi molto, mentre qui ogni catena o locale fa di tutto per avere caratteristiche uniche e distintive.

C'è molto da imparare qui in Sudafrica sullo shopping esperienziale, ne parlerò ancora in prossimi post.

venerdì, aprile 28, 2006

Stay tuned 

Nonostante il blog non sia stato aggiornato in questi ultimi giorni, le visite non sono calate, anzi. Per questo vi ringrazio.

Ho raccolto tanti appunti sul Sudafrica e su interessanti case histories di marketing innovativo, comincerò a postare presto, visto che mi sono dotato di una connessione via gprs, che mi permette di essere always on dovunque mi trovi.

A prestissimo.

giovedì, aprile 20, 2006

Anticonformismo 

Un'altra brillante vignetta di Doug Savage

giovedì, aprile 13, 2006

Destinazione Cape Town 


Sono nuovamente in partenza, destinazione Cape Town.

Spero di riuscire ad aggiornare il blog e a raccontare come in passato, un'Africa, diversa da quella che conosciamo, da un Paese, il Sudafrica, pieno di problemi, ma in cui c'è spazio per chi vuole fare impresa e per l'innovazione tecnologica.

Ne approfitto per fare gli auguri di Pasqua a tutti.

Reach & Frequency, concetti obsoleti? 

Ci si domanda sempre più frequentemente se concetti come reach, frequency, GRP siano oggi concetti ancora validi in comunicazione.

Quante sono le persone raggiunte dalla mia comunicazione? Quale il suo ritorno? Come misurarne l'efficacia, sono domande fondamentali per chi opera in comunicazione.

Se consideriamo che accanto agli investimenti pubblicitari, ci sono i progetti di comunicazione virale, e quelli di tipo relazionale come i blog, comprendiamo quanto sia difficile definire un modello unico per la "misurazione dei propri pubblici".

A titolo di esempio potrei citare la difficoltà di misurazione di un qualsiasi mio post su questo blog, perché:
  • devo contare il traffico dei visitatori dal web
  • vi devo aggiungere quello dei lettori che si sono abbonati via mail
  • vi devo aggiungere quelli che hanno sottoscritto il feed
  • vi devo aggiungere quelli che lo leggono su altri blog, che hanno deciso di ripubblicare i miei contenuti di cui dispongo traffico delle pagine specifiche
  • vi devo aggiungere una stima di quelli che li leggono su altri blog che ripubblicano i miei contenuti ma di cui non dispongo di dati di traffico (web, rss ecc).
Questo solo per il blog, a cui si devono aggiungere le altre forme di comunicazione.

Per queste ragioni, sostengo che la misurazione delle audience diventerà con il passare del tempo sempre più complesso e richiederà pertanto delle competenze molto specifiche.

L'attenzione privilegiata 

Di questo non se ne parla volentieri in agenzia. E' inutile aumentare gli investimenti pubblicitari, aumentare il volume sonoro quando i propri pubblici non ti vogliono ascoltare.

Negli anni scorsi si è parlato molto di permission marketing, ma non delle sue implicazioni di lungo periodo: l'ottenimento di attenzione privilegiata.

Sono sicuro che un esempio può chiarire il concetto. Vi sarà capitato di essere molto occupati e di non volere ricevere telefonate di nessuno, tranne quelle di.....

Vi sarà anche capitato di ignorare intenzionalmente tutte le pubblicita della... mentre prestare attenzione a tutte quelle di.....

Siamo spesso prevenuti, ma non è detto che questo sia sempre un elemento negativo. Per qualche azienda lungimirante, questo atteggiamento può costituire un fattore critico di successo.

In un mondo caratterizzato da sovrabbondanza informativa, ottenere attenzione privilegiata è un imperativo.

Gli artifici della comunicazione 

Un'altra brillante vignetta di Doug Savage

Un nuovo mondo di contenuti on demand 

Mia figlia ha quattro anni e non guarda la tv di flusso. Solo DVD, videocassette e programmi registrati. E' lei che decide quando, quanto, come vedere.

Da parte mia il tempo speso dalla davanti all'apparecchio televisivo si è ridotto notevolmente negli ultimi due anni. Qualche serie come CSI, qualche film, qualche buon documentario, mentre le news vengono da me fruite in modalità rigorosamente on demand, essenzialmente sul web.

Seguo con grande interesse lo sviluppo di servizi come Blinkx.tv fin dal primo giorno del suo lancio e non ho dubbi che l'iptv in Europa si ritaglierà un suo spazio, perché tutte le ricerche stanno rilevando che esiste un'enorme domanda per contenuti on demand.

Mi chiedo se i broadcaster, le società telefoniche, i content provider, siano davvero pronti per la rivoluzione dei contenuti on demand, per la progettazione di nuovi palinsesti e per nuove forme di comunicazione commerciale adatte per i nuovi modelli di fruizione dei contenuti audiovisivi, temi questi, su cui sto lavorando da tanti anni.

Mi diceva una grande professionista della comunicazione, oltre cinque anni fa. "Se vuoi prevedere il futuro della televisione, osserva i tuoi figli". Devo dire che aveva ragione.

mercoledì, aprile 12, 2006

Aumenta la penetrazione dei DVR negli Stati Uniti 

Secondo un recente studio del Carmel Group, gli utilizzatori di DVR dovrebbero raggiungere rispettivamente il 37% delle famiglie negli Stati Uniti entro il 2008 ed il 49% entro il 2010.

Questa ricerca rinforza le previsioni fatte circa due anni fa, da Forrester Research.

Considerando che la penetrazione dei DVR era alla fine del 2005 del 14%, questi sono numeri che dovrebbero far riflettere anche gli operatori europei.

In America le agenzie e gli investitori pubblicitari sono molto preoccupati, in Europa, molto meno.

lunedì, aprile 10, 2006

Le strane logiche delle agenzie pubblicitarie italiane 

Domanda - sareste interessati alla sperimentazione di nuovi formati di comunicazione? La collaborazione di editori, broadcaster e del mondo universitario contribuirebbe non solo a tenere bassi i costi di tale sperimentazione ma anche a fornire un supporto durante l'intero processo di misurazione.

Risposta - la proposta è molto interessante, ma ci sembra che sia troppo presto, nessuno dei nostri competitor sta lavorando su questi nuovi formati e i clienti non sono ancora interessati.

Commento finale - E' molto strana la vostra reazione, all'estero le agenzie di comunicazione, farebbero carte false per essere le prime, con loro stiamo già lavorando.

L'esploratore 

La foto è di Vui Bui

domenica, aprile 09, 2006

Il marketing memorabile 

Mi sono oggi recato al mio seggio per votare, operazione che ho compiuto in pochissimi minuti, visto che c'era pochissima gente.

Vicino alla scuola dove ho votato, c'è un bar che fa un ottimo caffè. Non ho potuto non notare una donna che ha richiesto alla cassa del bar una scheda ricaricabile Omnitel.

Nonostante l'azienda abbia cambiato nome da diversi anni, sono ancora molti i clienti che non si sono abituati al nuovo marchio.

Il marketing di Omnitel è stato a mio parere memorabile. Quando vedevo il colore verde, mi veniva in mente l'azienda telefonica, quando invece oggi vedo il colore rosso lo associo alla Ferrari e non a Vodafone.

Probabilmente marchi come Omnitel e Virgilio, rimarranno nell'immaginario per il loro marketing memorabile.

Questa è una breve annotazione per chi ritiene che in Italia nessuno sappia fare marketing. Credo che sia un giudizio ingiusto.

Consapevole ed informato (grazie alla rete) 

Sono sempre di più le opzioni a nostra disposizione per ottenere informazioni sui prodotti e sui marchi e sono in costante aumento le persone che utilizzano la rete per la formazione delle proprie preferenze di acquisto.

Show us one experienced, switched-on consumer in a mature consumer society who does NOT google once a day. Or even once an hour. One consumer who has NOT researched the cheapest available fare, price, charge before buying a big ticket item. Who has NOT invested some time reading reviews, recommendations and suggestions from experts and fellow consumers on anything from hotels in Paris and designer vacuum cleaners to which specific seat to request on flight SQ220 from Sydney to Singapore. One who hasn't relished the feeling of being better informed about everything from 18th century gardening to alternative medicine to the real reasons for high oil prices, than his/her peers or, even better, his/her superiors.

All thanks to the insanely expansive and detailed web of information that continues to be spun, offering transparency of prices, of reviews, of opinions, and of detail. Yes, you’ve heard this before. But just for a moment, marvel at how incredibly addicted consumers have become to getting instant access to any kind of useful and relevant information. In fact, consumers are experiencing nothing short of an all-encompassing INFOLUST:

A chi ritiene che internet sia una possibile opzione per la propria comunicazione, ma che se ne possa anche fare a meno, suggerisco la lettura di questo briefing.

sabato, aprile 08, 2006

Sempre avanti con positività 


Un'altra grandiosa opera di Mattijn

Questione di scelte 

Si possono difendere le posizioni acquisite cercando di costruire barriere all'ingresso ai competitor o si possono esplorare nuovi oceani blu.

Se la propria comunicazione passa inosservata, si può aumentare la propria presenza mediale oppure modificarne radicalmente l'approccio.

Si può mettere in discussione il lavoro della propria agenzia di comunicazione ed indire una nuova gara oppure si può ridefinire insieme le strategie di comunicazione partendo dalla propria "value proposition".

Si può insistere nelle proprie scelte di investimento pubblicitario o si può cominciare ad esplorare nuove modalità e nuovi canali di comunicazione.

Si può ridicolizzare chi percorre nuove strade, oppure si può considerare la possibilità che esse possano portare a nuovi lidi ancora inesplorati.

Si può cercare di prevedere il futuro oppure si può incominciare a progettarlo.

Quando la pubblicità gioca in difesa 

venerdì, aprile 07, 2006

Marketing infernale 


Un'altra vignetta di Doug Savage

Speciale Miptv 2006 

Sono rientrato da Cannes e mi sto accingendo a scrivere un articolo che verrà pubblicato dalla rivista Pubblicità Italia. Lo metterò presto on line e ne indicherò sul blog il link.

giovedì, aprile 06, 2006

Nuovi contenuti per nuovi device 

Speciale Miptv 2006 - la frammentazione delle audience 

Da quanto è emerso dal panel sulla televisione on demand, "broadcasters e pubblicitari avrebbero tutte le ragioni per preoccuparsi", ha affermato Larry Gerbrandt, senior vice president e general manger di Nielsen Analytics", sottolineando i grandi cambiamenti in atto nel panorama delle televisioni.

Per fare un esempio aggiunge Larry, "le serie televisive più viste negli Stati Uniti (top rating) nel 2005 hanno avuto una share del 16% in confronto a quella ottenuta nel 1960, pari al 40%.

Il 17% degli spettatori di programmi in prime time negli Stati Uniti, li guarda in playback (utilizzando un DVR) e addirittura aumenta considerevolmente il numero di persone che pagherebbe per vedere uno show senza pubblicità."

Gli utenti hanno espresso in molte ricerche una precisa volontà di pagare per contenuti on demand, ma occorre raffinare i business model. Vanno pertanto riviste le strategie di programmazione ed i modelli di revenue.

Se le modelle chiedono un cachet troppo alto.... 

Vi piace questa ragazza?

E' una modella, ha un viso fresco e non chiede nulla quando sfila o reclamizza un prodotto.

No, non è generosa, si tratta di una modella virtuale. Forse questo video vi può convincere.

Non ci sono limiti all'utilizzo delle tecnologie digitali in pubblicità. I creatori di questa modella, hanno dichiarato che siamo solo all'inizio.

mercoledì, aprile 05, 2006

Speciale Miptv 2006 - il futuro dell'advertising - seconda parte 

Qui al Miptv, quasi tutti i relatori che hanno parlato di pubblicita' televisiva hanno sottolineato la necessita' di un suo radicale ripensamento.
Qualcuno ha evidenziato il fatto che nel media mix i budget pubblicitari abbiano avuto nel 2005 una ridistribuzione con una penalizzazione del 20% nei confronti della televisione, ma non avendo citato la fonte non mi e' possibile commentare. Mi interessa comunque questo dato per il segnale che lancia al mondo della pubblicita'.
In generale queste sono le istanze che il mondo pubblicitario sia dal lato della domanda, sia da quella ha evidenziato per la pubblicita' televisiva:
  • estendere il tempo di esposizione ad un brand oltre i canonici 30 secondi
  • definire nuovi formati pubblicitari compatibili con i nuovi modi di fruizione dei contenuti televisivi (time shifting, attenzione parziale, multitasking ecc)
  • trovare nuove forme di sponsorizzazione dei contenuti
  • creare nuove modalita' narrative per la pubblicita'
  • modificare il paradigma per i messaggi pubblicitari, dall'attenzione al coinvolgimento
  • superare il concetto di pubblicita' verso quello di comunicazione commerciale
  • differenziare il modo in cui le informazioni commerciali sono veicolate nei diversi formati utilizzati
  • differenziare le strategie di comunicazione consumer initiated (pull) e consumer opt in, sulle diverse piattaforme di distribuzione

Su questi concetti broadcaster, pubblicitari ed inserzionisti lavoreranno intensamente nel 2006.

Per quello che mi riguarda ho gia' iniziato a lavorare sulla comunicazione commerciale non pubblicitaria.

martedì, aprile 04, 2006

Speciale Miptv 2006 - il futuro dell'advertising 

Si è parlato in diverse conferenze di pubblicità, nelle sue diverse forme, ma anche della sua evoluzione, tanto che qualcuno non utilizza più il termine advertising.

La pubblicità come la conosciamo riguarda gli investimenti su spazi pubblicitari ed è sicuramente una parte importante per il finanziamento dei contenuti, ma nuove forme di comunicazione vanno ben al di là dell'advertising. Per questo si è spesso utilizzato il termine commercial communication.

Ne parlerò più diffusamente in prossimi post.

Incontri al Miptv 

Seguo da diversi anni David Caruso, un attore che mi piace molto. Sembra che CSI Miami sia la serie più vista in assoluto con un pubblico di oltre 17 milioni di spettatori a livello globale.

E' stato un piacere incontrare David, qui a Cannes, in occasione della presentazione dei nuovi progetti televisivi dell'attore, anche se rimane a mio parere CSI Las Vegas, la migliore serie televisiva, spero che Caruso non me ne voglia.

Speciale Miptv 2006 - il futuro del peer to peer 

Non sono poche le persone che si sono meravigliate quando l'anno scorso nell'organizzare l'evento Le Televisioni Digitali, nel corso del Broadband Week, ho deciso di presentare un dibattito in cui avrei accostato il modello della televisione tradizionale e la sua evoluzione digitale, a nuovi modelli di televisioni emergenti, come la blog tv, la tv basata su contenuti generati dagli utenti e la tv peer to peer.

Parlando di peer to peer tv, Guido Cibursky, amministratore delegato di Cybersky, primo progetto europeo di televisione peer to peer, ha cercato di spiegare che il peer to peer deve essere considerato soprattutto come un modello efficace di distribuzione e non solo essere accostato al fenomeno della pirateria.

A distanza di meno un anno, sembra che l'atteggiamento da parte degli operatori dell'industria della televisione e dell'informatica sia cambiato radicalmente.

Qui al Miptv, Erik Hugger, general manager di Microsoft Window Media U.S.A, ha spiegato la filosofia di Microsoft sulla distribuzione dei contenuti digitiali: un radicale cambiamento di approccio.

"Solo un anno fa il peer to peer era visto come una minaccia per il problema della pirateria, mentre ora può essere un ambiente efficace per la distribuzione di contenuti digitali".

Erik Hugger ha annunciato l'accordo con Terra Networks in Spagna per la distribuzione legale di contenuti video sulle diverse piattaforme in modalità peer to peer. Quindi ha parlato di interoperabilità tra piattaforme, (cosa di cui si discute da molto tempo), per portare un contenuto scaricato legalmente dalla rete oppure estratto da un DVD su tutti i device digitali (PDA, TV, pc, portable player ecc).

Quando scrivevo che cambiamenti hanno luogo più velocemente di quanto pensiamo, mi riferivo anche a questo.

Il mondo mediale subirà un cambiamento radicale entro i prossimi 36 mesi, oramai non si tratta più di interpretare i segnali deboli.

Chi si rifiuta ostinatamente di cambiare i propri "processi mentali" lo fa a suo rischio e pericolo

lunedì, aprile 03, 2006

Speciale Miptv 2006 

Sono appena arrivato al Palazzo del Festival e gia' mi sono fatto un'idea abbastanza precisa sull'edizione 2006 del Miptv.
Se durante il Miptv 2005 non si sono visti grandi cambiamenti e si e' discusso lungamente sulle principali tendenze relativa alla programmazione televisiva, sull'evoluzione tecnologica delle piattaforme di distribuzione e sul futuro dei contenuti televisivi e sui relativi modelli di business, ma anche sui contenuti per il mobile e per l'iptv, quest'anno molti degli annunci si sono trasformati in progetti concreti e finalmente in questa edizione vedremo le prime interessanti case histories.
La mia particolare sensazione e' che il cambiamento che avra' luogo nei prossimi 12 mesi sara' di grandissima portata. Sara' interessante comprendere quanti e quali operatori italiani della comunicazione sapranno cogliere le nuove opportunita' che si stanno creando.
Con questo post inizia un breve reportage da Cannes, dal Palazzo del Festival. Stay tuned.
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