martedì, febbraio 28, 2006

Basta seguire la luce 

Ancora un'opera diMattijn

Il vocabolario dell'innovazione 

Allargare la visuale
Abbattere le barriere all'immaginazione
Creare nuovi territori per l'ibridazione delle competenze
Costruire palestre creative
Validare, confermare o confutare
Misurare, misurare, misurare
Rileggere i classici con occhi nuovi
Estendere le proprie competenze
Imparare dagli errori
Ascoltare
Correggere il tiro
Considerare benevolmente l'errore se ci insegna qualcosa
Creare entusiasmo contagioso
Superare i propri limiti
Soffocare l'orgoglio
Fare in modo diverso le stesse cose
Fare nuove cose in modo tradizionale
Fare nuove cose in modo innovativo
Reagire positivamente ai rifiuti
Comprendere le ragioni degli altri
Giudicare obiettivamente
Celebrare i successi
Rimanere in contatto
Comunicare
Condividere
Imparare
Insegnare
Sperimentare
Vivere

Questo è il mio vocabolario, qual'è il vostro?
Oramai gli strumenti di comunicazione sono una commodity, se in pochissimi secondi con Google Page Creator è possibile progettare e pubblicare un sito, è evidente che il livello di professionalità richiesto alle agenzie di comunicazione si debba alzare notevolmente.

I clienti sono giustamente sempre più esigenti e richiedono un livello di servizio sempre più elevato. Molte agenzie web stanno cercando diverse competenze all'esterno. Questa è la mia percezione, dal numero di contatti che ho avuto solo nelle ultime due settimane da agenzie specializzate.

Il mio augurio è che anche le agenzie tradizionali di comunicazione colmino il gap, perché i mezzi digitali, ogni giorno che passa diventano sempre più importanti e richiedono professionalità molto specifiche, che tra l'altro sul mercato sono già disponibili.

In cammino verso nuove mete 

Un'altra grande opera di Mattijn

La comunicazione e la sindrome di Claudio Villa 

Claudio Villa è stato un grande cantante che ha fatto la storia della canzone italiana.

Una voce a lui dedicata su wikipedia lo descrive così:

Dotato di notevolissima voce tenorile, non saprà però rinnovarsi nel repertorio al cambiare dei tempi e delle mode. In particolare resterà per rempre legato alla canzone di stampo più melodico e popolare tipico degli anni '50. Sono quasi proverbiali gli acerrimi scontri con chi criticava il suo repertorio. Ogni anno al festival di Sanremo inscenava una qualche polemica plateale con l'organizzazione e la stampa, sia che fosse fra i partecipanti, sia che ne venisse escluso.

Il settore della Comunicazione in Italia è popolato da tanti "reucci" dalle grandi doti creative, ma purtroppo resistenti ai cambiamenti.

Molti grandi protagonisti del mondo delle agenzie di pubblicità ad esempio, come il grande Claudio Villa, non si stanno rendendo conto dell'evoluzione dei gusti del pubblico, e se non sapranno adeguarsi, rimarranno schiacciati dal cambiamento.

E' un vero peccato.

giovedì, febbraio 23, 2006

La competizione per l'acquisizione dei talenti 

Negli Stati Uniti da oltre due anni è iniziata la corsa per l'acquisizione dei migliori talenti da parte dell'industria della Comunicazione.

Tra le ultime notizie, Edelman, quotatissima società di pubbliche relazione ha deciso di avvalersi della collaborazione di Steve Rubel, uno dei blogger più influenti, curatore del seguitissimo blog Micropersuasion.

In Italia sembra che i diversi operatori del Marketing e della Comunicazione, vogliano fare tutto da soli e questo potrebbe comportare un ritardo sul time to market per i servizi avanzati di comunicazione, a vantaggio di nuove strutture specializzate che si stanno affacciando sul mercato.

Sembra una storia già vissuta, quando le agenzie di pubblicità, hanno perso il treno della comunicazione interattiva a vantaggio delle web agencies, che hanno saputo cogliere con prontezza le opportunità offerte da un nuovo mercato.

Quali saranno gli scenari per la Comunicazione Digitale 2.0?

Errare umanum est......


La foto è di Advertising Age

La citazione di Marketing Usabile 

Don't benchmark, futuremark

Tom Peters

Just say no to imitation 

Qui c'è lo zampino di Doug Savage

Dove il marketing non arriva 

Marketing can't do everything!

Marketing can make a dull product more compelling. Marketing can find the unique selling proposition of a product or service, differentiate you from competitors and generate leads, publicity and referrals.
The one thing marketing can't do is overcome a bad customer experience.


Denis Deverelle Crown

All'essenza del brand 

La foto è di Spring Globe

mercoledì, febbraio 22, 2006

Move on 

Se hai una buona idea, ti ascolto

se mi coinvolgi, ti seguo

ma se mi ispiri, sarò al tuo fianco

Innovazione è rovesciare i problemi 

La foto è di Gms

L'innovazione non può essere imposta 

Come avevo previsto, il 2005 è stato un buon anno per l'internet advertising in Italia e credo che il 2006 sarà ancora migliore.

Diversi nuovi clienti si sono avvicinati al web e hanno cominciato a valutarne le potenzialità strategiche, nonostante gli operatori del settore abbiano lavorato instancabilmente per oltre dieci anni.

Purtroppo dal punto di vista delle creatività, il medium non è ancora maturo. Vengono proposte ai clienti innovazioni tecnologiche, più che di concept.

Azzardo una nuova previsione. Nel 2006 aumenteranno notevolmente le campagne cosidette virali, ma mi domando, cosa succederà quando ci saranno in rete 1.000 filmati divertenti, 2000 concorsi a premi e 3000 giochi?

Sono tornato ad occuparmi di internet advertising dopo oltre quattro anni di intenso lavoro sulla pubblicità interattiva per le tv digitali, sto elaborando nuovi concept e formati, ma li proporrò solo alle aziende e alle agenzie più innovative, perché mi sono convinto che l'innovazione non può essere imposta a chi non la vuole e preferisce che essa si consolidi.

La citazione di Marketing Usabile 

D0n't focus on fear, focus on action !!!

Kay Allison

Sviluppare la capacità di contesto 

In un bel post oggi, Mauro Lupi affronta il tema della capacità di inserire qualsiasi ragionamento all'interno di un contesto più ampio, un segnale di maturità di una persona. Non potrei essere più d'accordo.

Credo che in tutti i campi ci sia un grande bisogno non solo di specialisti, ma soprattutto di nuovi "chimici" in grado di creare innovazione, attraverso la ricombinazione dei diversi "elementi " oggi a disposizione.


Discutiamo di competitività delle imprese italiane? 


Un'altra straordinaria opera di Mattijn

La consulenza di marketing 

La consulenza di marketing come la conosciamo oggi, sta per essere archiviata? Esiste ancora il consulente classico il cui output è il classico report, magari rilegato in pelle pregiata?

La mia personale esperienza come consulente, se posso ancora definirmi tale, è che sempre più aziende cercano figure professionali all'esterno, non solo in grado di aiutarle a meglio focalizzare gli obiettivi, razionalizzare le strategie, ma soprattutto in grado di partecipare in prima persona ai progetti.

Visto che non so mai come definirmi, mi sento un po' come Prince, che ogni tanto cambia nome, perché si sente soffocato da etichette e denominazioni.

Sono sicuramente un progettista, perché l'implementazione diventa sempre più importante anche per un consulente strategico.

L'innovazione di marketing oggi passa anche attraverso la razionalizzazione dei processi che consente l'ottimizzazione dei budget ed un miglior monitoraggio del ritorno sull'investimento.

martedì, febbraio 21, 2006

Essere realisti 

Intanto che qui si chiacchiera di innovazione, qualche spammer cinese, ha trovato il modo di inserire su questo blog degli irritanti pop up.

Qualcuno ha qualche idea come potrebbe essere successo? E' un'idea di Blogger, la piattaforma con cui bloggo oppure la cause è del codice maligno di uno dei servizi che utilizzo come Bravenet?

Sarà anche vero che ragioniamo di comunicazione innovativa, ma intanto arrivano i cinesi con una comunicazione forse poco sofisticata, ma anche con prodotti che costano un quarto i nostri.

Hanno ragione i commentatori di Marketing Usabile, altro che pubblicità 3.0. Dovremmo anche affrontare il tema della competività del Sistema Italia, l'innovazione è davvero un problema che ci riguarda da vicino.

Ispirazioni fungibili 

Anche le agenzie creative spesso cedono alla tentazione.

Perché non vedere in rete quello che fanno i nostri colleghi d'oltreoceano? Potremmo prendere qualche spunto per le campagne da proporre ai nostri clienti qui in Italia.

Informarsi, confrontare idee ed opinioni, ispirarsi attraverso la rete è auspicabile, ma occorre tenere ben presente che:
  1. le idee che si trovano in rete sono già state utilizzate e anche copiate
  2. le idee migliori circolano su circuiti chiusi, non certamente sui siti a carattere divulgativo
  3. anche altre agenzie stanno pensando esattamente la stessa cosa e navigano in rete in cerca di ispirazione e vai tutti con il marketing virale.
  4. anche i clienti fanno lo stesso e si accorgono spesso quando un'idea è stata riciclata
Per chi è davvero creativo, la cosa migliore è sparare fuori idee a gettito continuo....
.... quasi impossibile starti dietro.

Ieri, oggi e domani: il coraggio di cambiare 


Un'altra opera di Mattijn

Recruiting strategico 

Le aziende più innovative spesso sono quelle in cui da una parte esiste una forte cultura aziendale condivisa, ma dall'altra quelle che portano avanti le istanze della differenza come elemento di ricchezza.

Ci sono imprese che assumono solo ingegneri o laureati a quella determinata università. Lo so anche io che li la vità è più facile, ma sono estremamente ridotte le opportunità di "fertilizzazione incrociata".

Nella new media agency per cui ho lavorato, la diversità ha costituito per tanti anni una grande ricchezza. Mi confrontavo ogni giorno con persone provenienti da grosse società di consulenza, con gli ingegneri duri e puri, con i poeti del codice, con i creativi dei centri sociali e questo confronto ci ha portato allo sviluppo di un linguaggio comune e a prendere in considerazione differenti punti di vista. Poi ha prevalso la logica finanziaria e gran parte del patrimonio creativo si è perso, con la fuoriuscita dall'agenzia di diverse menti brillanti.

Non sono molte le volte in cui ho assunto personalmente qualcuno, ma tutte le volte che mi è capitato, non ho mai prestato troppa attenzione al curriculum vitae, con grande meraviglia di chi mi siedeva di fronte, durante il colloquio.

Vedi, aggiungevo alla fine del colloquio, io mi occupo di innovazione e dal tuo curriculum sono solo in grado di giudicare quello che hai fatto fin'ora e non quello che saresti in grado di fare se te ne fosse data la possibilità, per questo mi interessa di più comprendere il tuo potenziale e i tuoi atteggiamenti verso il nuovo, verso i colleghi, verso i clienti, verso le difficoltà, che farmi spiegare i tuoi successi passati.

Devo dire che in tutti i casi le persone assunte si sono rivelate molto valide.

lunedì, febbraio 20, 2006

Experience the brand 

Streetvertising campagna BBDO New York da Brand Infection

Pubblicità e qualità dell'attenzione 

Da sempre, in pubblicità il concetto di attenzione è di fondamentale importanza. Come ci ha insegnato Ogilvy, creare attenzione non è particolarmente difficile, basta portare a passeggio un gorilla rosso con le mutande rosse.

Il vero problema è la gestione dell'interesse e la trasformazione dell'attenzione in intenzione. In poche parole quello che conta non è l'attenzione tout court, ma la qualità dell'attenzione.

Per questo con alcuni ricercatori stiamo lavorando ad un processo innovativo della misurazione della qualità dell'attenzione, che tenga in considerazione, quella potenziale e quella effettiva, ma anche il livello di coinvolgimento.

Stay tuned.

L'evoluzione delle strategie motivazionali in azienda 

Un'altra mordente vignetta di Doug Savage

Pubblicità interattiva 3.0 

Intanto che in Italia, centri medie ed agenzie pubblicitaria cominciano a strutturarsi, creare le competenze per la pubblicità interattiva 1.0 per le tv digitali, il resto dell'Europa ha già accumulato competenze specifiche e sta già lavorando sui formati della pubblicità interattiva 2.0.

Sto organizzando un viaggio negli Stati Uniti, che non so quando avrà luogo per incontrare un paio di colleghi con cui affronteremo i primi esperimenti di pubblicità 3.0.

Ovviamente la classificazione è arbitraria e serve solo a titolo di esemplificazione.

Lavoreremo nei prossimi mesi su nuovi linguaggi, format, modelli e modelli di misurazione.

Ogni giorno mi meraviglio per la velocità con cui stiamo procedendo. Sicuramente dobbiamo rallentare perché non è saggio anticipare di troppo il mercato.

Spero però che qualcuno cominci a rendersi conto che non stavo esagerando quando già quattro anni fa parlavo di cambiamenti epocali della comunicazione, sembra che le diverse mie previsioni si stiano inesorabilmente avverando.

sabato, febbraio 18, 2006

Relazioni di Business 


Quest'opera è di Mattijn

venerdì, febbraio 17, 2006

La pubblicità nell'era del DVR 


Caro futuro cliente, non possiamo spiegarti in un spot da 30"" le caratteristiche della nostra straordinaria autovettura, probabilmente lo skipperesti, non ti chiediamo neanche di fidarti di quello che ti diciamo, quindi:

"Google Pontiac and discover for yourself."

Se ne parla qui, qui e qui, mentre se volete vedere lo spot cliccate qui.

La velocità del pensiero 

Sono spaventato e felice allo stesso tempo, è un periodo per me di grande creatività, ma ho difficoltà a fermare i miei pensieri.

Sto lavorando ad una serie di progetti tra loro completamente differenti ed ognuno influenza l'altro e ne ispira di nuovi.

Mi sto occupando di nuovi formati, nuovi linguaggi, nuovi modelli di misurazione, nuovi contenuti di marketing e per il marketing, utilizzando nuove tecnologie con cui sto imparando a familiarizzare.

Sto rimettendo in discussione tutte le mie convinzioni e quanto ho appreso fin dai tempi dell'università. Sono aperto al nuovo, non ho pregiudizi e non sono innamorato delle mie idee, ciò significa che sono disponibilissimo a metterle in discussione, nel momento in cui nuovi concetti mi sono più utili di metodi e modelli consolidati. Questo mi sta facilitando molto.

Sto conoscendo tante nuove persone che si stanno avvicinando con interesse al mio lavoro, esperti di usabilità o di ergonomia, ricercatori con cui sto lavorando su nuovi modelli di misurazione della pubblicità, project manager di società tecnologiche, designer, produttori televisivi, esperti di semiotica e tanti altri mi stanno offrendo punti di vista che non avevo considerato prima d'ora e spero a mia volta di potere essere di ispirazione per loro.

Stanno partendo diversi interessanti progetti con l'Università, che daranno un ulteriore booster al know how sui nuovi processi di progettazione e di ingegnerizzazione dei contenuti e dei messaggi pubblicitari sulle diverse piattaforme di distribuzione.

Non sono felice di aver avuto ragione, quando affermavo che era necessario fare esplorazione sui nuovi territori della comunicazione prima della creazione di una massa critica di utenti in grado di creare nuovi mercati, perché oggi molti soggetti importanti con cui amerei lavorare non sono pronti.

La velocità con cui mi vengono nuove idee mi spaventa, ho intere cartelle piene di appunti, sparsi e disordinati che non riesco ad organizzare.

Stiamo vivendo una delle fasi più interessanti in assoluto della comunicazione, ci troviamo alle porte di un cambiamento epocale, quello che gli americani chiamano un paradigm shift.

E' un momento davvero storico ed esaltante. Stiamo vedendo nascere l'Iptv, nuovi modi di progettare contenuti sui mezzi mobili, sta per cambiare la direttiva Tv Sans Frontieres, che aprirà nuovi scenari per la comunicazione televisiva.

La pubblicità sta cambiando sotto i nostri piedi, così come le opportunità offerte dalla seconda ondata di tecnologie di rete.

Anche la comunicazione sul punto vendita, come le affissioni subirà enormi cambiamenti. Teconologie cone l'Rfid, la geolocalizzazione, nuovi modelli per la profilazione dinamica, una nuova generazione di smart card, stanno aprendo scenari di cui è difficile intuire i contorni.

Ho anche il timore che interessi politici, chiusure mentali, discorsi di bottega, ostacoleranno nel breve il cambiamento, anche se sono assolutamente certo che esso non potrà essere fermato nel lungo periodo.

Mi domando se accanto al progresso tecnologico, che avanza a ritmi straordinariamente veloci, si stia anche diffondendo una consapevolezza per una comunicazione più rispettosa, più umana, empatica ed emozionale.

L'intero progresso tecnologico non ci servirà a nulla se non impareremo a cambiare le nostre teste ed i nostri cuori, altrimenti qualcuno potrebbe decidere di spegnere tutto e non volere più essere connesso. Quel giorno dovremmo iniziare da capo.

Ripensare la misurazione 

Un'altra grande opera di Don Tatro

Findability v/s Discoverability in rete 

Le aziende che hanno un sito internet, giustamente si pongono il problema della visibilità, spesso chiedendo ai consulenti e alle agenzie specializzate in search engine marketing di elaborare strategie di ottimizzazione della loro presenza sui motori di ricerca.

Con il termine di findability, ci si riferisce al livello di facilità con cui gli utenti searcher sono in grado di trovare le informazioni di loro interesse, utilizzando diversi tools di ricerca e specularmente il livello di facilità per un brand di essere trovato in rete.

Occorre ricordare che nonostante l'utilizzo dei motori di ricerca sia lo strumento principe nella navigazione in rete, il concetto che sta alla base del comportamento di navigazione degli utenti definiti searcher è l'intenzionalità.

Ci sono una grande parte di utenti della rete definiti surfer che pur potenzialmente in target non avendo manifestato l'interesse nei confronti di un brand, dei suoi prodotti o servizi per questo molto spesso non vengono raggiunti.

Per questi utenti, si parla solitamente di strategie di discoverability nella misura in cui un marchio è in grado di svelarsi e di rendersi attrattivo anche a quegli utenti che sono on line per motivazioni ad esempio di carattere ludico o perché desiderano trascorrere il loro tempo libero.

In molte campagne sul web, sembra mancare una coerenza ed una differenziazione di approccio, sia nella progettazione dei contenuti, sia nelle strategie di visibilità rivolte alle differenti tipologie di utenti, che navigano in rete con motivazioni diverse.

giovedì, febbraio 16, 2006

La competizione per l'audience 


L'opera è di Ozgur Saral

Le priorità dei marketer per il 2006 

Sia chiaro, questo post non ha alcuna pretesa di rappresentazione statistica. Si basa sul campione di marketing e communication manager con cui sono entrato in contatto quest'anno.

Ad ogni incontro ho formulato sempre la stessa domanda che ho posto in questi termini:

"secondo lei, a prescindere dagli obiettivi di comunicazione specifici che la vostra azienda sta fissando, quali possono essere le cinque priorità nei confronti dei nuovi media o di mezzi come la televisione che sta subendo profonde evoluzioni o ancora in riferimento a nuove modalità di comunicazione, come blog, podcast ecc?"

Gli uomini di azienda con cui ho parlato hanno fissato una serie di obiettivi per quest'anno in relazione ai new media:
  • comprendere le opportunità offerta dai nuovi mezzi di comunicazione prima di investire
  • verificare le modalità per rendere più efficace e mirata la propria comunicazione al fine di raggiungere i propri target, cercando di diminuire le duplicazioni e le dispersioni
  • definire criteri sempre più precisi per verificare il ritorno dell'investimento
  • trovare nuove modalità per estendere gli effetti dei progetti di comunicazione nel tempo e nello spazio.
  • cercare di ridurre la complessità utilizzando migliori strumenti a supporto delle decisioni
Voi uomini d'azienda che state leggendo, condividete queste priorità per l'anno in corso oppure ne volete segnalare altre?

mercoledì, febbraio 15, 2006

Le nuove professioni del marketing 

Ci sono alcune professioni che stanno emergendo e che si stanno sviluppando all'interno degli uffici marketing delle grandi aziende.

Il trend watcher
è la figura professionale che si occupa dell'analisi e del monitoraggio dei macrotrend, coordina la raccolta del sistema informativo sulle tendenze e commissiona gli studi alle agenzie specializzate nell'analisi dei trend come Iconoculture, The Intelligence Group, Influxinsights, o l'italianissima Future Concept Lab. L'analisi delle tendenze è un mestiere sempre più complesso e richiede competenze multidisciplinari.

L'usability manager
E' colui che si occupa dell'usabilità di tutti i progetti di comunicazione, può essere una figura all'interno dell'azienda o un consulente esterno. E' una figura professionale con cui ultimamente collaboro sempre più spesso.

Il brand content manager

E' la persona che si occupa della progettazione dei contenuti di marketing e per il marketing. Quando l'azienda non ha all'interno una figura specifica si avvale di consulenti esterni. Questa è una delle attività di consulenza su cui sto lavorando maggiormente.

Tra i mestieri in profonda evoluzione nel marketing ve ne sono alcuni interessanti nell'ambito del retail e del trade marketing.

In prossimi post tornerò nuovamente sull'argomento.

Iptv Forum 

Non si può proprio dire che mi stia annoiando. Visto che oramai sulla progettazione di contenuti per l'Iptv e per il DVB-H ho sviluppato una serie di competenze specifiche, accanto ai progetti di natura editoriale, riservo una buona parte del mio tempo lavorativo alla formazione e alla progettazione di grandi eventi proprio su queste tematiche.

Per chi fosse interessato al tema dell'Iptv, segnalo un convegno di Business International, che sto curando come progettista, sulla scia di quelli che ho organizzato in passato.

Il programma del forum è visibile qui.

Se avessi aspettato che i tempi fossero maturi, ora che si sta aprendo il mercato, non sarei pronto.

Play it again, Sam (same marketing) 

Ci sono attrici e attori che si lamentano perché sono vittime del loro successo. Hanno interpretato magistralmente una parte e registi e produttori gli offrono sempre copioni molto simili.

Succede anche ai professionisti. Mi è capitato di lavorare su qualche progetto di marketing o su conferenze particolarmente ben riusciti e questo mi ha creato nuove opportunità di lavoro.

In molti casi mi è stato richiesto di replicare e lavorare su progetti molto simili a quelli che avevo già fatto in passato.

Le case histories dovrebbero servire a dimostrare le capacità e non costituire materiale da replicare.

Cari committenti perché in molti casi non volete un progetto originale, non desiderate forse distinguervi dai vostri competitori?

Customer acquisition 

Un'altra vignetta di Doug Savage

martedì, febbraio 14, 2006

La forza di credere all'innovazione 

Quando lavoravo in agenzia, mi occupavo di ricerca e sviluppo e naturalmente costituivo per l'azienda una voce di costo, anche se ero sempre molto orientato, così come lo sono oggi, allo sviluppo di prototipi.

Ho indicato alcune strade che avrei voluto percorrere, il mobile marketing, il marketing convergente, i contenuti per le televisioni digitali, la pubblicità cross mediale, il digital branding, tutte considerate premature.

La mia ostinazione mi ha portato oggi a sviluppare una serie di competenze che oggi mi sono davvero utili per l'enorme mercato della "convergenza" che si sta aprendo.

Oggi sono davvero felice delle scelte che ho fatto. L'innovazione è come acquistare una casa, non è mai conveniente quando lo fai, nella maggior parte dei casi, se hai fatto un affare, lo puoi scoprire solo a distanza di tempo, quando i prezzi sono saliti.

Chi si occupa di marketing strategico deve anche sapersi fidare del proprio istinto.

Ritorno al vero Marketing 

La volete una case history davvero interessante? Mi dispiace deludervi ma mi riferisco ad un'azienda italianissima.

Alcuni giorni fa la San Lorenzo, una società che vende specialità gastronomiche on line, ha promosso un'iniziativa promozionale per farsi conoscere attraverso i blogger. Invece della solita campagna pubblicitaria, a tutti quelli che ne hanno fatto richiesta si è deciso di inviare una confezione di trofie ed un vasetto di pesto. L'idea è del vulcanico Antonio Tombolini.

Il mio pacchetto è arrivato oggi. La prima impressione è altamente positiva. I colori del packaging e del catalogo (blu oro e bianco) esprimono i valori espressi dal claim: per la nobiltà della tavola, con eleganza, ma senza troppo sfarzo.

Non ho ancora provato il prodotto, ma intanto posso affermare che questo stile di comunicazione fresco e diretto, a mio parere porterà ancora più lontano quest'azienda che ha celebrato nel 2005 il suo ventesimo anniversario.

Tanti auguri San Lorenzo, hai trovato un nuovo cliente.

lunedì, febbraio 13, 2006

Le nuove idee di marketing 

Uno dei rischi più frequenti che corrono brand manager, pubblicitari e consulenti è quello di innamorarsi di una nuova idea di marketing e cercare di inserirla in più contesti anche forzatamente.

Sta succedendo oggi con il marketing virale, succederà domani con il product placement, come è successo ieri con l'e-mail marketing.

Occorre saper integrare idee e modelli tradizionali, con quelli innovativi, non gettare in blocco il vecchio e non abbracciare tutto il nuovo. L'approccio di avvicinamento alla nuova idea deve essere freddo e razionale.

Non è facile, ma occorre fare uno sforzo.

La foto è di Felipe

I business model della pubblicità interattiva sulle tv digitali 

Per tutti quelli che mi hanno contattato per avere maggiori informazioni sul corso che tengo il prossimo venerdì 17 (per chi non è superstizioso), sul tema dei nuovi modelli di business model della pubblicità sulla tv interattiva.

  • Parleremo di formati, di nuovi modelli di progettazione e pianificazione della pubblicità.
  • Parleremo delle sfide del DVR
  • Affronteremo i temi della misurazione
  • Ci soffermeremo sul concetto di interattività sulle diverse piattaforme della tv digitale
  • Vedremo tantissime case histories
Il corso è organizzato da Business International ed il programma si può vedere qui.

Come sapete, quest'anno la mia attività di formatore sui temi innovativi si è intensificata. A breve vi parlerò di altri corsi che sto progettando.

I territori del marketing 


E' strano, ma è proprio vero che nessuno è profeta in patria.

Avevo parlato di Marketing Usabile all'ultimo Congresso dell'Associazione Italiana Marketing, di cui sono stato Consigliere Direttivo per diversi anni. Il mio intervento è stato apprezzato, ma non sono sicuro che abbia "bucato" come si dice in gergo televisivo.

Sono rimasto piacevolmente stupito, quando il pubblico del VIII Congresso Nazionale della Società Italiana di Ergonomia ha apprezzato il mio intervento, ma ancora di più quando gli illustri relatori che mi hanno preceduto hanno utilizzato un linguaggio e hanno affrontato i temi che mi stanno a cuore.

Lucia Massarutto, di estrazione psicologa ed esperta di usabilità, ha sapientemente moderato la sessione a cui ho partecipato, dal titolo: "usabilità tra creatività e marketing" insieme a Roberto Montanari, dello Human Machine Interactiong Group dell'Università degli studi di Modena e Reggio Emilia.

Carmelo di Bartolo, docente del Politecnico di Milano ed esperto di Design Innovation, ha introdotto il tema dell'user centered design.

Infine M. Giannini della Direzione Registro Imprese di Infocamere ha mostrato come l'usabilità possa essere di ausilio alla vendibilità di un servizio.

Ho inserito le varie tematiche affrontate dai diversi relatori (me compreso) in una mappa mentale che qui riporto e vi sfido a indovinare quali sono i concetti introdotti da me, visto che conoscete bene questo blog. Non provateci nemmeno, rischiereste di sbagliare. I relatori che mi hanno preceduto hanno utilizzato linguaggi caratteristici del marketing ed io ho affrontato i temi dell'ecologia della comunicazione, senza timori di debordare dal proprio campo di competenza. L'ibridazione è stata completa ed ha dimostrato quello che sostengo da tempo.

E' la differenza che porta valore ed innovazione. Un ambiente omogeneo difficilmente sarà creativo ecco perché continuo a sostenere che troppe best practices sono controproducenti, vanno infatti gestite con attenzione e sotto prescrizione medica. :)

domenica, febbraio 12, 2006

Resistenza al cambiamento: per qualcuno è la salvezza 


Un'altra vignetta di Doug Savage

Peer to Peer philosophy 

Quando si parla di peer to peer a qualcuno viene in mente la pirateria. Eppure sono moltissimi che si stanno ispirando a questo concetto anche in ambiti differenti (management, organizzazione della produzione, knowledge management, politica e via discorrendo).

Potete anche non essere d'accordo con le idee contenute in questo breve saggio di Michael Bauwens, converrete con me che è comunque denso di spunti interessanti.

Credits per l'immagine

Le sette leggi spirituali del successo 

Facendo un po' di ordine tra i miei libri ho ritrovato un volume di Deepak Chopra che ho riletto tutto d'un fiato. Sono le sette leggi spirituali del successo. Una sinossi è disponibile in questo sito.

Scusatemi se insisto, ma forse varrebbe la pena introdurre questo testo nei master al posto di qualche case history d'oltreoceano, visto che troppe best practice cominciano a far male alla salute mentale dei futuri manager.

Provate solo a leggere la sinossi e ditemi se non è più illuminate di un libro di strategia.

Anche quest'immagine è un'opera di Don Tatro

venerdì, febbraio 10, 2006

Energia creativa 


Un'altra straordinaria opera di Don Tatro

Ancora sul blog marketing 

E' stata pubblicata una mia intervista sulla rivista P5, la seconda in cui parlo di blog per il marketing.

Ho espresso il mio pensiero ripetutamente sull'argomento, ma visto che apparentemente qualcuno potrebbe pensare che io possa essere il paladino del blog marketing, vorrei chiarire alcuni concetti, per essere sicuro di essere stato chiaro a sufficienza nei miei post passati.

Ci sono alcune aziende od organizzazioni a cui sconsiglio vivamente di aprire un blog se si riconoscono in questa descrizione.
  1. Aprite un blog perché ve lo ha consigliato un consulente o perché l'idea piace tanto all'amministratore delegato, ma non avete perfettamente compreso perché lo dovreste fare
  2. Considerate i reclami dei vostri clienti un'inutile seccatura a cui cercate di dare risposta un po' come potete
  3. Ci mettete almeno due giorni a rispondere ad una mail
  4. Avete un sito di comunicazione in cui si parla esclusivamente di voi e dei vostri prodotti
  5. L'utilizzo di internet e della posta elettronica è riservata solo ad alcuni dei vostri manager e non a tutti
  6. La maggior parte delle mail aziendali vengono gestite dalle segretarie
I manager di queste aziende o organizzazioni non dovrebbero sentirsi sminuiti, l'importante è che non utilizzino strumenti di comunicazione che non vogliono o non possono gestire. Ce ne sono tantissimi altri a loro disposizione.

giovedì, febbraio 09, 2006

La citazione di Marketing Usabile 

"Creare è dare una forma al proprio destino."

Albert Camus (1913-1960)

Ingegneria dei percorsi informativi di marketing (prima parte) 

Ingegnerizzare i percorsi informativi di marketing significa progettare il contenuto più appropriato per il giusto destinatario, utilizzando il "canale più corretto".

Implica un'attenta analisi dei target, dei contesti e dei modelli di fruizione. E ' l'insieme di tutti questi elementi che rende un contenuto potenzialmente più o meno rilevante per chi ne deve fruire.

Forse un esempio può meglio chiarire il concetto. Come si sceglie la lunghezza o il livello di approfondimento di un contenuto? Quanto deve essere la lunghezza di un testo? Quando quella di un formato video in funzione di determinati obiettivi di marketing? ( 15 secondi 30 secondi, 1 minuto, 3 minuti, 30 min ecc). E' evidente che per qualcuno uno spot di 30 secondi è troppo lungo e per altri invece un contenuto video di 15 minuti è troppo breve.

Come si intercalano contenuti informativi con quelli commerciali? Come si costruiscono e si differenziano i percorsi informativi?

Nella maggior parte dei siti corporate o di prodotto che si possono vedere on line attualmente, l'architettura dei contenuti non è stata progettata in modo razionale e ci sono quindi ampi spazi di miglioramento.

Le agenzie web italiane sono cresciute moltissimo in termini di competenza. Hanno inserito professionalità specifiche come gli esperti di usabilità, art director e copy specializzati nei new media, ma molte di esse non ha ancora sviluppato skills relativi all'ingegnerizzazione dei contenuti di marketing.

Un'importante struttura inglese mi ha contattato per un progetto internazionale che stanno sviluppando per conto di un cliente internazionale. E' un vero peccato constatare che sono ancora poche le agenzie italiane che sono sensibili a questi temi, ci sono ancora tanti gap da colmare per allinearci agli standard internazionali sulla comunicazione digitale.

Sull'argomento spero di riuscire presto a tenere un corso a Londra.

mercoledì, febbraio 08, 2006

Bird Dance 

La foto è di Iguana Jo

L'evoluzione delle idee 

Quando all'inizio dell'anno scorso ho iniziato a progettare una conferenza dal titolo: le televisioni digitali, dalla tv di massa alla massa delle tv e ho inserito in qualità di relatori nello stesso programma, i broadcaster, i blogger e una società che si proponeva di lanciare un modello di televisione peer to peer, quando si parlava solo di digitale terrestre, devo confessare che qualcuno mi ha preso per pazzo.

Quando ho deciso di aprire un blog di marketing che trattasse i temi dell'usabilità e dell'ecologia del pensiero, alcuni miei colleghi tradizionalisti non hanno capito dove volessi andare a parare.

Dopotutto non ho inventato nulla, come ho sempre detto, vuoi chiamarlo minimarketing 0 marketing usabile, o in mille altri modi, è una corrente di pensiero che ogni giorno si rinforza e che crede in un marketing più a misura d'uomo e in una comunicazione più vera ed onesta.

Sono felice di essere stato invitato come relatore ad una conferenza della Società Italiana di Ergonomia, per parlare di marketing usabile. Come mi hanno spiegato gli stessi organizzatori, solo un anno fa, questo non sarebbe accaduto.

Spesso sono pessimista, ma devo notare che molte idee circolano più rapidamente di quanto abbia immaginato solo pochi mesi fa e di questo sono davvero felice.

L'immagine è tratta dal sito di Ergoteam

Ancora profilazione statica? 

Un'altra opera di Don Tatro

martedì, febbraio 07, 2006

Adaptive Marketing 

Le strategie di marketing delle imprese internazionali si stanno adattando in funzione delle tendenze di breve e di lungo periodo che si stanno delineando.

Mc Kinsey ha evidenziato dieci macrotrends da osservare nel 2006 che stanno modificando gli scenari competivi.

Razionalizzare Il processo di marketing 

Parlando con alcuni colleghi statunitensi ho avuto conferma che i temi dell'attuale dibattito in corso tra le agenzie di comunicazione d'oltreoceano non afferiscono esclusivamente alla sfera degli output (formati di comunicazione e tendenze creative), che riguardano le nuove opportunità che si stanno aprendo in relazione ai nuovi modelli di fruizione dei contenuti digitali, ma anche e soprattutto alla razionalizzazione del processo di progettazione e distribuzione dei contenuti di marketing e per il marketing.

Questo significa che con un migliore processo di creazione, progettazione, pianificazione e misurazione è possibile razionalizzare gli investimenti di comunicazione e di marketing a parità di bugdet.

Questo è uno dei temi su cui sto lavorando attualmente ed è uno dei campi su cui si giocherà la competizione tra le agenzie di comunicazione e di marketing nei prossimi anni.

Mi sembra che le imprese più innovative, siano estremamente attente in questo particolare momento, non solo alla proposta creativa, ma anche all'intero processo di pianificazione e controllo.

Le analisi a supporto del processo decisionale sono sempre più richieste e anche la propensione al loro acquisto.

L'errore fatale 

Come diversi blog hanno riportato, a Davos, il ministro Tremonti avrebbe risposto in modo arrogante e villano al noto economista turco Nouriel Roubini, colpevole di avere osato criticare la politica economica italiana.

Roubini avrebbe risposto nel suo blog in modo pacato ma deciso: "Italy and Italians deserve better rulers than this buffoon that made a fool of himself in public and embarrassed his own entire country".

L'episodio mi offre l'occasione per parlare nuovamente del provincialismo italiano che è la vera causa della perdità di competitività delle imprese italiane.

Viviamo ancora nei fasti del passato, crediamo di essere i migliori, non possiamo ascoltare le critiche di un economista turco, men che mai accettare il fatto che gli egiziani fanno delle ottime pizze o che una cantante lirica o violoncellista coreana possa eseguire la grande musica italiana.

Possiamo continuare ad illuderci o accettare che imprese come H&M o Zara stanno dando un gran filo da torcere alla italianissima Benetton.

Vedrete che anche nel campo dell'alta gioielleria ne vedremo delle belle.

Sono sicuro che se continueremo a sottovalutare i Paesi Emergenti, perderemo competività anche nei settori dove crediamo di essere imbattibili come l'alta moda.

Sono anni che scrivo della necessità di ripensare il Made in Italy. Ma siamo troppo presi a celebrarci. Sarà questo il nostro errore fatale.

lunedì, febbraio 06, 2006

Dura la vita degli innovatori :) 

Un'altra vignetta di Doug Savage

Le follie del webmarketing 

Credo di essere stato una delle prime persone in Italia ad occuparsi professionalmente di webmarketing e ad avere utilizzato il termine. Oggi non lo uso più.

Basta fare un po' di ricerche in rete alla voce webmarketing per imbattersi nelle offerte di società che offrono il posizionamento sui motori di ricerca. L'ho scritto tante volte, ritengo che questa attività per quanto importante, non possa e non debba essere associata al termine webmarketing.

Fare marketing anche digitale è molto di più dell'ottenimento di visibilità in rete. Spero che la lezione del caso BMW (via Mantellini), sia di monito per tutti.

La visibilità senza un progetto sostenibile, non serve a nulla. Le dot com ce lo hanno insegnato.

Altro che Corporate Responsibility 


Un'altra incredibile opera di Don Tatro.

La diffusione dell'innovazione di marketing 

La diffusione della cultura sull'innovazione di marketing ha luogo sicuramente in rete, ma viaggia a due velocità e attraverso canali differenti.

Vi sono in primis una serie di fonti, blog, siti e gruppi di discussione in cui si discutono e si diffondono le idee sui principali temi innovativi sul marketing. Questi si aggiungono alle fonti tradizionali di aggiornamento, come le diverse riviste specializzate ed i convegni. Qui si possono trovare articoli, white paper, discussioni ad ampio respiro così come nuove teorie e filosofie di marketing a carattere generale.

Esistono poi una serie di fonti cosidette premium, dove si possono trovare contenuti più pregiati, ma rigorosamente a pagamento.

Infine c'è una fitta rete chiusa di professionisti che condividono strumenti operativi e modelli, il cui ambito è ristretto e riservato a quelli ritenuti più innovativi.

Il modello di diffusione della cultura è di tipo peer to peer, per cui chi vuole partecipare non può solo prendere, senza dare nulla in cambio, pena l'esclusione.

Questo meccanismo del doppio binario, consente di far circolare le nuove idee, facendo in modo che i modelli applicativi non vengano scippati.

Questo è a mio parere un efficace sistema di protezione delle idee, che ne permette la libera circolazione. Chi fa plagio, solitamente ha accesso a fonti libere solitamente già disponibili a tutti.

La protezione delle idee 

Torno nuovamente sull'argomento della protezione delle idee, che come sapete bene, mi sta particolarmente a cuore.

Le idee sono nell'aria e difficilmente sono brevettabili. Per questo quando scrivo e poi diffondo i miei pensieri sul web utilizzo le licenze Creative Commons, lasciando ampia libertà di riprodurre i miei scritti a condizione di citare l'autore. La mia opinione sul plagio penso sia chiara, l'ho già espressa tante volte su questo blog.

Per questo non resto indifferente quando vedo che ampi stralci di alcuni miei scritti di oltre dieci anni fa, vengono riprodotti senza alcun valore aggiunto e naturalmente senza citare la fonte "di ispirazione". Cribbio, fatevi furbi almeno cambiate le parole, soprattutto se siete personaggi conosciuti :).

A titolo di esempio stanno circolando le idee relative ad un mio vecchio articolo dal titolo "Cross Marketing" pubblicato nel 1998 sulla rivista Web Marketing Tools, in cui introdussi il tema della comunicazione integrata di marketing. (Chi volesse copia dell'articolo, me lo può richiedere)

Se vorrete fare l'esercizio potrete facilmente confrontare su un motore di ricerca, il mio testo con quelli di chi si è "liberamente ispirato" ad esso. Non lo capisco, perché citare una fonte, certo non sminuisce chi lo fa, se chi scrive apporta nuovo valore. Mi sono permesso di togliermi il sassolino dalla scarpa, ma non voglio spingermi nella polemica, che ritengo di scarsissimo interesse.

Sono diverse le agenzie che dichiarano oggi di fare comunicazione integrata, ma pochissime lo fanno davvero, limitandosi a declinare un messaggio su più media.

La comunicazione integrata di marketing richiede un'approfondità conoscenza del marketing e delle potenzialità offerte da tutti i mezzi impiegati in modo sinergico ed olistico. Le agenzie di comunicazione che utilizzano più media (stampa, televisione, web ecc), non fanno necessariamente progetti integrati di comunicazione.

Non tutti i canali di comunicazione ed i media assolvono la stessa funzione, per questo è molto importante comprendere il funzionamento dei processi di rinforzo dei messaggi di marketing.

Credo che sul tema sia indispensabile fare ulteriori riflessioni, per questo desidero tornarci ancora.

Fonte dell'immagine è Radionotizie

Customer Engagement 


Un'altra memorabile opera di Don Tantro
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