sabato, dicembre 24, 2005

Buone Feste a tutti voi 


Auguri sinceri di Buone Feste e per un sereno 2006 a tutti voi, con un ringraziamento per avermi seguito fin qui.

A presto :)

giovedì, dicembre 22, 2005

Linkoteca per gli amanti della pubblicità 

Hold the line 


"Hold The Line"

TOTO - David Paich

It's not in the way that you hold me
It's not in the way you say you care
It's not in the way you've been treating my friends
It's not in the way that you'll stay till the end
It's not in the way you look or the things that you say that you do

Hold the line
Love isn't always on time

It's not in the words that you told me
It's not in the way you say you're mine
It's not in the way that you came back to me
It's not in the way that your love set me free
It's not in the way you look or the things that you say that you do

Hold the line
Love isn't always on time

It's not in the words that you told me
It's not in the way you say you're mine
It's not in the way that you came back to me
It's not in the way that your love set me free
It's not in the way you look or the things that you say that you do

Hold the line
Love isn't always on time

It's not in the way that you hold me
It's not in the way that you make me feel
You see
It's all about the way you do the things you do
The way you do it
You've got to hold it
Hold it

Hold the line
Love isn't always on time

Se fosse così semplice... 

Il consumatore attivo 

Diversi studi hanno dimostrato che sono sempre di più i consumatori che utilizzano internet per raccogliere informazioni e per la formazione delle loro preferenze di acquisto su diversi prodotti e servizi, specialmente sui beni durevoli e sui servizi complessi.

Tra i diversi studi, volevo segnalare quello dell'Università di Toledo negli Stati Uniti che analizza il tema dell'influenza sociale nel processo di acquisto.

Personalmente quando prenoto un hotel, utilizzo spesso Trip Advisor e nell'acquisto di libri, tengo in dovuta considerazione i consigli dei miei colleghi.

Le imprese che deliberatamente decidono di ignorare o che sottovalutano le dinamiche relazionali dell'influenza sociale che hanno luogo in rete, compiono dal mio punto di vista un grave errore.

mercoledì, dicembre 21, 2005

Audio Branding e le nuove professioni del marketing 

Sapete cosa significa il termine Muzak? E' quella musica di sottofondo che si ascolta negli ascensori dei grandi alberghi oppure nei grandi magazzini e in certi punti vendita. Si prefigge di creare esperienze piacevoli, stimolando un senso importante come l'udito.

Fragranze e suoni sempre di più vengono utilizzati nel marketing, tanto è vero che sono sempre più numerose le agenzie creative specializzate in audio branding.

Le professioni del marketing e della comunicazione sono in costante evoluzione, da una parte aumentano gli specialisti con competenze su aree molto specifiche e dall'altra dovranno crescere i generalisti creativi in grado di gestire progetti complessi.

Io mi definisco un generalista creativo.

Lavorare sui nuovi linguaggi della comunicazione 


C'è molto da fare sul versante dei nuovi linguaggi. E' evidente che se non li impariamo non verremo ascoltati da una ampia fascia di persone.

Il consumatore che evolve 


Il marketing deve cambiare perchè il consumatore è cresciuto e sta diventando ogni giorno più consapevole grazie anche ad internet.

E' interessante che proprio oggi Roland mi segnali l'esistenza di Buy Why un progetto che mi sembra davvero interessante, mentre Massimo Mantellini, scrive un post su This is broken, un sito che come descritto dal suo curatore si propone di "rendere il mondo del business più consapevole della customer experience dei clienti al fine di migliorarla."

Chissa se il periodo del "fuffa marketing" può dirsi archiviato, a me sembra che abbiamo ancora tanto lavoro da fare.

La killer application del marketing che verrà 

Tutti alla ricerca della killer application, la ricetta magica, l'ingrediente misterioso.

Volete proprio sapere quale sarà il marketing che funzionerà? E' quello che io definisco il marketing della buona fede.

Mi sembra di capire che la gente sia stufa di trucchi e trucchetti, di concorsi, premi e cotillons, di sotterfugi, di tecniche seduttive manipolatorie e chiede solo un po' di autenticità.

Care imprese, levatevi il rossetto in eccesso, se non vi accontentate di portare a letto i consumatori e se ambite ad una relazione di lungo periodo.

martedì, dicembre 20, 2005

Trust me! 

La foto è di tp

La trappola della customer satisfaction (seconda parte) 


In un post ho evidenziato la mancanza di una relazione biunivoca tra customer satisfaction e livello di fidelizzazione dei clienti di un marchio/impresa.

Ritengo il ragionamento comune che lega la soddisfazione della clientela, la fidelizzazione e il profitto, una forzatura, proprio perché questi elementi, a mio parere non hanno sempre una relazione diretta.

Perchè non ribaltare il ragionamento e partire da un concetto più ampio: la soddisfazione nella relazione da parte del cliente? Essa non riguarda solo il cosa (il sistema di offerta), ma anche e soprattutto il come (la sua esperienza durante i diversi momenti e luoghi in cui ha avuto un contatto con il brand, prima, durante e dopo l'acquisto).

La soddisfazione del cliente dovrebbe essere analizzata secondo un approccio olistico, volto a stabilire le determinanti che portano alla creazione ed al mantenimento di un rapporto di fiducia.

Negli Stati Uniti uno dei compiti del Brand Evangelist è proprio quello di lavorare sulla creazione delle dinamiche del trust.

Come si sa, in molti casi, celebri marchi hanno abusato della fiducia dei loro clienti, per questo il tema del Brand Trust è oggi così importante. Il consumatore è scettico e come si potrebbe biasimarlo per questo?

La fiducia si basa su piccoli dettagli, siamo così sicuri che l'approccio attuale di analisi della customer satisfaction non sia troppo rigido?

La direzione giusta 



La foto è di Ben Mc Leod

Internet on my mind 

Mi scrive Elisabetta che segue i miei articoli "fin dai lontani tempi di Web Marketing Tools" e nota che ultimamente scrivo molto di argomenti legati alla televisione digitale e mi chiede "se abbia abbandonato la mia attività sul web".

No Elisabetta, mi sto occupando di tanti nuovi temi su cui sto scrivendo, ma non ho abbandonato il web, tanto è vero che da Gennaio sarà pronto il mio nuovo corso sul digital branding, su cui ho lavorato molto negli ultimi mesi.

Ho iniziato anche a collaborare con un paio di agenzie inglesi, visto che le web agencies italiane con cui ho avuto contatti, non mi sembrano particolarmente interessate ad esplorare nuove strade.

lunedì, dicembre 19, 2005

La citazione di Marketing Usabile 

"... i progressi non sono necessariamente automatici - devono essere promossi e sostenuti da una reale innovazione. Per cancellare perimetri e confini occorre un atteggiamento mentale innovativo. Emergeranno le aziende agili e reattive, capaci di rispondere con prontezza alla domanda dei consumatori. Non sarà la vittoria dei grandi sui piccoli, ma quella dei rapidi sui lenti."
Niklas Zenstrom -
Fondatore e Ceo di Skype Technologies

Il capitale 

La foto è di Tariq

Si fa presto a dire innovazione 

Che differenza c'è tra i nuovi servizi portati costantemente sul mercato da Google e l'innovazione continua di prodotto dei rasoi Gillette?

Che cosa si intende quando si dice che le agenzie pubblicitarie devono percorrere la strada dell'innovazione nella comunicazione? Come si gestisce l'innovazione?

Non tutte le innovazioni sono uguali e non tutte hanno la stessa connotazione.

Mi è stato molto utile leggere questo articolo dell'Harvard Business School, che come al solito è estremamente chiaro, per questo ve lo raccomando.

domenica, dicembre 18, 2005

Certezze e incertezze 

La foto è di N Jim

Come sta cambiando il marketing? 

Diversi giornalisti mi hanno chiesto in queste ultime settimane di descrivere come sta cambiando il marketing. Non mi azzardo a dare una risposta, tanto meno a scrivere un post.

Posso solo notare come i diversi sistemi economici siano caratterizzati da incertezza, complessità, instabilità e rapido cambiamento.

Il marketing oggi richiede quindi di saper gestire l'incertezza come ci spiega Jay W. Hopman, di Intel in questo illuminante white paper.

Buona lettura.

Il futuro dei contenuti digitali per il marketing 


Mi sto occupando sempre di meno di pianificazione pubblicitaria e sempre di più di progetti speciali che implicano la creazione di contenuti digitali multimediali specifici per i segmenti di utenza a cui le imprese con cui collaboro desiderano rivolgersi.

Mi sono reso conto che l'indirizzabilità e l'attenzione ai costi di progettazione sono due elementi centrali su cui occorre porre la massima attenzione.

Molte agenzie di comunicazione se non impareranno a gestire questi due aspetti, potranno avere problemi in futuro.

Gli effetti della frammentazione delle audience si stanno già mostrando e stanno presentando due ordini di problemi che Andrew Blau ha definito: il gap della distribuzione e quello dell'attenzione.

E' in crescita esponenziale, la quantità di contenuti disponibili, le modalità di fruizione degli stessi sui diversi media e device, vecchi e nuovi e le occasioni di esposizione ai media stessi.

Come progettare sui diversi mezzi, contenuti attrattivi, rilevanti e sempre freschi a costi accettabili, è la grande sfida di chi fa comunicazione in questo periodo di grande cambiamenti.
  • Che cosa vuol dire attrattivo, come il concetto si differenzia per differenti pubblici e per i differenti contesti di fruizione?
  • Che cosa significa rilevante?
  • Come si progettano contenuti di alta qualità a costi accettabili?
E' evidente che il ruolo delle agenzie creative e dei centri media è già cambiato, speriamo che qualcuno se ne accorga presto e cominci a dare una risposta a queste domande.

Il tempo di fermarsi a riflettere 


L'immagine è di Mattijn

sabato, dicembre 17, 2005

Ambire al miglioramento 

Scrive in un post Mauro Lupi: "sembra che l'ottimismo e la speranza siano diventati argomenti di cui aver vergogna. Sembra che ambire al miglioramento sia solo l'espressione di ingenui e sognatori."

Mauro, ha perfettamente ragione, infatti lui e tanti altri professionisti che conosco e stimo, stanno lavorando per portare avanti le istanze dell'innovazione in Italia nel comparto della comunicazione.

Nel mio piccolo anche io tento di percorrere la medesima strada, presentando nuovi modelli e progetti per il marketing su cui ho lavorato intensamente negli ultimi dieci anni, ma soprattutto scrivendo, parlando a convegni, facendo docenze in giro per l'Italia.

E' evidente che possiamo solo proporre, offrire, porgere e suggerire. Se le Pmi, le agenzie di pubblicità, la pubblica amministrazione, non si dimostrano interessati, lavoreremo per i mercati esteri, come stiamo già facendo, perchè non si può combattere contro i mulini al vento.

Il quesito di Mauro mi sembra davvero aperto "Sembra che ambire al miglioramento sia solo l'espressione di ingenui e sognatori."

Quando c'è la volontà di cambiare..... 

venerdì, dicembre 16, 2005

Come misurare il ritorno della formazione? 

Sappiamo molto bene (intuitivamente) che una migliore formazione aumenta la competività di un Sistema Paese.

Il problema e che non abbiamo gli strumenti per verificare la correttezza di questa affermazione.

Per quanto ci abbiano provato tanti economisti, non si è ancora trovato il modo di calcolare il ritorno della formazione.

Fonte dell'immagine Emmanuel College

L'unica certezza è il dubbio 

Una volta erano innovative 

Fonte: Museo delle Carozze - Palazzo Pitti Firenze

Guardare al futuro o guardare al passato? 

Ne ho scritto su Imlog. Le diverse previsioni che avevo fatto sui grandi cambiamenti nel panorama della pubblicità televisiva si sono avverate anche prima di quanto pensassi.

Avevo previsto l'arrivo del DVR in Italia, introdotto da Sky Italia. E' successo.

Avevo previsto la revisione della direttiva Tv Sans Frontiere in senso meno restrittivo, e la possibile regolamentazione del product placement in tv, della pubblicità virtuale, di quella interattiva e delle diverse forme di splitscreen. La nuova regolamentazione è stata approvata dal Collegio di Bruxelles ed in attesa di discussione all'Europarlamento.

Visto che mi sono preparato per tempo, ora sono pronto per la progettazione della pubblicità del futuro, per la sua misurazione e con un pizzico d'orgoglio rimango a disposizione di tutte quelle agenzie che non hanno voluto ascoltare e che ora si sentono impreparate ai cambiamenti.

Si avete ragione questo è un messaggio autopromozionale, ed è dedicato a tutte le persone che negli ultimi mesi mi hanno detto che a loro tutto questo non interessa, perchè è troppo futuribile. Ogni tanto consentitemi anche questo.

La vignetta è di Tarnowski

Il marketing dei segnali deboli 

Nella progettazione delle esperienze di brand è molto importante prestare la massima attenzione ai segnali deboli.

A tale proposito vorrei fare un esempio concreto.

Per motivi di lavoro ho alloggiato all'hotel Moevenpick di Roma, in cui ha avuto luogo un seminario formativo in cui ero docente.

L'albergo è confortevole anche se un po' decentrato, il ristorante è di buon livello. Il personale della reception è professionale e cortese e le camere comode.

Ci troviamo al ristorante per una colazione di lavoro e vediamo che sul menù è indicato che l'hotel ci tiene molto al servizio e che nel caso in cui le portate vengano servite oltre i 15 minuti, il pranzo verrà offerto. Devo dire che siamo molto impressionati da questa promessa.

Succede che per gioco ci mettiamo a cronometrare il tempo relativo al servizio e verifichiamo che il pranzo ci viene servito dopo 18 minuti. Scherzosamente lo facciamo notare ad un imbarazzato maitre, ma ovviamente non abbiamo alcuna aspettativa. Il maitre ci chiede se desideriamo un caffè che ci verrà offerto.

Quando chiediamo il conto scopriamo che i caffè sono stati addebitati. Non potete immaginare quanto questo piccolo dettaglio abbia irritato tutti noi.

Le esperienze si basano sui segnali deboli, un'esperienza positiva è stata compromessa da un caffè che ha un costo davvero irrilevante per un hotel.

Le persone non sommano le esperienze positive a quelle negative verificando se il saldo sia positivo o negativo; solitamente le esperienze che ricordiamo sono quelle iniziali e quelle finali che vengono "cristallizzate" nella nostra memoria. Una piccola esperienza negativa finale molto spesso azzera la somma di tutte le esperienze positive.

Per questo i segnali deboli sono così importanti.

mercoledì, dicembre 14, 2005

Per una pubblicità indirizzabile 

martedì, dicembre 13, 2005

Il futuro dei brand 

C'è stato un breve momento in cui la crescita degli hard discount ha indotto qualcuno a "decretare " la fine delle marche.

L'evidenza ci ha mostrato che in un'era della complessità caratterizzata da sovraffollamento e ipercompetizione la presenza dei brand è (e sarà sempre di più) centrale nelle scelte dei consumatori di qualunque prodotto o servizio.

Non è quindi (secondo me) in discussione l'importanza delle marche, ma il loro "ruolo" è sicuramente in profonda trasformazione.

Sono anni che lo cito, perchè lo ritengo assolutamente attuale, il decalogo sul brand, scritto da Marc Gobè, grande comunicatore e teorico dell'emotional branding.

Lo riporto qui interamente, scusandomi con chi lo avesse già letto in un altro mio articolo o post.

Posso solo dirvi che questo decalogo avrei voluto scriverlo io, tanto lo condivido.
  1. 1.Da consumatori a individui (i consumatori acquistano, gli individui vivono)
  2. 2.Da prodotti ad esperienze (i prodotti soddisfano i bisogni, le esperienze soddisfano i desideri)
  3. 3.Dall’onestà alla fiducia (l’onestà è scontata, la fiducia deve essere guadagnata sul campo)
  4. 4.Dalla qualità alla preferenza (la qualità è il cosa, la preferenza è il come)
  5. 5.Dalla notorietà all’aspirazione (essere conosciuti non vuol dire essere scelti)
  6. 6.Dall’identità alla personalità (identità è essere riconosciuti, personalità è avere carattere e carisma)
  7. 7.Dalla funzionalità al sensorial design (la funzionalità è una qualità di superficie, il sensorial design è la progettazionedell’ esperienza
  8. 8.Dall’ubiquità alla presenza emozionale (l’ubiquità è essere visti, la presenza emozionale è essere percepiti)
  9. 9.Dalla comunicazione al dialogo (comunicare significa dire, dialogo significa condividere)
  10. 10.Dal servizio alla relazione (il servizio è vendita, la relazione è riconoscimento)
Se un brand non saprà creare nuovi significati per i propri pubblici è destinato a essere marginalizzato.


Le strategie di brand e la transizione al digitale 

lunedì, dicembre 12, 2005

La via italiana all'innovazione nella comunicazione 

Fatte salve le dovute isole felici, per quella che è la mia esperienza personale, l'innovazione nel campo della comunicazione, viene portata avanti nel nostro Paese in modo diverso rispetto a quanto accade in altri Paesi dell'Europa. Vediamo due esperienze a confronto.

Inghilterra.
Gli innovatori vengono tenuti sotto osservazione, vengono spesso cooptati, reclutati o "acquistati", se si tratta di strutture. Lo si fa per tempo, altrimenti potrebbe essere tardi.

Italia
Gli innovatori vengono isolati, perchè l'innovazione può essere pericolosa e destabilizzante e può costituire una possibile perdita di potere. Fintanto che le "vecchie guardie" non la comprendono e decidono che sta diventando "mainstream" e fino al momento in cui non riescono a gestirla, verrà avversata con ogni pretesto, talvolta legittimo, in altri casi del tutto irrazionale. Poi viene portata avanti in modo frettoloso e spesso impreciso.

E' successo con internet, sta succedendo anche con la tv digitale.

Ditemi che sbaglio, ne sarei felice.

domenica, dicembre 11, 2005

Dalla conoscenza alla saggezza 


Come scrive in questo ottimo editoriale Fareed Zakaria, l'era in cui viviamo è quella della conoscenza (knowledge); l'interconnessione ci sta portando ad una nuova dimensione dello sviluppo scientifico.

Quello di cui ora abbiamo bisogno è di entrare nell'era della saggezza (wisdom).

Ispirarsi per imparare ad innovare 

Giunti quasi alla fine dell'anno è tempo di bilanci e di fare il punto sugli obiettivi raggiunti e quelli da perseguire per il futuro.

Business Week ci offre una cassetta degli attrezzi per i nostri pensieri, con una rassegna dei più interessanti casi di successo, dei migliori leader e delle migliori idee del 2005, secondo la prestigiosa rivista.

but it is .....my way 

La foto è di stigeredoo

Non è sempre diritta la via 

La foto è di amiev

sabato, dicembre 10, 2005

Rottamiamo i vecchi pensieri 

Quando parlo con mia figlia di tre anni e quando sento i discorsi di molti giovanissimi, mi si apre il cuore e parte del mio pessimismo svanisce.

E' un vecchio sito, le persone sono cresciute, spero che abbiano mantenuto la loro freschezza.

POWER - Amanda Barone, 14

The power to express is the power to be yourself and that is the greatest power of all.

DETERMINATION - Angela Hoffmann, 17

Determination is a stream that wears away the rocks until a canyon opens up.

CHARISMA - Megan Seery, 15

Being able to tempt without offering a treat.

ENERGY - Kelsi Dick, 15

The sparks that fly from your fingertips when you're laughing in the dark.

IMAGINATION - Eva Zaller, 14

Imagination is dreaming in Technicolor while staring at a stone.

INNOVATION - Amanda Dillon, 13

The ability to think beyond today's world; to see things as they could possibly be; to envision the world changed, and to change it.

INTIMACY - Allison Quinnell, 14

Intimacy is being comfortable with people rummaging through your soul.

LOVE - Megan De Loach, 14

Love makes you feel like you could swim across the whole ocean, even though you're still taking lessons.

Creatività 


L'immagine è di Yvette Thomas, 17 anni.


Creativity is seeing something new when you look at something old. It is at the heart of civilization and the driving force of revolution.

Yvette, possibile che nessuna agenzia pubblicitaria ti abbia offerto un posto di direttore creativo?

Il marketing e la discoteca 

Ho rimproverato spesso le agenzie di pubblicità ed i loro clienti di scarsa propensione all'innovazione e alla sperimentazione, ma per onestà intellettuale occorre estendere il discorso.

Quanti sono i consumatori in Italia che fanno sperimentazione, ovvero che acquistano un nuovo prodotto non reclamizzato? Quante le persone che si avventurano a provare nuovi ristoranti etnici o che si dimostrano interessati a vedere un'opera teatrale di un nuovo autore, oltre ai classici Shakespeare, Pirandello ecc?

Per essere onesti fino in fondo, abbiamo il marketing che ci meritiamo, così come abbiamo la classe politica che ci meritiamo.

Non ho numeri da citare, ma è un po' come andare in discoteca. Nessuno va in pista a ballare un nuovo pezzo particolarmente accattivamente, si ballano solo i brani che si conoscono.

Per questo in molte discoteche e in molte radio la musica è sempre la stessa.

E' vero che spesso è l'offerta che crea la domanda, ma è altrettanto vero che i comportamenti radicati non inducono ad innovare, se non c'è alcuna ricompensa per chi lo fa.

Marketing: un passo avanti e due indietro. 

Capita di avere a che fare con un direttore marketing particolarmente illuminato che si accorge che è necessario lavorare per migliorare l'esperienza dei clienti.

Quando questo manager viene sostituito oppure cambia azienda, in molti casi, torna tutto come prima e si ritorna al solo utilizzo della pubblicità come leva di marketing principale.

In questo interessante articolo, Stephen Shaw, ci spiega perchè un "brand è molto di più di un logo e di qualche slogan e quanto sia importante offrire una "superior experience" ai clienti.

venerdì, dicembre 09, 2005

La citazione di Marketing Usabile 

"The best way to tell consumer about the benefit of a brand isn't Tv ads, where you just say it.... It's giving them a way to feel it for themselves"

Julie Roehm - Marketing Chrysler Group

E' facile pensare ai grandi clienti 


L'immagine è di Daveybot

La trappola della customer satisfaction (prima parte) 


La maggioranza dei ricercatori di mercato lo sa benissimo: l'analisi sulla customer satisfaction è un punto di partenza e non di arrivo.

In moltissimi casi non esiste una relazione diretta tra livello di soddisfazione e grado fidelizzazione di un cliente.

Siamo spesso fedeli anche quando siamo insoddisfatti per pigrizia, per abitudine, per timore di cambiare (better the devil you know).

In molti casi siamo infedeli anche quando il nostro "fornitore" ci soddisfa, perché acquistiamo in base al prezzo, alle offerte speciali, alle promozioni, ai premi delle "carte fedeltà", in questi casi siamo fedeli all'affare e non al brand.

Quando succede che il nostro "fornitore" ci esaspera perché non ci ascolta, persevera nel servirci male, non ci tiene in considerazione, di fronte a molte opportunità, non ci facciamo scrupolo e lo sostituiamo senza tanti rimpianti.

In pochissimi casi accade che tra fornitore e cliente si crei una relazione speciale che ci spinge a chiudere gli occhi di fronte a qualche imperfezione e ad accettare cose che ad altri fornitori non lasceremmo mai passare.

Per comprendere la creazione di questi "legami chimici" occorre molto di più di un focus group o di altri strumenti di indagine utilizzati dalle imprese.

Occorre saper rivedere le relazioni con gli occhi ed il cuore dei propri clienti, perché la fedeltà non è solo questione di fiducia, ma soprattutto di empatia.

Il primo passo può essere quello di cambiare le lenti ai propri occhiali e vedere le cose da un'altra prospettiva, quella dei propri clienti. (continua)

giovedì, dicembre 08, 2005

La lotta per l'attenzione (salad dressing marketing) 

L'immagine è di Daveybot

L'era della partecipazione 

"Trust is the currency of the partecipation age"

Sporcarsi le mani con l'interattività 


Carissimi studiosi, lo so che sono anni che leggete, approfondite, osservate, analizzate, scrutate, comparate, per offrirci nuovi strumenti per comprendere la disciplina della comunicazione.

Adesso il vostro interesse per la comunicazione interattiva è aumentato, basta vedere il numero di saggi disponibili in libreria.

Se volete veramente capire qualcosa sull'interattività e sulle interazioni in rete, l'unico vero modo, a mio modesto avviso, è "usare la rete" e cominciare quindi a "sporcarsi le mani".

Scusatemi se sono noioso, ma colgo l'occasione nuovamente per raccomandarvi la lettura del Cluetrain Manifesto, tutto sommato, nonostante abbia qualche annetto, mi sembra attuale.

Entrate in una chat senza pregiudizi, leggete qualche blog personale, respirate l'aria delle comunità di pratica, abbandonatevi a un gioco multiplayer, fate cose che non avete sperimentato fino ad ora.

Forse siamo degli snob, o forse siamo realisti, ma non siamo in pochi a pensare che la rete debba essere "vissuta" e non solo "studiata".

Prima il placement, poi il messaggio 

Via Adverblog, un esempio di come Ogilvy & Mather a Hong Kong, abbiano utilizzato creativamente un difficile placement per rafforzare il messaggio di brand . Non è solo l'idea, è l'esecuzione.

Marketing Esperienziale 


Attenzione, quando l'esperienza non si rinnova, diventa una commodity.

mercoledì, dicembre 07, 2005

Pubblicità e frammentazione delle audience 

E' difficile fare previsioni in un periodo di profonde trasformazioni, ma credo di non sbagliarmi nello stimare nei prossimi due anni un aumento importante dei progetti speciali in pubblicità.

Sempre di più le aziende desiderano proposte personalizzate, cari centri media. Questo vuol dire non solo affinare le competenze legate alla pianificazione media, ma soprattutto imparare le logiche della produzione dei contenuti di marketing.

Io sono pronto e voi?

La pubblicità è sempre credibile? 

Tesisti d'assalto 

Ancora una volta Mauro Lupi ha colpito nel segno, descrivendo in un illuminante post (del 5 dicembre), la saga dei neolaureati in cerca di "un" posto di lavoro che inviano senza tanta convinzione i loro curricula a migliaia di aziende senza fare il minimo sforzo di "personalizzare" la lettera o la mail di accompagnamento.

Vogliamo fare un passo indietro e parlare dei tesisti d'assalto?

Ricevo decine di mail di tesisti che richiedono materiale per la tesi. I loro messaggi sono molto simili e contengono sempre le seguenti parti:

1) Ho letto con grande interesse il suo blog
2) Lei è il massimo esperto della materia per questo la contatto

3) Mi può indicare materiale per la mia tesi su....?


Ho collaborato con oltre 25 enti di formazione, adoro gli studenti, ma se richiedete aiuto per la vostra tesi, permettetemi di darvi un consiglio.

1) dimostrate che per voi la tesi è un lavoro serio, siate più specifici non dite che state facendo una tesi sulla pubblicità interattiva e siete alla ricerca del materiale
2) inviate un indice del lavoro che volete fare,
3) rendete le vostre richieste più precise, non state scrivendo l'Enciclopedia Britannica.

4) non vi aspettate che altri facciano il lavoro che dovete fare voi

5) offrite qualcosa in cambio, (a completamento della mia tesi, gliene invierò una copia in formato elettronico)

Ricordatevi che siete davvero tanti e che non è possibile aiutare tutti, ma soprattutto che aiutarvi deve diventare un piacere e che non è davvero un obbligo.

martedì, dicembre 06, 2005

Il dialogo 


Fonte: the maki

Comunicazione ad alta velocità 

Colgo l'occasione per parlare di Alta Velocità, visto che oggi mi trovavo a Torino e sono rimasto bloccato in stazione per la protesta dei manifestanti No-Tav. (Chi non ha seguito la disputa, troverà qui un breve resoconto).

Sulla questione specifica della protesta, non desidero pronunciarmi, perchè non dispongo di tutti gli elementi per poter esprimere un'opinione sufficientemente oggettiva senza cadere nella facile retorica. Posso solo dire che la vicenda è stata gestita in modo pessimo da parte di tutti.

Sono portato a credere che gli interessi in gioco siano tanti e tali che il progetto non verrà fermato dalla protesta, giusta o sbagliata che sia. Ma qualche insegnamento lo possiamo trarre ugualmente:

Gli strumenti della "comunicazione politica e della concertazione", non sono adeguati alle esigenze di una società che si sta profondamente trasformando e che in tanti ambiti sta esprimendo forti disagi che rimangono totalmente inascoltati.

D'altra parte occorre dire che anche la protesta selvaggia e senza progetto è totalmente inefficace perché provoca inutili disagi senza essere costruttiva.

Accanto ai problemi reali e concreti del Paese occorre anche un dibattito urgente sulla comunicazione istituzioni-cittadino, cittadino-cittadino attraverso diverse forme di mediazione.

La comunicazione è un problema troppo importante per lasciarla ai comunicatori.
Ci sono intere categorie che non sanno comunicare: i politici, i medici, le banche, le amministrazioni pubbliche.....

L'Alta Velocità e l'ennesima dimostrazione che il progresso tecnologico e quello sociale, viaggiano... a velocità molto differenti.

L'immagine è di Isabelle Cardinal.

Il problema dell'innovazione 


Il più grande ostacolo nel portare avanti l'innovazione in azienda oppure in agenzia, non sono i clienti che non sanno; se si ha la pazienza di spiegare le cose in modo convincente, saranno i primi ad essere entusiasti.

Il vero problema è il management quando per diversi motivi decide di tenere legata la barca o peggio di remare contro.

Il quadro è di John Evans

Il marketing della complessità 

Il problema dell'osservatore-progettista è "critico, decisivo...Deve disporre di un metodo che gli permetta di progettare la molteplicità dei punti di vista e poi passare da un punto di vista all'altro. Deve disporre di concetti teorici che, invece di chiudere e isolare le entità, gli permettano di circolare produttivamente. Deve progettare contemporaneamente, l'individuabilità degli essere meccanici e i complessi di macchine interdipendenti che li associano.... Ha bisogno anche di un metodo per accedere al meta-punto di vista sui diversi punti di vista, compreso il proprio punto di vista di soggetto inscitto e radicato in una società. Il progettista è in una situazione paradossale...

(Edgar Morin, La Méthode)

lunedì, dicembre 05, 2005

Il rilancio della pubblicità outdoor 

Non è difficile affermare che la pubblicità outdoor offrirà in futuro grandi opportunità per chi la saprà utilizzare in modo innovativo.

Via Adverblog, la campagna non convenzionale di eBay Belgio, con affissioni di stickers su vetrine di negozi vuoti, colpisce sicuramente nel segno.

Pensate l'effetto quando le affissioni diventano "dinamiche" e vengono abbinate ai mezzi interattivi.

Qui si sta già lavorando ad alcune ipotesi interessanti, ne parleremo quanto prima.

domenica, dicembre 04, 2005

Paleoadvertising? 

Forse questo messaggio non è destinato ad entrare nella storia della pubblicità. (via Comunicattivo)

La pubblicità seduttiva 


Si vedono sempre più spesso alcune pubblicità con offerte troppo allettanti per essere vere. Un po' di senso critico non farebbe male. Nessuno regala niente per niente e se un prodotto o un servizio ha un costo inspiegabilmente basso, se non è una promozione, spesso c'è la fregatura.

Siamo in un mondo estremamente competitivo, ma personalmente ritengo l'utilizzo di sotterfugi (come ad esempio quello che qualcuno ha definito "gnocca marketing") alla lunga controproducente.

Per carità la "patatina tira sempre", ma stiamo entrando in una nuova era della comunicazione in cui l'attenzione sempre di più sarà il punto di partenza e non di arrivo.

Parafrasando Warhol possiamo dire che ogni messaggio pubblicitario potrà avere i suoi 15 minuti di attenzione, ma la vera sfida per i comunicatori riguarderà la trasformazione dell'attenzione in reale coinvolgimento. Per questo ci vuole ben altro di qualche slogan ben riuscito e dell'uso di foto ammiccanti.
# html> # # # # ... # # # ... # # # # # # Disclaimer: questo blog è ad alto tasso di innovazione, potrebbe destabilizzare la vostra azienda/agenzia